Giubileo-Pena di morte: la scelta di Biden

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Quando il 19 dicembre è arrivata la telefonata dalla Casa Bianca, ero così emozionata che non riuscivo a sedermi. Continuavo a camminare, dicendo: “Grazie, Dio. Grazie”.

Insieme a decine di altri leader religiosi e sostenitori della giustizia, avevo pregato il presidente Joseph R. Biden di usare il potere del suo ufficio per mostrare misericordia ai condannati a morte detenuti nelle carceri federali. Ora, ecco la telefonata di preavviso che mi assicurava che il presidente Biden avrebbe presto annunciato la più grande notizia di misericordia che le persone condannate a morte possano mai sperare di sentire.

Il 23 dicembre 2024, il Presidente ha annunciato che avrebbe commutato le sentenze di 37 dei 40 prigionieri detenuti nei bracci della morte federali: convertendo la loro pena dalla condanna a morte all’ergastolo. Nell’esprimere la sua solidarietà alle vittime e alle loro famiglie che hanno sofferto per mano di coloro la cui sentenza veniva commutata, Biden ha dichiarato che “guidato dalla mia coscienza e dalla mia esperienza come avvocato d’ufficio, presidente della commissione giudiziaria del Senato, vicepresidente e ora presidente, sono più che mai convinto che dobbiamo fermare l’uso della pena di morte a livello federale”.

La mia lettera al Presidente era urgente e ansiosa. Ho accompagnato otto esseri umani alla morte per mano dello Stato, assistendo da vicino alla loro agonizzante attesa della morte e alla loro tremante ultima camminata verso la camera mortuaria. Ho anche conosciuto personalmente alcune delle 13 persone che l’ex presidente Donald J. Trump ha mandato a morte nelle sue ultime settimane del suo mandato nel 2020. E, data la sua dura retorica durante e dopo la campagna presidenziale, non ho dubbi che Trump metterà in riga le persone che ricadono sotto la sua giurisdizione federale per farle morire durante il suo secondo mandato, se ne avrà la possibilità.

“Con ogni fibra della mia anima cattolica”, ho supplicato il presidente Biden di usare “il suo potere presidenziale (alcuni lo chiamano l’ultima vestigia del diritto divino dei re) per commutare la sentenza di ogni prigioniero federale del braccio della morte. Anche i pochi terroristi cosiddetti peggiori dei peggiori meritano misericordia. Se decidete di non risparmiare tutti, commetterete lo stesso errore di giudizio che commettono i pubblici ministeri: che sia morale sostenere la pena di morte per chi incarna il peggio del peggio; e che abbiamo la saggezza di distinguere quel gruppo dal resto.

Come cattolica, ho ricordato al Presidente l’evoluzione morale della nostra Chiesa sulla pena di morte, che papa Francesco ha cristallizzato con la riformulazione, in merito, del Catechismo della Chiesa Cattolica nell’agosto 2018: per quanto grave sia il crimine, non possiamo mai affidare ad autorità umane e fragili il potere divino di togliere la vita. Ho raccontato al papa il mio dialogo con Giovanni Paolo II nel 1997, quando gli chiesi se la Chiesa rispettasse la dignità inviolabile solo degli innocenti. E la dignità intrinseca di tutti gli esseri umani, anche di quelli colpevoli di crimini?

Mi rincuora sapere che il presidente Biden si recherà in visita da papa Francesco a gennaio, prima di lasciare il suo incarico. Che squadra! Recentemente, durante la preghiera dell’Angelus a Roma, il papa ha pregato affinché tutte le condanne a morte siano commutate in ergastolo.

“Anche il più atroce dei nostri peccati non guasta la nostra identità agli occhi di Dio”, ha scritto il Papa all’inizio di quest’anno nella prefazione a un libro sulla cappellania delle carceri. “Rimaniamo suoi figli, amati da Lui, protetti da Lui e considerati preziosi”.

Le mie parole di commiato al Presidente sono state queste: “Ora, nel momento di lasciare la sua ultima eredità, la esorto a compiere quello che potrebbe essere l’atto più cristico che potrà mai compiere: tendere la mano per salvare le vite dei condannati a morte. Sto pregando molto per lei”.

Che tutti i governatori degli Stati Uniti, che continuano a esigere una “vita per una vita” nelle loro camere di morte, possano seguire l’esempio storico del Presidente.

  • Pubblicato sulla rivista dei gesuiti statunitensi America il 3 gennaio 2025 (qui originale inglese).
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2 Commenti

  1. Gian Piero 4 gennaio 2025

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