Il comitato direttivo del Consiglio ecumenico delle Chiese in Austria (Oerkoe) ha pubblicato il 6 maggio una dichiarazione, nella quale i cristiani sono invitati a partecipare al secondo turno delle elezioni presidenziali il 22 maggio. La dichiarazione dice testualmente:
«Il 22 maggio si terrà il secondo turno delle elezioni presidenziali. Per i cristiani, la partecipazione alle elezioni appartiene alle loro responsabilità per il bene comune. In riferimento all’8 maggio – anniversario della fine della Seconda guerra mondiale e del superamento definitivo della dittatura totalitaria e disumana – sembra necessario sottolineare la partecipazione alle elezioni come ovvia. Sullo sfondo della commemorazione della fine della guerra e del ripristino della democrazia è ancora più chiaro che per i cristiani la partecipazione alle elezioni è un dovere di coscienza.
Senza elezioni non c’è democrazia. L’esperienza storica ha dimostrato che l’allontanamento dal sistema elettorale conduce all’abisso. Anche se nessun sistema elettorale è perfetto, il malumore verso la politica non deve portare all’indifferenza e al non esercizio di un diritto fondamentale come il diritto di voto.
La formulazione della politica è uno di quei settori nel quale i cristiani – applicando cura identica – possono giungere a risultati divergenti. Soprattutto nelle questioni politiche devono seguire la propria coscienza orientata al Vangelo. Ciò che conta è la forza degli argomenti».
A prima vista la dichiarazione dice solo cose che vanno da sé. Però c’è anche un’indicazione interessante – il riferimento all’8 maggio 1945. Negli ultimi anni l’anniversario in Austria viene celebrato come “festa di gioia” con un grande concerto sulla Piazza degli Eroi davanti al palazzo imperiale di Vienna.
L’ing. Hofer, il candidato del Partito della libertà, dopo un po’ di riflessione ha pubblicato una “chiarificazione” dicendo che l’8 maggio come anniversario della fine della guerra è sì un giorno di gioia, ma la guerra è una cosa triste…