I bambini nell’insegnamento ebraico e cattolico: è il titolo della Dichiarazione congiunta delle delegazioni del Gran Rabbinato di Israele e della Commissione della Santa Sede per il rapporto con l’ebraismo. I primi firmatari sono il card. Peter Turkson e il rabbino Rasson Arusi, presidenti delle rispettive delegazioni. Il testo porta la data: Roma, 20 novembre 2018.
- Il cardinale Peter Turkson, in qualità di presidente della delegazione cattolica, ha dato il benvenuto a Roma ai delegati ebrei, invocando la benedizione divina sulla riunione. Il rabbino Rasson Arusi ha risposto esprimendo la gioia e la soddisfazione della delegazione ebraica nel trovarsi riuniti in questo santo sforzo comune, citando le parole del Salmo «Sia su di noi la dolcezza del Signore nostro Dio e renda salda per noi l’opera delle nostre mani» (Sal90,17).
- La Commissione bilaterale si è riunita in occasione della Giornata universale del bambino indetta dall’ONU, dedicando perciò le sue riflessioni al tema della dignità umana, con speciale riferimento ai bambini.
- La Commissione ha apprezzato i significativi progressi nella società moderna riguardo al tema dei diritti umani, che hanno trovato espressione nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e, in particolare, nella Convenzione del 1989 sui diritti del bambino. Tali principi di inviolabilità della vita umana e dell’inalienabile dignità umana della persona trovano piena espressione nella relazione tra l’individuo e il Divino e tra l’individuo e il suo prossimo, il che implica il dovere di realizzare questa relazione nella dimensione sociale. Abbiamo uno speciale dovere verso i membri più deboli delle nostre comunità, e in particolare verso i bambini, garanti delle future generazioni, che non sono ancora in grado di esprimere tutte le loro potenzialità e di difendersi da soli.
- Un’approfondita discussione ha riguardato l’importanza di chiarire il fondamento etico di questi principi, notando che questi ideali sono già radicati con valore trascendente nel nostro comune patrimonio biblico, che dichiara che l’essere umano è creato a immagine di Dio (Gen1,26-27; 5,1-2).
- Il rispetto della dignità personale dei bambini deve inoltre esprimersi con l’offrire loro un’ampia serie di stimoli e strumenti per sviluppare le loro capacità di riflessione e di azione. È necessario che i bambini non soltanto si sentano oggetto di attenzione appropriata e amorevole, ma altresì che essi vengano impegnati attivamente, in modo tale che le loro potenzialità cognitive e pratiche siano sviluppate. Affinché ciò si realizzi in armonia con i principi sopra menzionati, occorre coltivare relazioni d’amore autentico e stabile, e garantire nutrimento adatto, salute e protezione, così pure la necessaria educazione religiosa e scolastica, l’insegnamento informale e la coltivazione della creatività.
- La società nel suo complesso, ma in particolare i genitori, gli insegnanti e le guide religiose, hanno una speciale responsabilità nella maturazione morale e spirituale dei bambini. Nelle loro considerazioni riguardo ai diritti dei bambini all’autonomia e alla libertà, i membri della Commissione bilaterale hanno messo in luce la tensione tra l’impegno a garantire la massima libertà di scelta, e quello ad assicurare protezione e guida prudente. Tutto ciò esige di astenersi da qualsivoglia strumentalizzazione dell’altra persona, la cui dignità dovrebbe sempre essere considerata come un fine in sé e per sé.
- I membri della Commissione bilaterale sono stati accolti in udienza privata da papa Francesco, che ha affermato il proprio impegno personale in questo campo e per il progresso dei rapporti tra cattolici ed ebrei con le parole: «Noi siamo fratelli e figli di un Unico Dio, e dobbiamo lavorare insieme per la pace, la mano nella mano». Incontrandoli, il papa ha appreso con soddisfazione che è in preparazione un documento interreligioso in materia di fine vita, con riferimento particolare al pericolo di legalizzare l’eutanasia e il suicidio medico assistito, anziché garantire le cure palliative e il rispetto completo della vita che è dono di Dio.
- Concludendo le loro riflessioni, i membri della Commissione bilaterale hanno reso grazie all’Altissimo per le sue benedizioni sulla loro vita e le loro opere, e per i suoi doni, non ultimo quello degli stessi bambini, secondo le parole del Salmo: «Ecco, eredità del Signore sono i figli, è sua ricompensa il frutto del grembo» (Sal127,3). Per assicurare loro un sano sviluppo spirituale, è particolarmente importante renderli familiari con il patrimonio biblico che gli ebrei e i cristiani condividono.
- Inoltre, la Commissione sollecita al dovere di studiare nelle rispettive comunità questi testi delle sacre Scritture comuni. Oltre a ciò, l’insegnamento di Nostra aetate (n. 4) e i successivi documenti in materia di relazioni ebraico-cristiane, dovrebbero essere ampiamente conosciuti e diffusi in entrambe le nostre comunità, dando impulso a una crescente benedetta riconciliazione e collaborazione tra ebrei e cattolici, a beneficio dei fedeli e dell’intera società.