Apriamo con questo intervento di Ioannis Maragós una rubrica con la quale proponiamo ai nostri lettori una corrispondenza in diretta da Creta per seguire la celebrazione del Santo e grande sinodo della Chiesa ortodossa.
«Benedetto il Regno del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, ora e sempre e nei secoli dei secoli» . Finalmente si comincia. Sono arrivati a Creta i delegati di dieci Chiese. All’ultimo momento la Chiesa di Serbia si è ravveduta e ha risposto all’invito. Mancano all’appello: la Chiesa di Russia, di Georgia, di Bulgaria e di Antiochia.
Al suo arrivo, il patriarca ecumenico Bartolomeo ha dichiarato la sua grandissima gioia per il grande evento: «Certamente la gioia per questo evento storico è stata adombrata dalla decisione di alcune Chiese sorelle di non presentarsi e non partecipare al Santo e grande sinodo».
Per aggiungere che «la responsabilità per tale decisione pesa su queste Chiese e i loro primati, i quali quasi cinque mesi prima a Ginevra, durante la riunione dei primati ortodossi, avevano deciso e sottoscritto di venire nel mese di giugno a Creta per dar corso a un proposito, oggetto del pluriennale desiderio di tutte le Chiese, per dichiarare e dimostrare unità nella Chiesa Ortodossa e discutere e decidere insieme sui problemi che attualmente preoccupano il mondo ortodosso».
«Mi auguro che queste Chiese, anche successivamente, all’ultimo momento rivedano le loro decisioni e rispettino l’impegno sottoscritto di trovarsi a Creta, dove tutti insieme con gioia possiamo portare a compimento la nostra missione storica». Il patriarca Daniele della Romania al suo arrivo ha dichiarato: «Speriamo che il nostro lavoro sia benedetto affinché contribuisca all’unità della Chiesa e all’amicizia dei popoli che qui sono rappresentati».
Patriarcato di Mosca
Secondo un dispaccio di Athens News Agency, il Patriarcato di Mosca si orienta a inviare un osservatore speciale. Intanto il patriarca ha inviato un messaggio di saluto ai partecipanti, indirizzato non al Sinodo ma «a sua santità l’arcivescovo di Costantinopoli Nuova Roma e patriarca ecumenico Bartolomeo». Proseguendo, si rivolge ai santissimi e beatissimi fratelli. E non al Santo e grande sinodo.
Afferma, che «tutti noi siamo fratelli, siamo un solo Corpo di Cristo (1Cor 12,27). Da lui, il Signore e Salvatore Gesù Cristo abbiamo ricevuto il dono inestimabile dell’unità, la custodia di tale dono è tra i nostri principali compiti che abbiamo ricevuto su mandato diretto del Salvatore» (cf. Gv 17,21).
Quindi, «non ci deve confondere il fatto che i pareri intorno alla convocazione del Grande e santo sinodo si differenzino già nella fase preparatoria. Infatti, secondo l’apostolo Paolo, «è necessario che ci siano divisioni tra voi, per far apparire chi in mezzo a voi crede sinceramente» (1Cor 11,19).
Le differenti vedute, apparse già durante i lavori preparatori, non ledono l’unità della nostra santa Ortodossia. «La Chiesa russa è sempre guidata dal principio di non disprezzare la voce di alcuna Chiesa locale». Non potevamo non tenere seriamente in conto le difficoltà delle Chiesa che manifestavano contrarietà. Ciononostante, rimaniamo una santa famiglia e siamo tutti responsabili per il mantenimento della santa Ortodossia».
Aggiunge: «Credo nelle buone intenzioni dell’incontro di Creta, che possa essere un passo importante nella direzione della dissipazione delle controversie che ne sono derivate». Non Santo e grande sinodo, ma “incontro”, “riunione”.
In seguito, userà una volta i termini “Santo e grande sinodo”, per dire in un modo indiretto che quello di Creta non è il “Santo e grande sinodo” ma, al massimo, può essere interpretato come una riunione preparatoria, un passo ulteriore verso il “Santo e grande sinodo”; auspica che questa riunione «possa contribuire alla preparazione di quel Santo e grande sinodo che unirà tutte le Chiese autocefale locali senza eccezioni; esse costituiscono il riflesso visibile di quella unità della Chiesa ortodossa di Cristo, la quale è stata oggetto delle suppliche e delle aspettative di tutti i nostri venerati predecessori».
E per il patriarca Kirill e i suoi fratelli ?
Per tutti riportiamo alcune affermazioni da un’intervista rilasciata il 15/6 al quotidiano ateniese Il giornale dei redattori dal primate della Chiesa di Creta Ireneo, nel cui territorio si svolgono i lavori del Santo e grande sinodo. Interrogato, dunque, sulla defezione della Chiesa della Russia e di altre Chiese, riassumendo con chiarezza il comune sentire, ha risposto : «Certamente, sarebbe bene che il Santo e grande sinodo si svolgesse come si era all’unanimità programmato. È un male che alcuni gerarchi abbiano cambiato parere all’ultimo momento e abbiano intrapreso una strada sbagliata. … Non è mia intenzione occuparmi degli sbagli altrui, ma non posso non segnalare la grande afflizione che essi hanno procurato ai fedeli».
Gli hanno chiesto se, secondo il suo parere, questi ultimi avvenimenti intendano minare il primato del patriarca ecumenico. Nella sua risposta si è fatto portavoce esplicito di tutti quelli che, di fatto, hanno condotto alcune Chiese sotto l’influenza moscovita a non partecipare al Santo e grande sinodo, dicendo: «Il patriarca ecumenico, secondo la nostra tradizione bizantina e la storia della Chiesa, è il “primus inter pares”. Il Patriarcato di Mosca vuole, per ragioni sue, assumere questo ruolo; di qui le divergenze».
Nella stessa intervista si è espresso con forza anche nei confronti di quegli ambienti Ortodossi che non vedono di buon occhio le relazioni della Chiesa ortodossa con il resto del mondo cristiano e con le altre religioni. Ha detto: «La Chiesa ortodossa è formata da uomini liberi. Certo che possiamo e dobbiamo avere delle relazioni con tutti gli altri cristiani e con i membri di altre religioni. Però una cosa è intrattenere relazioni amichevoli e discutere, e una altra cosa è lasciare che qualcun altro entri nella tua vita. La Chiesa deve dialogare senza tradire i propri principi».
Quanto alla Chiesa cattolica, ha dichiarato: «La Chiesa cattolica romana per noi è una Chiesa scismatica. Hanno fatto degli sbagli e il più grande è l’infallibilità del papa. Nessun uomo sulla terra può avocare a sé la pretesa della verità assoluta. Certamente possiamo unirci con loro e certamente chiediamo a loro di correggere i loro errori. Infine, non vedo perché negare la presenza di loro osservatori; saranno presenti come uditori e ciò non influenzerà le nostre decisioni».
“Piccola sinassi” dei primati delle Chiese
Oggi, venerdì 17 giugno, si è tenuta la “Piccola sinassi” dei primati delle Chiese. In essa, secondo fonti ben informate, il patriarca Ireneo di Serbia ha proposto di invitare ancora una volta le Chiese assenti per la concelebrazione di Pentecoste e per partecipare ai lavori. Se non avranno il tempo di partecipare a questo Sinodo, contemporaneamente alla chiusura del presente, si annunci la convocazione di uno nuovo per dare loro un’opportunità. Il patriarca Bartolomeo ha risposto chiedendo che siano presenti almeno alla chiusura dei lavori nella domenica di Ognissanti (26/6).
Lo spirito che ha animato tale sinassi era fraterno e sereno e, tra i temi dei quali ci si è occupati, vi era quello della lingua nella quale dovrà essere redatto il messaggio ai fedeli. Alcuni dei cosiddetti patriarcati anziani, (i quattro dichiarati tali dal quarto Sinodo ecumenico più Roma) hanno sostenuto che debba essere redatto in una lingua arcaica.
Sabato e domenica i padri sinodali si trasferiranno nella città di Heraklion, capitale della regione di Creta e sede dell’arcivescovo della Chiesa di Creta, per celebrare nella cattedrale della città la festa della Pentecoste e la solenne apertura del Sinodo. I lavori ufficiali cominceranno nella festa dello Spirito Santo, lunedì 20 giugno, e si concluderanno sabato 25 giugno, con una solenne celebrazione. Si terranno sedici sedute a porte chiuse.
Il voto approverà una decisione sinodale deve avere l’unanimità delle Chiese presenti, quindi dieci sì, oppure dieci no. Ogni Chiesa ha un voto che sarà espresso per bocca del suo primate. Il voto deliberativo della singola Chiesa sarà il risultato della votazione per maggioranza dei sui 25 delegati, (il primate più i ventiquattro delegati ufficiali). L’unanimità è richiesta dalle Chiese presenti, dieci. La non presenza delle quattro Chiese assenti non intaccherà la validità e l’autorevolezza delle decisioni, che saranno prese in base ai criteri della “sinodalità”, come ha spiegato il preside dell’Accademia ortodossa di Creta, dove si svolgeranno i lavori del Santo e grande sinodo.
Ricordiamo i temi che il Grande e santo sinodo prenderà in considerazione: a) le relazioni della Chiesa ortodossa con il mondo cristiano; b) il sacramento del matrimonio e i suoi impedimenti; c) la diaspora ortodossa; d) l’autonomia delle Chiese e come viene proclamata; e ) l’importanza del digiuno e come si applica oggi; f) la missione della Chiesa nel mondo contemporaneo.
Alcune informazioni sulla Chiesa di Creta
La Chiesa di Creta è una Chiesa gerarchicamente semiautonoma, direttamente dipendente dal Patriarcato ecumenico. Non ha nessuna dipendenza gerarchica dalla Chiesa ortodossa greca, in quanto fa parte delle cosiddette “Nuove terre” unitesi allo Stato greco, ma non alla Chiesa greca, nel 1912. È divisa in otto metropolie con a capo un arcivescovo; insieme formano il Sinodo locale. Il suo arcivescovo è ancora un metropolita e sono membri della delegazione ufficiale del Patriarcato ecumenico nel Santo e grande Sinodo.