Lunedi 20 Giugno
Festa dello Spirito Santo
Dopo la mattinata dedicata all’apertura dei lavori (cf. Diretta dal sinodo – 3), il pomeriggio ha visto accendersi il dibattito sul tema: «La missione della Chiesa ortodossa nel mondo contemporaneo».
I lavori del Santo e grande sinodo si svolgono nei locali dell’Accademia ortodossa di Creta, a Kolympari, sotto la presidenza del patriarca ecumenico.
Il patriarca Bartolomeo, nel discorso di apertura, ha espresso rammarico per le assenze, a suo giudizio ingiustificate. Non si comprende il comportamento di chi prima firma per la convocazione del Sinodo e all’ultima ora riserva la sgradita sorpresa di tirarsi indietro, annullando le firme. «Come Chiesa saremmo stati colpevoli al cospetto di Dio e della storia se avessimo rimandato ancora una volta il Sinodo», ha affermato. Poi, facendo memoria del passato, ha detto che anche in altri sinodi ci sono state assenze di alcuni primati, i quali, però, hanno in seguito sottoscritto le decisioni prese. Si è augurato che lo stesso possa succedere anche per la convocazione presente. L’auspicio è stato assunto dai padri sinodali.
Il patriarca ecumenico ha dato voce anche alla delusione dopo il suo ultimo tentativo di convincere i presuli delle Chiese che avevano espresso l’intenzione di non partecipare, perché cambiassero parere e venissero al Santo e grande sinodo.
Il patriarca di Mosca ha comunicato l’impedimento a partecipare dopo una decisione del sinodo locale, che porta la data del 13 giugno. Il sinodo russo ha chiesto di rimandare ancora, facendo riferimento a discordie e tensioni che si erano manifestate durante i lavori preparatori, nonché a una certa svalutazione delle opinioni discordi di alcune piccole Chiese.
Il patriarca di Antiochia ha posto nuovamente sul tavolo la disputa attorno al Qatar e ha insistito sul fatto che a suo giudizio non esiste la dovuta omofonia in tutto tra le diverse Chiese, citando ad esempio il tema dei matrimoni.
Le Chiese della Georgia e della Bulgaria non hanno risposto.
Il patriarca della Serbia ha dichiarato la sua grandissima gioia nel partecipare a questo Sinodo che oltre ad essere espressione dell’unità dell’Ortodossia lavora anche per fortificarla. Si è fatto portatore dei saluti e delle benedizioni del clero e dei fedeli serbi, nonché della città di Nis, che ha visto i natali dell’imperatore Costantino il Grande, presidente del Primo concilio ecumenico di Nicea (nel 325). Ha infine espresso l’augurio che tutte le Chiese potessero essere a Creta, benché alcune avessero ragioni per non partecipare. Si dice certo che gli ostacoli saranno superati per il bene della Chiesa.
L’arcivescovo primate della Grecia ha dichiarato che il Sinodo opera per l’unità in un mondo frammentato e che niente ancora è perduto. Bisogna lottare e sacrificarsi, ha affermato. La sinodalità costituisce l’unica forma di espressione della cattolicità della Chiesa. «La responsabilità di condurre a buon fine il presente Sinodo tocca tutti noi». La mancata realizzazione oppure il suo rinvio accuserebbe tutti quelli che, con il loro comportamento, hanno influito negativamente.
Il metropolita Ignazio di Volos, portavoce della Chiesa di Grecia, a una radio locale ha detto: «Il patriarca ecumenico nel suo discorso ha reso l’esatto significato del Santo e grande sinodo, evento che non imita nessuno, non copia alcunché, non è debitore di qualcosa che viene da altrove, ma sgorga dell’interno della Chiesa ortodossa». Ed ha aggiunto: «Tutti i primati sono intervenuti a favore dell’unità e della testimonianza della Chiesa ortodossa nel mondo contemporaneo. L’arcivescovo ha fatto un appello all’unità e a una sostanziale partecipazione di tutti, anche se assenti, a questa unità mediante la sottoscrizione dei documenti, per dare forte testimonianza al mondo di tale unità».
Infine, ha ripreso le parole del patriarca ecumenico: «In definitiva non siamo una confederazione di Chiese. Siamo la Chiesa una, santa, cattolica, apostolica».
Certo, come ha detto il patriarca di Romania, «l’autocefalia riconosce la libertà di ogni Chiesa locale; la sinodalità però garantisce l’unità della testimonianza in tutto il mondo».
Nella seduta pomeridiana si è tenuto il dibattito sul documento intitolato: «La missione della Chiesa ortodossa nel mondo contemporaneo». La Chiesa di Grecia aveva presentato tre emendamenti che sono stati discussi.
1. Si modifichi il testo in questo modo: «Come presupposto, per una collaborazione più ampia, si può assumere il comune riconoscimento del massimo valore della persona umana. È possibile alle Chiese ortodosse locali contribuire a una cooperazione interreligiosa per la convivenza pacifica e la solidarietà sociale dei popoli, vigilando perché essa non conduca in alcun modo a qualsivoglia forma di sincretismo religioso». La proposta à stata accettata.
2. In riferimento al testo: «Per la libertà e la responsabilità». 1) «Uno degli altissimi doni di Dio all’uomo, in quanto immagine sia del Dio personale, sia della comunione di persone che, per grazia, si rispecchiano nell’unità del genere umano, la vita della santissima Trinità e la comunione delle persone divine sono il principio costitutivo del dono divino della libertà». La Chiesa della Grecia ha chiesto che l’espressione «in quanto immagine sia del Dio personale, sia della comunione di persone che, per grazia, si rispecchiano nell’unità del genere umano, la vita della santissima Trinità e la comunione delle persone divine» sia cancellata, e rimanga soltanto: «Per la libertà e la responsabilità». 1) «Uno degli altissimi doni di Dio all’uomo è costituito dal dono divino della libertà». La proposta è stata accettata.
3. Un terzo emendamento proposto concerneva i termini «uomo» e «persona umana»; si chiedeva che nel testo fossero unificati e sostituti dal termine «uomo». Quest’ultima proposta non è stata accettata.