Fratelli e sorelle carissimi, credenti dell’islam, la pace sia con voi, salam alaykum.
Desidero porgervi il mio saluto al termine del mese di Ramadan, nel quale avete praticato uno dei pilastri della vostra religione.
Dio ricompensi abbondantemente coloro che hanno digiunato con fedeltà, sopportando la fatica del caldo e delle lunghe giornate, così come ricompensi coloro che, pur volendo, sono stati nell’impossibilità di osservare il precetto. Dio è il Generoso e guarda alle buone intenzioni del cuore.
So che la pratica del digiuno significa anche solidarietà con i poveri, con chi manca del necessario. È un messaggio di solidarietà per la vita della città, per i credenti di ogni fede e anche per i non credenti. La solidarietà non ha confini.
Chiave e metodo della solidarietà è il dialogo, che non è solo una bella virtù ma anche una necessità stringente in una città come la nostra, abitata da 60 mila persone di cittadinanza straniera, appartenenti a 149 nazionalità. Il 15% dei bolognesi rappresenta quindi tra noi un ventaglio di lingue, etnie, religioni.
Al di là del contribuito alla vitalità economica, questa varietà è una grande risorsa di cultura e umanità nel e per il nostro tessuto sociale. Ciò avviene se ciascuno si sente parte di una realtà più grande, ne rispetta le regole e i valori e, al tempo stesso, vi apporta il meglio di sé.
Un mosaico è composto da tante tessere, ognuna con la propria forma e i propri colori.
Quando accetta d’inserirsi armonicamente in mezzo alle altre non perde la propria identità, anzi la realizza a un livello più alto e completo.
È parte di questo “fare mosaico” per il bene della città il 32° incontro interreligioso per la pace, che si terrà a Bologna il prossimo ottobre, dal 14-16. Si tratta di un’iniziativa lanciata nel 1986 da papa Giovanni Paolo II, e che da allora ha fatto sosta in tante città d’Italia e d’Europa.
Quest’anno è la volta di Bologna. Sarà una bella occasione per intrecciare insieme fili di pace. Siete sin da ora invitati a parteciparvi. Sarà anche un momento di festa, poiché la gioia è elemento inseparabile dell’incontro. Lo dimostra anche la tradizione del Ramadan, che al digiuno fa seguire un momento di gioia per tutti, grandi e piccoli, dal tramonto del sole.
In questa “rottura del digiuno” serale leggo la speranza di un’alba di pace per tutti. È dunque con questa gioia e in questa speranza che auguro a tutti voi, secondo il vostro uso, kull ‘am wa- antum bi-khayr: state bene tutto l’anno!