La data tradizionale per la celebrazione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani è fissata dal 18 al 25 gennaio, data compresa tra la festa della Cattedra di san Pietro e quella della Conversione di san Paolo. Con questa scelta essa assume un forte significato simbolico.
Nell’emisfero Sud, in cui il mese di gennaio è tradizionalmente periodo di vacanze e di ferie, le Chiese cristiane celebrano la stessa settimana di preghiera nel tempo di Pentecoste, periodo altrettanto simbolico per l’unità di tutte le Chiese.
L’ideatore di questa iniziativa fu il francescano americano Paul Watson che, insieme a suor Lurana White, illuminati dal forte richiamo evangelico della preghiera di Gesù nell’ultima cena: «Perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola» (Gv 17,21), diedero vita a un movimento di preghiera da tenersi una settimana ogni anno.
La fiamma viva di una candela in una stanza buia vince subito l’oscurità. Se si osserva la forza e la grazia di quella fiamma solitaria che oscilla piena di vita e se si accende un’altra candela, subito si avverte quanta speranza, calore e conforto riescono a dare queste piccole luci. Padre Paul e suor Lurana ardevano dal desiderio di ricomporre l’unità nel corpo mistico di Cristo che è la Chiesa.
Padre Watson fu un vero costruttore di ponti, un ambasciatore della riconciliazione, un vero francescano. Il suo amore per i poveri, per il creato, ma soprattutto la consapevolezza per il dono fatto da Dio Padre a tutti gli uomini del Figlio suo unigenito nell’espiazione sulla croce, hanno caratterizzato tutta la sua vita. In ciò, padre Paul fu un testimone autentico della preoccupazione costante di Dio perché tutta la Chiesa, superando ataviche divisioni, scoprisse il suo principio di unità. Padre Paul ardeva della passione profetica del cammino ecumenico da farsi con tutte le Chiese verso il Padre.
La stessa preoccupazione (per certi versi più acuta) cominciava ad avvertirsi anche nel mondo protestante che, di fronte alla frastagliata e variegata realtà delle Chiese nate dalla Riforma luterana, cominciava a porsi l’interrogativo su come avviare al suo interno una certo cammino ecumenico. Infatti, dalla seconda metà dell’Ottocento in poi, si costituiscono i più importanti organismi di collaborazione confessionale. Nel 1875 viene fondata l’Alleanza delle Chiese Riformate e Presbiteriane e successivamente, nel 1881, il Consiglio Mondiale Metodista, nel 1905 l’Alleanza Mondiale Battista e, nel 1929, la Federazione Luterana Mondiale.
Parallelamente a questi organismi di carattere confessionale vanno emergendo alcuni tentativi di collaborazione interconfessionale. Il primo è l’Alleanza Evangelica, creata a Londra nel 1846 da un’assemblea di 900 cristiani membri di 52 diverse Chiese protestanti, provenienti da tutto il mondo.
Nel 1910 a Edimburgo è convocata una conferenza missionaria che riunisce per la prima volta i rappresentanti di tutte le confessioni protestanti e della comunione anglicana. Questa conferenza può essere considerata il vero inizio del movimento ecumenico.
Queste realtà, dopo la Conferenza di Edimburgo, diedero vita alle prime grandi assemblee ecumeniche mondiali. Le più importanti sono l’Assemblea di Stoccolma nel 1925 e l’Assemblea di Losanna nel 1927 e nel 1948, quando si dà vita al Consiglio Ecumenico delle Chiese (CEC) la cui sede viene posta a Ginevra in Svizzera, città di Calvino.
Oggi il CEC è formato da oltre trecento Chiese cristiane presenti in un centinaio di paesi del mondo e rappresenta circa 600 milioni di cristiani. Esso comprende la maggior parte delle Chiese ortodosse, numerose Chiese protestanti storiche: anglicane, battiste, luterane, metodiste, riformate, tra cui l’italiana Chiesa valdese) e diverse Chiese indipendenti. La Chiesa cattolica non vi fa parte, ma assiste ai lavori svolgendo, a volte, un prezioso lavoro di mediazione.
A partire dal Concilio, nel mondo cattolico si è assistito ad un crescendo di interesse verso il cammino ecumenico e, in misura più allargata, verso il dialogo interreligioso (basti pensare agli incontri di Assisi, fortemente voluti da Giovanni Paolo II), mentre le ultime generazioni giovanili hanno potuto respirare un’aria nuova su questo cammino grazie alla Comunità di Taizé in Francia, diventata un vero polo di attrazione per i giovani di tutta Europa.
Il vero ecumenismo non è quello che invita le altre Chiese a far ritorno alla propria, ritenuta la più fedele al Vangelo, ma, coscienti che tutti ci siamo allontanati dal messaggio di Gesù – riconoscendo i propri errori –, ci mettiamo in viaggio verso un punto nodale della nostra fede, contribuendo in questo modo a costruire l’unità dei cristiani.
La prossima Settimana di preghiera sarà una preziosa occasione per continuare questo cammino.