Chi ha l’occasione di visitare la città tedesca di Wittenberg può vedere sul portale della chiesa del castello le 95 tesi del monaco agostiniano Martin Lutero incise in bronzo sulle due ante. È anche facile trovare gruppi di turisti o pellegrini che si fermano di fronte al cancello che protegge questo “simbolo” della Riforma.
Su questo portale, il 31 ottobre del 1517 Lutero avrebbe inchiodato le sue famose 95 tesi. Ma è un fatto che corrisponde al vero oppure no?
Da oltre 50 anni è messo in dubbio dalla maggioranza degli storici. Per esempio, Volker Lippin, autore di vari libri su Lutero e la Riforma, scrive che i recenti tentativi di salvare storicamente questo gesto della “affissione delle tesi” non reggono.
Tra questi tentativi è da segnalare ora quello dei due storici, Mirko Gutjahr e Benjamin Hasselhorn, ambedue collaboratori scientifici presso la Stiftung Luthergedenkstätten in Sassonia-Anhalt, i quali, il 9 ottobre scorso, durante una conferenza, hanno presentato il loro libro appena uscito come ospiti di evangelisch.de.
Ambedue sono convinti che la Riforma sarebbe certamente esistita anche senza questa iniziativa, perché Lutero aveva inviato le sue tesi per lettera anche ai suoi superiori. Le fonti, tuttavia, a loro parere, parlerebbero molto chiaramente di questa affissione. Ci sarebbero – scrivono – due esplicite testimonianze. La più antica, è quella del segretario privato di Lutero, Georg Rörer (1492–1557), risalente con ogni probabilità agli inizi degli anni 1540; la seconda, di Philipp Melanchthon (1497–1560). Inoltre. essi indicano “due potenziali testimoni oculari”, Johannes Agricola, confidente di Lutero (1494–1566), e il teologo Georg Major (1502–1574), «i quali riferiscono anch’essi di questa affissione».
Hasselhorn e Gutjahr scrivono che il fatto avvenne il 31 ottobre del 1517, un giorno prima che fosse esposto ai pellegrini il tesoro delle reliquie di Federico III di Sassonia, detto il Saggio (1463–1525), e sarebbe stato un “atto di protesta”. «Con le sue tesi, Lutero sfidò la Chiesa papale dell’epoca – anche se alcuni anni dopo si espresse in maniera ancora più radicale». Anche la data del 31 ottobre fu per Lutero molto importante perché in quel giorno egli cambiò il suo cognome da Luder in Luther e in una lettera del 1527 indicò quel giorno come l’inizio della sua lotta contro le indulgenze. L’affissione delle tesi – sottolineano i due storici – si adatta perciò molto bene all’immagine che Lutero aveva di sé.
Ma essi rappresentano un’opinione di minoranza tra gli storici. Nel 1961, lo studioso cattolico di Lutero, Erwin Iserloh (1915–1996) citò molti fatti per affermare che l’affissione delle tesi appartiene al regno delle leggende. Melantone, per esempio, che scrisse su questo fatto dopo la morte di Lutero, ebbe un incarico presso l’università di Wittenberg soltanto nel 1518. Iserloh, inoltre, è del parere che Lutero non volesse provocare i suoi superiori, ma solo discutere dei problemi teologici e rimediare agli abusi. La maggioranza dei ricercatori è d’accordo con questo suo punto di vista.
Nel 2007 fu scoperto un appunto del segretario privato Rörer di Lutero che molti storici considerarono la prova dell’affissione delle tesi. Ma risulta che Rörer il 31 ottobre del 1517 non si trovava a Wittenberg. Inoltre, finora non è mai stata trovata nessuna stampa originale delle tesi. Stefan Rhein, direttore della Stiftung Luthergedenkstätten, afferma che la tipografia “Bei den Augustinern” Rhau-Grunenberg di Wittenberg, nell’autunno del 1517 si era trasferita altrove e soltanto nel mese di novembre fu in grado di riprendere a stampare. Gutjahr e Hasselhorn indicano ora la stamperia di Lipsia, Jakob Thanner, come quella dove sarebbe stato stampato il manifesto.
Come si vede da queste contrapposte posizioni, la discussione tra gli storici è destinata a durare probabilmente ancora a lungo.