Breve intervista all’arciprete ortodosso Vasily Vivchar, rettore della cattedrale dell’Assunzione della Beata Vergine Maria di Omsk (Siberia). Traduzione italiana dal russo a cura di Marina Kushpileva, reggente del coro della cattedrale di Omsk.
Qual è il Suo rapporto con i monasteri presenti sul suo territorio?
Nell’ambito della mia posizione, frequento regolarmente i monasteri e partecipo ai servizi liturgici. Tutti gli eventi che stanno accadendo stanno accadendo con la mia conoscenza.
Qual è la memoria dei decenni di persecuzione durante il regime comunista?
Ho conosciuto solo gli ultimi anni, quindi il periodo in cui non c’era molto di negativo. L’unica cosa – che ricordo bene – era il controllo totale del sistema da parte del commissario per gli affari religiosi.
La liturgia ha permesso di “salvare” la fede del popolo. Cosa fare per la catechesi, la predicazione, il servizio ai poveri?
Di quali poveri parliamo, delle persone pigre che non vogliono lavorare o delle persone che vivono nella povertà? I secondi vanno al cattedrale, lavorano, non rifiutano il lavoro che gli viene offerto. Quindi li aiutiamo con gioia. Abbiamo molti programmi.
Oltre al dipartimento sociale della diocesi, c’è anche l’attività sociale di ogni parrocchia: collette di generi per le famiglie e la colletta di articoli per la scuola. Le persone accettano sempre con gratitudine il nostro aiuto. Siamo felici di aiutarle. Mentre per quelli che sono pigri il discorso è diverso.
La Cina influisce sul suo territorio? Quali sono i segnali?
Oltre al fatto che ce ne sono sempre di più cinesi nel nostro territorio, io non noto altri segni di influenza.
Potrebbe indicare i problemi sociali maggiori del suo popolo?
Invidia. Questo è il problema dell’ultima generazione, questo è spaventoso.
Quale giudizio si fa dell’Europa Occidentale, in particolare dell’Unione Europea?
Opinione da una visita o opinione dei media? Dell’Europa non mi piacciono due cose: la prima è la permissività. La seconda è che la denuncia di un vicino alle autorità sia considerato legale e non una vergogna. Ciò mi ricorda la delazione del primo periodo sovietico in Russia.