Francesco Strazzari ha chiesto all’arcivescovo Antonio Mennini, già nunzio apostolico a Mosca, il suo parere sul mancato incontro a Nur-Sultan (Kazakistan) con il patriarca Kirill II.
Domenica 28 agosto 2022
Carissimo,
per quanto brevemente, ti scrivo il mio parere circa la mancata andata in Kazakistan del Patriarca di Mosca e di tutte le Russie (Russia, Bielorussia e Piccola Russia = Ucraina) Kirill II.
Penso che la decisione non attenga a particolari problemi nei rapporti tra Mosca e la Santa Sede. Ai primi di agosto di quest’anno il metropolita Antonij, successore del metropolita Hilarion nell’importante carica di presidente del Dipartimento degli affari esteri del Patriarcato di Mosca, è venuto a far visita a papa Francesco e gli ha confermato il proposito del Patriarcato di proseguire nel dialogo tra Mosca e la Santa Sede.
È mio parere che il patriarca Kirill, magari in assenza di particolari input dall’alto, abbia preso la suddetta decisione per evitare il rischio di un ulteriore scossone alla sua Chiesa, come già accaduto dopo il noto incontro di Cuba.
È da ricordare che Kirill è stato in grado di far approvare quell’incontro con papa Francesco soltanto due anni dopo l’evento, in una riunione straordinaria del Concilio generale della Chiesa ortodossa russa.
La Mosca ortodossa ha bisogno della porta aperta con la Roma cattolica anche per “strappare” al patriarca Bartolomeo una sorta di esclusiva nei rapporti tra Ortodossia e Chiesa cattolica.
Presumibilmente, alcune osservazioni del papa nell’intervista rilasciata lo scorso mese di maggio a Il Corriere della Sera («Kirill non può fare il chierichetto di Putin») non erano state accolte con piacere a Mosca e il metropolita Hilarion, gentilmente, aveva spiegato che forse il papa, nel corso di un precedente collegamento skipe, non aveva ben compreso quanto gli aveva detto il patriarca.
Kirill, infatti, mostrando al papa alcune mappe geografiche, intendeva, a torto o a ragione, fargli presente che lui ha milioni di figli e di fedeli in Russia ma anche milioni di fedeli in Ucraina e che, pertanto, a suo dire, gli era molto difficile prendere una posizione chiara e netta (a parte le incredibili dichiarazioni iniziali!) sul conflitto in atto.
Non credo che abbiano giocato un ruolo significativo eventuali questioni di “precedenza”, per quanto, per gli Ortodossi, tali questioni siano molto sentite.
Speriamo che il papa e il patriarca possano avere presto altre occasioni per vedersi, per quanto all’orizzonte, al momento, non sembri esserci nulla.
Tuo don Antonio