Sui blog tradizionalisti si possono leggere spesso ricostruzioni del tutto caricaturali della tradizione ecclesiale (qui). Nelle quali il “precetto festivo” diventa il centro di tutta la vita ecclesiale, secondo un uso del codice che sembra davvero improprio e quasi ridicolo.
E pensare che sono almeno 20 anni che i papi, da Dies Domini in poi, hanno detto apertamente che il rapporto con l’eucaristia e con la Chiesa non può mai cominciare dal precetto: la messa domenicale “prima ancora che come precetto, deve essere sentita come un’esigenza inscritta nella profondità dell’esistenza cristiana” (DD 81). L’eucaristia non è anzitutto “un dovere della domenica”, ma un atto d’amore, un’esigenza vitale, un desiderio da realizzare. Così, dare giudizi su belle iniziative che nelle diocesi italiane vedono avviarsi o confermarsi cammini di comunione non solo interna alla Chiesa cattolica, ma anche nei confronti di chiese non cattoliche, con la preoccupazione dell’“assolvere il precetto” pare davvero una prospettiva meschina e senza respiro.
Ricapitoliamo i fatti:
a) Nella cattedrale di Pinerolo una domenica si terrà una celebrazione della parola insieme a cristiani valdesi, presieduta dal vescovo e dal pastore valdese, e in essa sarà prevista, alla fine, anche la distribuzione della comunione. Il vescovo, che ne ha la facoltà, ha ritenuto che questa celebrazione “assolva il precetto domenicale”.
b) Nessuno viene impedito dalla libertà di assolvere il precetto altrove.
c) Va ricordato che la tradizione orientale ritiene che si assolva al precetto anche semplicemente partecipando al vespro della domenica.
Ma ciò che colpisce, nella ricostruzione fantasiosa dell’articolo su La nuova Bussola quotidiana (NBQ) è che non si dedica alcuno spazio al motivo di tale iniziativa della Diocesi di Pinerolo, ossia al percorso ecumenico di dialogo, di conoscenza, di riconoscimento e di comunione tra diverse confessioni. È evidente che, nella percezione della articolista di NBQ, dotata di un’ottica esclusivamente catechistica e giuridica, tutto si risolve nella cerchia delle evidenze cattoliche. Ma da 50 anni, nella Chiesa, accanto ai precetti classici, ci sono anche gli “imperativi ecumenici”. Una buona esperienza, maturata a Pinerolo, da decenni, permette ai vescovi del luogo di comprendere bene come la esperienza di comunione cattolica possa conoscere un precetto, onorato in Cristo, con una liturgia della parola, cui far seguire la distribuzione della comunione.
Il cammino della Chiesa, se letto con una lente troppo unilaterale, se ridotto soltanto alle norme, interpretate senza sapienza e senza equilibrio, si trasforma in non senso o in una farsa. Ma questo è il prodotto di prospettive distorte e insincere. I bravi pastori fortunatamente offrono al cammino della Chiesa strade molto più ricche e promettenti. Che possono collocare anche di domenica dei momenti di comunione con altre tradizioni cristiane. E giustamente possono considerare questi momenti come “imperativi ecumenici” del cammino ecclesiale.
Pubblicato il 26 ottobre 2018 nel blog: Come se non.
Se mi è permesso, mi sembra di poter dire che la posizione assunta dal Vescovo di Pinerolo suscita qualche domanda. Non v’è dubbio che il Vescovo avrà le sue valide ragioni pastorali ed ecumeniche, che spiegherà ai suoi fedeli. Tuttavia, qualche perplessità, capisco che possano nascere.
Professore, ha ragione i tradizionalisti hanno criticato il Vescovo di Pinerolo con argomenti legulei o così li ha interpretati Lei. Dalle Sue parole il Vescovo è stato altrettanto formale: ha autorizzato e riconosciuto l’assolvimento del precetto domenicale partecipando alla celebrazione della Parola con i Cristiani Valdesi. Ciò detto tutto in regola.
Domanda: Quanto vale il Sacrificio Eucaristico rispetto alla Parola di Dio? A mio modesto parere tutta la Parola di Dio, comprendendo Vecchio e Nuovo Testamento, vale di meno del Sacrificio della Croce e del Sacrificio Eucaristico. Le parole, anche quelle di Dio, valgono di meno delle azioni di Dio. Forse se tutti ci ricordassimo che i fatti valgono più delle parole, avremmo risolto anche il valore sostanziale del precetto, come di ogni legge.
Francesco Grisorio,
capisco la tua posizione. Tuttavia, non viene omessa la Santa Comunione. Si celebra la Liturgia della Parola che è patrimonio comune delle due Chiese (Cattolica e Riformata) e i Cattolici ricevono comunque la Santa Comunione. Nella tradizione cattolica vige la prassi, fin dai suoi albori, “della Comunione fuori della Messa”. Perciò i fedeli della Diocesi di Pinerolo non vengono lasciati a digiuno dell’Eucarestia. La NBQ ha omesso questo non marginale dettaglio.
Gentile Savio Girelli,
Il mio pensiero, penso anche lo spirito dell’articolo della NBQ, è di non fare una polemica sterile con le scelte del Vescovo di Pinerolo. Aggiungo che ritengo buona, ottima la celebrazione della Parola fatta con la Comunità Valdese. Non condivido lo spacchettamento della Celebrazione Eucaristica in nome dell’imperativo ecumenico. Leggere la bibbia da soli o in una celebrazione della Parola non ha lo stesso significato e valore dell’ascolto della Parola di Dio nella Celebrazione Eucaristica. Ricevere l’Eucarestia al di fuori della Messa è un comportamento di fede degnissimo, ammirabilissimo. Ognuna di queste due parti non costituiscono da sole né sostituiscono la Celebrazione Eucaristica. In questo caso lo spacchettamento rischia di far passare un messaggio di equivalenza, che non esiste. Soprattutto danneggia nei Cattolici la percezione ed il valore della Celebrazione Eucarestia ma impoverisce anche l’ecumenismo, perché
il dono di aver custodito intatta la fede nell’Eucarestia ormai è svuotato o notevolmente impoverito.