La regina Elisabetta II di Inghilterra ha celebrato il 2 giugno scorso i 65 anni della sua ascesa al trono, avvenuta il 6 febbraio 1952 dopo la morte di suo padre, Giorgio VI. Fu incoronata il 2 giugno 1953 nell’abbazia di Westmister.
Com’è noto, la regina Elisabetta è anche capo della Chiesa anglicana. In occasione del suo 65° giubileo, la Domradio della diocesi tedesca di Colonia ha trasmesso una breve intervista, a cura di Renardo Schlegelmilch, al prof. dr. Wolfgang Thönissen, direttore del Johann-Adam-Möhler Institut für Ökumenik, di Paderborn, ripresa anche dal sito della Chiesa tedesca katholisch.de il 2 giugno.
Il prof. Wolfgang Thönissen è un teologo cattolico, sposato, padre di due figli e autore di numerosi studi e pubblicazioni, nel contesto di un progetto ecumenico, con particolare attenzione alle ricerche sulla critica delle indulgenze di Martin Lutero. Le sue ricerche più recenti riguardano il problema della cattolicità di Lutero. È anche consulente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani.
- Dottor Thönissen, la regina d’Inghilterra è il capo della Chiesa anglicana. Se volessimo tradurre ciò in termini cattolici, potremmo dire che è qualcosa come il papa? Lo si può dire?
Non è certo il caso. In effetti, la regina è il capo secolare della Chiesa, è qualcosa di formale. In Inghilterra esiste una separazione tra l’esercizio del potere spirituale e quello secolare. Corrisponde agli sviluppi avvenuti in Germania a partire dal secolo 16°. Vi erano Chiese evangeliche regionali soggette ai principi di turno che avevano competenza legislativa, ma non nelle cose spirituali. Lo stesso vale anche per la regina: non ha infatti competenza sulle cose spirituali ma soltanto nel rendere operanti le leggi. Per il resto è una semplice cristiana come tutti gli altri. Non interferisce affatto negli interessi della Chiesa inglese. Non appartiene a nessuna denominazione e non partecipa alle loro discussioni. È semplicemente e soltanto la rappresentante secolare, niente di più.
- Come si nota, in particolare, che è capo della Chiesa se non svolge alcuna funzione?
Nomina, su proposta del capo del governo, i vescovi e gli arcivescovi. Inoltre deve concedere quello che si chiama il “royal assent”, il suo consenso alle decisioni della Chiesa, approvate e o da approvare dal Parlamento. Pertanto tutto ciò che è stato deciso dal Parlamento in rapporto alla Chiesa, deve essere reso esecutivo dalla regina.
- Nella parola “anglicano” è già implicito il termine “inglese”. Il fatto che una nazione abbia una propria confessione è tuttavia piuttosto insolito.
La Chiesa inglese non è una confessione come quelle dell’Europa continentale. Nel 1534, il re Enrico VIII ha tagliato i legami con Roma e con il papa. I vescovi sono da allora nominati dall’Inghilterra. Di conseguenza, Enrico VIII è diventato il capo della Chiesa. La Chiesa inglese non è una Chiesa confessionale in senso proprio, ma si richiama alla storia: Agostino, dal 601 primo vescovo di Canterbury, è il fondatore di questa tradizione inglese. La Chiesa anglicana è quindi propriamente una Chiesa cattolica locale.
- Gli anglicani sono però considerati in linea di principio protestanti. Come mai?
Direi che la Chiesa anglicana è una Chiesa della Riforma. È naturalmente influenzata da Lutero, ma anche da Calvino e dai riformati – ed è cattolica. Esistono delle forme del tutto diverse che chiamiamo “High Church”, “Broad Church” e “Low Church” (Chiesa alta, Chiesa larga e Chiesa bassa). È una realtà che si riflette nelle varie confessioni: la Chiesa cattolica è la “High Church”, la “Broad Church” è quella dei riformati, e la “Low Church” è rappresentata dai pietisti e dagli evangelicali. È una realtà che si riflette nelle singole comunità che hanno un’impronta del tutto diversa: alcune hanno una caratteristica fortemente liturgica, altre sono più orientate al sermone, e altre mettono un forte accento sullo Spirito Santo, sulla spontaneità. Tenendo presente tutto questo, non si può dire che la Chiesa d’Inghilterra sia protestante.