Se la decisione del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli (settembre 2018) di permettere le seconde nozze dei preti e diaconi a determinate condizioni (morte della coniuge o abbandono della famiglia da parte di lei) ha ricevuto aspre critiche da parte del Patriarcato di Mosca, lo stesso Patriarcato moscovita ha dovuto fare i conti con i problemi familiari del proprio clero uxorato e con famiglia.
È uscita sui media la vicenda di un prete dell’eparchia di Magnitogorsk (Urali, Russia) la cui consorte ha partecipato ad un concorso di bellezza, apparendo sui social in una danza latino-americana durante la Quaresima.
Il vescovo ha destinato il marito prete ad una remota parrocchia di montagna finché la vicenda non sia dimenticata (Asianews).
Problemi del clero giovane
Il Consiglio ecclesiastico supremo della Chiesa ortodossa russa (20 marzo) e la Commissione inter-conciliare per l’amministrazione ecclesiale, la pastorale e l’organizzazione della vita ecclesiale (27 marzo) si sono dovuti occupare dei problemi familiari del clero (Orthodoxie.com). Pur sottolineando che sono casi numericamente contenuti, non paragonabili alle difficoltà che si registrano a livello sociale, il santo sinodo (4 aprile) ha dato alcune disposizioni che interessano il clero giovane e la preparazione dei candidati al sacerdozio.
La prima indicazione riguarda i vescovi che, essendo celibi e non direttamente coinvolti, sono talora accusati di non capire i problemi. Per questo il documento approvato invita i gerarchi ad accordare al clero una particolare sollecitudine paterna e spirituale, in particolare nei primi anni dopo l’ordinazione.
Gli altri quattro punti affrontano l’ordinazione, i seminari, il giovane clero e l’ordinazione dei celibi.
Si raccomanda una particolare prudenza nell’ordinare giovani sacerdoti che siano sposati da meno di un anno e le cui spose non abbiano una significativa e duratura esperienza di vita ecclesiale. In ogni caso, prima dell’ordinazione, un prete sperimentato e affidabile è chiamato ad un colloquio con la sposa del candidato prima dell’ordinazione. Nell’ambito dei seminari e degli istituti di insegnamento ecclesiastico bisogna prevedere corsi, seppur facoltativi, sul senso e sulle pratiche della vita familiare. Sono previsti regolari incontri dei seminaristi con preti uxorati di provata vita presbiterale. Si invitano i superiori a dare tempo all’esperienza familiare dei candidati all’ordinazione, senza accelerare i tempi.
Nei corsi di formazione dei vescovi organizzati dalla cancelleria del patriarcato e nei lavori della conferenza inter-conciliare è importante introdurre la questione del clero giovane.
I sacramenti si sostengo non si eludono
Per quanto riguarda l’ordinazione sacerdotale di candidati celibi e di monaci l’indicazione è di non permetterla prima dei trent’anni, in particolare per quelli che non hanno fatto i corsi di studi in seminario o negli istituti di insegnamento ecclesiastico.
Pochi giorni prima del sinodo il patriarca Cirillo aveva detto: «La crisi dei valori della famiglia, che ha infettato tutta la società contemporanea, ha toccato la vita dei sacerdoti, anche se non nella stessa misura dei laici, e tuttavia notiamo tante situazioni di crisi nelle famiglie dei nostri sacerdoti, a partire dalla nostra diocesi della città di Mosca».
Con sapienza, il compianto patriarca ecumenico Atenagora (1886–1972) diceva: «Nessun sacramento è ostacolo ad un altro sacramento. Il sacerdozio non è ostacolo al matrimonio e nemmeno il matrimonio ostacola il sacerdozio per i preti e i diaconi».