Quest’anno il consueto appuntamento del Tempo del Creato, dal 1° settembre al 4 ottobre, è indirizzato a «Sperare e agire con la creazione» e si ispira alla Lettera ai Romani, capitolo 8, vv. 19-25. Come ci ha ricordato Papa Francesco nel suo messaggio il 1° settembre, è la Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato:
«Lo Spirito rende i credenti creativi, proattivi nella carità. Li immette in un grande cammino di libertà spirituale, non esente tuttavia dalla lotta tra la logica del mondo e la logica dello Spirito, che hanno frutti tra loro contrapposti. […] L’esistenza del cristiano è vita di fede, operosa nella carità e traboccante di speranza, nell’attesa del ritorno del Signore nella sua gloria. […] Ecco la beata speranza da testimoniare: dove? quando? come? Dentro i drammi della carne umana sofferente […].
La salvezza cristiana entra nello spessore del dolore del mondo, che non coglie solo gli umani, ma l’intero universo, la stessa natura, oikos dell’uomo, suo ambiente vitale; coglie la creazione come “paradiso terrestre”, la madre terra, che dovrebbe essere luogo di gioia e promessa di felicità per tutti. L’ottimismo cristiano si fonda su una speranza viva: sa che tutto tende alla gloria di Dio […] Nel tempo che passa, però, condividiamo dolore e sofferenza: la creazione intera geme (cf. Rm 8,19-22), i cristiani gemono (cfr vv. 23-25) e geme lo Spirito stesso (cfr vv. 26-27) […].
La speranza è la possibilità di rimanere saldi in mezzo alle avversità, di non scoraggiarsi nel tempo delle tribolazioni o davanti alla barbarie umana. La speranza cristiana non delude, ma anche non illude […] La speranza è una lettura alternativa della storia e delle vicende umane: non illusoria, ma realista, del realismo della fede che vede l’invisibile […] La salvezza dell’uomo in Cristo è sicura speranza anche per il creato: infatti “anche la stessa creazione sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio” (Rm 8,21). Sicché, nella redenzione di Cristo è possibile contemplare in speranza il legame di solidarietà tra gli esseri uomini e tutte le altre creature […].
Sperare e agire con il creato significa anzitutto unire le forze e, camminando insieme a tutti gli uomini e le donne di buona volontà, contribuire a “ripensare alla questione del potere umano, al suo significato e ai suoi limiti. Il nostro potere, infatti, è aumentato freneticamente in pochi decenni. Abbiamo compiuto progressi tecnologici impressionanti e sorprendenti, e non ci rendiamo conto che allo stesso tempo siamo diventati altamente pericolosi, capaci di mettere a repentaglio la vita di molti esseri e la nostra stessa sopravvivenza” (Laudate Deum, 28) […].
Sperare e agire con il creato significa allora vivere una fede incarnata, che sa entrare nella carne sofferente e speranzosa della gente, condividendo l’attesa della risurrezione corporea a cui i credenti sono predestinati in Cristo Signore».
Perché la creazione geme e soffre
Una spiegazione approfondita del titolo, del tema e del simbolo del Tempo del Creato 2024 sono rintracciabili a questo indirizzo. In questo documento troviamo molti spunti di riflessione che, partendo dall’analisi delle diverse dimensioni della speranza, vedono l’azione quale segno delle primizie della speranza e suggeriscono modalità rivolte a tutti, in quanto persone chiamate a pensare e ad agire insieme alla Creazione. In particolare:
«Per sperare e agire insieme alla Creazione dobbiamo ascoltare veramente come e perché la Creazione geme. Dobbiamo spingere per una maggiore azione perché siamo più consapevoli che mai dei problemi.
– La Creazione geme. La Creazione è parte della rivelazione di Dio, dobbiamo imparare dalla e con la Creazione per saper sperare e agire per un futuro migliore.
– Sebbene la testimonianza dei cristiani indigeni e la loro spiritualità siano rispettate, non vengono ascoltate. Di solito le Chiese cristiane trovano resistenza a parlare della Terra o della Creazione come un essere, mentre per i popoli indigeni e originari questa è una parte intrinseca della loro visione del mondo cosmico e del loro modo di vivere.
– La Creazione geme mentre le industrie dei combustibili fossili creano campagne di greenwashing per l’energia pulita. Stanno espandendo le loro attività energetiche invece di eliminare gradualmente i combustibili fossili. Parlano di transizione energetica, ma stanno solo facendo un’espansione energetica per mantenere alti i profitti.
– Dobbiamo riconoscere i danni causati da decisioni egoistiche e insensate che ignorano le grida dei più emarginati, compresi i rifugiati, o gli sfollati a causa del cambiamento climatico, dell’estrazione mineraria e della devastazione ecologica. La presenza delle grandi compagnie petrolifere alla COP28 che abbiamo visto l’anno scorso ne è un chiaro esempio.
– Man mano che le risorse diminuiscono e l’accesso ad esse diminuisce, c’è più guerra. Il risultato inevitabile della crisi climatica sarà una maggiore violenza. Non è possibile avere la pace senza un’equa condivisione delle risorse.
– La saggezza africana dell’Ubuntu ci insegna che il senso di sé è modellato dalle relazioni con gli altri. Ci vuole un villaggio per crescere un bambino. Ci vuole una famiglia collettiva cosmica per prendersi cura del Creato. Io sono perché siamo, lo stesso vale per il Creato. Noi siamo la natura, la natura siamo noi, siamo le mani di Dio per la giustizia globale e cosmica».
Oltre alle molteplici iniziative locali preparate per il Tempo del Creato, segnalo in particolare quelle organizzate dalle Comunità e dai Circoli Laudato Si’. Sono da considerare alcuni appuntamenti globali:
– l’incontro ecumenico di preghiera del 1° settembre, cui hanno partecipato rappresentanti di varie Chiese cristiane (Sr. Alessandra Smerilli, segretaria al Pontificio Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale; Rev. Rachel Mash, coordinatrice ambientale della Chiesa Anglicana dell’Africa del Sud; Mons. Gerardo Alminaza, vescovo di San Carlos, Filippine; Rev. Pumla Nzimande, vescovo della Chiesa Metodista del Sudafrica; il Metropolita della Chiesa Copta Ortodossa dell’Egitto; Rev. David Coleman, Eco-Congregation di Edimburgo, Scozia; Rev. Sally Azar, Chiesa Luterana Evangelica di Gerusalemme, Palestina);
– la giornata di azione del 21 settembre per sostenere il «Trattato di Non Proliferazione dei Combustibili Fossili» (FFNPT) con relativo webinar online;
– l’evento di chiusura del Tempo del Creato, con partecipazione di giovani da tutto il mondo.
La guida del Tempo del Creato e le varie iniziative sono leggibili e scaricabili a questo indirizzo.