La pandemia segna la nostra quotidianità ormai da più di un anno, rivelando, in cicli diversi, problematiche diverse. In questo momento l’attenzione volge alla campagna vaccinale e alle riaperture. Nel mentre, siamo portati a scoprire sempre più la reale dimensione dei guasti subiti, sia in ambito sanitario che lavorativo, ma, soprattutto, relazionale. Ho avuto modo di confrontarmi con uno dei fratelli di Taizé per capire in che modo la Comunità affronta questa fase pandemica in Francia.
Bisogna riconoscere che si tratta proprio di fasi ed approcci diversi. All’inizio del primo lockdown, nella primavera del 2020, molti aspettavano sì un periodo di restrizioni, ma piuttosto breve. La Comunità chiuse l’accoglienza dei pellegrini e invitò i permanenti – ossia i giovani volontari provenienti da tutto il mondo impegnati ad organizzare l’ospitalità – a tornare a casa.
La preghiera comunitaria dei fratelli, condivisa in rete direttamente dalla loro abitazione, fu la manifestazione di un primo segno di prossimità a tutti gli amici confinati nelle loro case. Col passare del tempo sono state formulate proposte alternative agli incontri sulla collina, sempre animate dalla Comunità a distanza, quali le riflessioni della Settimana Santa e i programmi settimanali da seguire in famiglia durante l’estate.
Anche il più conosciuto degli appuntamenti annuali – l’Incontro Europeo dei Giovani – è stato proposto in versione telematica. Passo dopo passo queste modalità, volte a mantenere vivo il contatto, si sono evolute nel verso del coinvolgimento. A disposizione dei “pellegrini” sono stati messi non solo i materiali registrati – quali riflessioni, attività e perfino piccole rappresentazioni teatrali! – ma è stata pure offerta la possibilità di partecipare a piccoli gruppi di condivisione e di studio biblico tramite la piattaforma zoom. In un certo senso, l’orizzonte degli incontri è stato di nuovo e ulteriormente allargato, con l’impiego della creatività necessaria a reagire alla inedita situazione. Si può dire che i giovani di tutto il mondo hanno risposto con entusiasmo alla opportunità.
Lo stesso tradizionale incontro di Capodanno da europeo si è così fatto letteralmente mondiale, grazie alla presenza online di interi e larghi gruppi di giovani del Pakistan, delle Filippine, del Sud Africa o della Bolivia, per citare solo alcuni Paesi.
La singolare situazione ha motivato gli stessi fratelli a riflettere sulla natura della Comunità, da numerosi punti di vista. Valgono le note parole: “si passa a Taizé come si passa davanti ad una sorgente” (Giovanni Paolo II), ma in questo particolare momento gli stessi membri della Comunità sono stati obbligati a fare una sosta. Con la flessibilità e la creatività delle origini, hanno messo a frutto il tempo del distanziamento fisico per introdurre numerose decisioni innovative e coraggiose.
La scelta predominante è risultata quella ecologica. Alcuni fratelli si sono dedicati allo studio dell’enciclica Laudato si’, mentre un altro gruppo ha cercato di elaborare concrete proposte da adottare per ridurre l’impatto ambientale. La Comunità è sempre stata attenta negli anni a questo aspetto, ma, a fronte dell’accoglienza di migliaia di giovani, l’impatto ambientale della vita quotidiana dei fratelli appariva pressoché insignificante. Dopo una approfondita considerazione dei diversi aspetti – quali i consumi di acqua, di energia, i trasporti, ecc. – si è arrivati ad una riduzione dell’80% dei rifiuti prodotti, con una più attenta raccolta differenziata ed un riuso sempre più consapevole.
Ancora una volta il ritorno all’essenziale ha rivelato quanti elementi non indispensabili si sono stratificati nel tempo, complice la scarsa accortezza oppure il semplice acceso alla comodità. I fratelli hanno deciso di limitare al massimo sia l’uso degli aerei per i loro spostamenti a lungo raggio, privilegiando ad esempio i mezzi via terra nei limiti del continente, sia l’uso delle auto per gli spostamenti più brevi a favore delle biciclette.
Anche nelle coltivazioni e nei piccoli allevamenti praticati all’interno della Comunità sono stati apportati aggiornamenti, intrecciando motivazioni di carattere ecologico, creativo e di naturale sostentamento della Comunità.
Seguendo le antiche regole della vita monastica i fratelli di Taizé vivono esclusivamente del loro lavoro. Chiaramente il tempo della pandemia ha messo e sta mettendo tutti a dura prova. A fianco dei ben noti manufatti in ceramica, ai libri e ai CD della casa editrice, i fratelli hanno proposto in vendita alcuni nuovi prodotti del loro lavoro: biscotti, tisane, generi a base di frutti di bosco. Tutto questo è già disponibile per gli ordini online, ma troverà posto pure nel rinnovato spazio espositivo presente nel villaggio.
In attesa del ritorno fisico dei pellegrini, i fratelli hanno rinnovato i loro legami con la comunità locale, partecipando ai mercati settimanali nella vicina città di Cluny. Più numeroso è divenuto il gruppo che lavora all’esterno della Comunità, ad esempio nella vicina sede della cooperativa agricola. Si tratta di lavori provvisori e precari, come del resto stanno sperimentando tanti giovani e tante persone in questo periodo: perciò l’esperienza è ancor più significativa. Anche i membri della Comunità condividono le condizioni dei lavoratori più umili, facendo l’esperienza dei braccianti agricoli.
Il periodo del confinamento e della apparente inattività è divenuto dunque la palestra delle sfide del futuro. Nella Comunità è comunque proseguito lo studio per la formazione personale o presso le università. I fratelli responsabili delle relazioni con i diversi Paesi del mondo stanno perfezionando le loro conoscenze linguistiche per poter esprimere tutta la premura della Comunità per i giovani, comunicando in tutto il mondo nella loro lingua.
Il piano di riaperture viene tradotto a Taizé nell’attesa operosa di rivedere i pellegrini sulla collina. La Comunità collabora strettamente con le autorità locali ed esse ricambiano con una buona dose di fiducia. Nello scorso periodo estivo – quando si era resa possibile l’accoglienza di ristrettissimi gruppi – grazie alla scrupolosa osservanza delle precauzioni – non è stata rilevata alcuna propagazione del contagio, né in Comunità, né trai giovani pellegrini.
Dal presente 2 di maggio è di nuovo possibile accogliere i visitatori. Per il momento chi vuole raggiungere Taizé dovrà seguire le regole in vigore per i viaggi in Francia o per gli spostamenti all’interno del Paese (cf. qui). Nel prossimo futuro si potrà raccomandare l’uso regolare di test rapidi rivelatori del virus, disponibili anche nei supermercati francesi. I membri della Comunità aderiscono inoltre alla campagna vaccinale, secondo le modalità previste dal piano nazionale, ma senza alcuna via preferenziale.
Il sito viene costantemente aggiornato con le proposte della Comunità, sia in presenza, sia, ancora, a distanza. Per i giovani e per le persone che stanno già considerando un loro viaggio, il sito potrà essere la porta di accesso e l’aiuto nei preparativi.
La Comunità, con i numerosi amici, anche in Italia – tra cui chi ha scritto questo testo -, invita a visitare il sito web per rintracciare liberamente, tra le numerose proposte, quella più attesa dalla propria spiritualità.