La discussione circa la legittimità e opportunità dei vaccini anti-Covid è molto vivace nelle Chiese ortodosse (cf. SettimanaNews, qui). Il 23 giugno è uscita una lettera enciclica del Santo Sinodo di Grecia dal titolo Chiesa e scienza nella lotta contro la pandemia. Una settimana prima il sinodo si era incontrato con i massimi rappresentanti del governo e della ricerca scientifica sulla questione.
Cari figli nel Signore,
la creatura più perfetta di Dio è l’uomo, creato per vivere per sempre. L’egoismo ha condotto l’uomo alla caduta e con la caduta è entrata la malattia e la morte. Il Creatore, per alleggerire le sofferenze degli uomini provocati dalle malattie, ci ha donato la scienza medica e i farmaci.
Nell’Antico Testamento il profeta Isaia, ricorrendo alla medicina dell’epoca, guarì Ezechia. Nel Nuovo Testamento lo stesso Signore ha sottolineato la necessità dell’arte medica dicendo: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati» (Mt 9,12); ciò significa che, quando il corpo è malato, ha bisogno dei medici.
Anche san Nectario d’Egina, poco prima di morire, non potendo sopportare il dolore della sua malattia, si è fatto curare all’ospedale di Aretaio, dove è morto. Ma anche san Luca, apostolo e medico, precursore nell’avanzamento medico-scientifico, ha dato e continua a donare, con la potenza dello Spirito Santo, la sanità del corpo alle persone e, dopo la morte, anche dell’anima.
Nella nostra epoca, san Porfirio è diventato il santo di riferimento delle istituzioni di cura medica. Conoscendo meglio di chiunque la sofferenza dei pazienti, chiedeva ai fedeli di pregare perché i medici fossero illuminati e, una volta colpiti dalla malattia, di poter rivolgersi a loro per ottenerne l’aiuto.
Oggi la Chiesa ha fiducia nella comunità scientifica dei medici, che lavorano giorno e notte per liberare le popolazioni dalla pandemia mortale.
Grazie alla luce di Dio e agli sforzi puntigliosi dei ricercatori, l’umanità dispone ormai del vaccino capace di erigere una difesa contro la propagazione della pandemia.
È giustificata la speranza di un ritorno alla normalità, ma soprattutto di una partecipazione senza intoppi alla celebrazione dei divini misteri della nostra Chiesa, che culminano nella comunione di tutti al sacramento dell’eucaristia.
Il santo sinodo della Chiesa di Grecia, sapendo che la vaccinazione è il più grande gesto di responsabilità verso gli altri, raccomanda a ciascuno, dopo aver consultato il proprio medico, di fare uso di questo dono che Dio ci ha fatto per proteggerci e proteggere ogni uomo «per il quale Cristo è morto» (Gv 17,21).
In questa difficile situazione, abbiamo bisogno di fede, prudenza e umiltà, di un elevato senso di responsabilità, di solidarietà, di amore di Dio e per il prossimo, perché, se questi atteggiamenti mancano, la paura occupa il cuore degli uomini e, secondo il profeta David, «Non c’è paura, né timore» (Sal 13,5).
Cari figli nel Signore!
Vi invitiamo ad ascoltare la voce della scienza e degli esperti che, sempre con un elevato senso di responsabilità, informano i cittadini proponendo soluzioni appropriate e adattate alle difficoltà che via via si presentano.
Spesso nei social le opinioni sono presentate in maniera non corretta, mancando di fondamento scientifico e di spirito ecclesiale. Attiriamo quindi l’attenzione sulle parole dell’evangelista dell’amore, san Giovanni il teologo: «Non prestate fede ad ogni spirito, ma mettete alla prova gli spiriti, per saggiare se provengono veramente da Dio» (1Gv 4,1).