Harvard: il passato schiavista di un’università

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Foto di Clay Banks su Unsplash

Istituita nel 2019 dal presidente della Harvard University L. Bacow, la Commissione di indagine sui legami della famosa istituzione accademica di Boston con lo schiavismo americano nel XVII e XVIII secolo ha finito i suoi lavori e pubblicato un Report di 134 pagine (più appendici).

“Per quasi 150 anni, dalla sua fondazione nel 1636 fino alla sentenza della Corte Suprema del Massachusetts nel 1783 con la quale la schiavitù veniva dichiarata illegale, presidenti di Harvard e altri amministratori, come professori e personale dell’Università, hanno ridotto a schiavitù più di 70 persone – alcune delle quali erano costrette a lavorare nel campus”.

Il Report rappresenta un punto di partenza per indagare, elaborare e riparare al passato schiavista di Harvard – seguendo l’esempio di altre università americane che, da una decina di anni a questa parte, si sono impegnate a fare luce su questo aspetto della loro storia accademica.

Come primo atto, è stato messo a disposizione un fondo di 100 milioni di dollari da usare in una serie di attività che vanno dal rintracciare i discendenti degli schiavi di Harvard alla costruzione di memoriali, dalla creazione di programmi si scambio tra Harvard e le università afro-americane del paese, dalla collaborazione con college dei nativi americani a partnership per sostenere scuole nelle zone del sud dell’America e delle Indie Occidentali.

L’ammontare del fondo è stimato essere il più alto attualmente provveduto da realtà accademiche statunitensi per scopi legati allo schiavismo – pareggiato soltanto da quello messo a disposizione dalla Conferenza dei provinciali gesuiti americani presso la Georgetown University di Washington per processi di riconciliazione razziale e a beneficio dei discendenti delle persone ridotte in schiavitù presso l’università.

A differenza della Georgetown University, Harvard per il momento ha evitato con cautela ogni apertura di riparazioni finanziarie da indirizzare ai discendenti degli schiavi che lavorarono sul campus dell’università o per suoi rappresentanti ufficiali.

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