La protesta dei “fuorisede”

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«Quella degli studenti fuorisede è una manifestazione più grande e complessa di quel che sembra che deve essere ancora compresa nel nostro Paese, perché evidenzia un problema che non coinvolge solo i ragazzi ma anche i lavoratori, basti pensare ai 5 milioni di lavoratori fuori sede in Italia». A dirlo è Lorenzo Zardi, vicepresidente dell’Azione cattolica italiana per il settore giovani e coordinatore del coordinamento giovani del Forum internazionale dell’Azione cattolica.

Quella del caro affitti «è una questione che coinvolge l’intero Paese, anche se con particolare accentuazione al Sud, nelle aree interne e in generale nei posti lontani dalle grandi città».

Più volte negli ultimi giorni gli studenti hanno ribadito il diritto alla casa e diritto allo studio, che, per Zardi, «sembra un po’ paradossale, perché pone una questione su chi è che ha la possibilità di spostarsi per cercare migliori possibilità di lavoro». Se gli affitti per una stanza raggiungono i 500/600 euro alcuni dei più meritevoli rischiano di «non raggiungere i più alti gradi di istruzione. È chiaro che viene impedita di fatto la possibilità di seguire i propri interessi, la propria vocazione».

«Si può certamente dire “fai il pendolare”, ma spesso non si tiene conto che uno studente fuori sede non cerca solamente aule universitarie, ma anche tutto spazio in cui vivere, in cui fondare nuove relazioni, nuove situazioni in cui stare bene – l’analisi di Zardi –. Se ciò non avviene, si vengono a creare altri problemi legati al benessere psicologico».

Per Zardi si può e si deve fare di più, considerando che «solo il 5% della richiesta di alloggio da parte degli studenti viene soddisfatta da alloggi pubblici e quindi il restante 95% degli studenti fuori sede è costretto a affidarsi al mercato privato che chiaramente nella bolla immobiliare in cui siamo ha visto aumentare i prezzi”. Per questo è molto importante raggiungere l’obiettivo del PNRR, con 100 mila alloggi per studenti entro giugno 2026», considerando che «il fenomeno riguarderà sempre più studenti, ma anche sempre più lavoratori perché dopo il diritto a partire c’è anche il diritto a restare, farsi una famiglia, vivere in un contesto nuovo, di avere figli».

Pertanto le proteste degli studenti a oggi stanno segnalando «l’esigenza di una questione che nel nostro Paese dovrebbe interessare un po’ tutti». Per affrontare e dialogare sul problema del «caro affitti» e su altre tematiche riguardanti gli studenti fuori sede l’Azione cattolica ha, tra le diverse iniziative, promosso un podcast dal titolo Orizzonte fuorisede.

  • Agenzia SIR, 2 ottobre 2023
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