È giunto a conclusione con un grande riscontro di interesse e di partecipazione il corso Il servizio della Chiesa verso le famiglie ferite, tanto che è già stata messa in cantiere una seconda edizione per il prossimo anno.
L’iniziativa è promossa dalla Facoltà teologica del Triveneto e dalla Facoltà di diritto canonico San Pio X di Venezia, in collaborazione con il Tribunale ecclesiastico regionale triveneto e con l’Osservatorio giuridico legislativo della Regione ecclesiastica triveneta, e in dialogo con la Commissione regionale della Conferenza episcopale triveneta per la famiglia.
Teologia e diritto canonico
Nella prima edizione, che si è articolata in quattro incontri svolti fra ottobre e novembre, la proposta ha raccolto adesioni ben oltre i settanta posti disponibili, tanto che una cinquantina di persone che avrebbero voluto iscriversi non hanno potuto essere accolte per motivi logistici e saranno quindi rinviate al corso del 2018.
La proposta è nata nell’ambito della convenzione firmata nel 2015 dalle due istituzioni accademiche, la quale prevede anche la collaborazione per attività formative che, in questo caso, sono state individuate nella risposta alle esigenze degli operatori (laici, religiosi e preti) impegnati, nell’ambito della pastorale familiare, a esprimere il servizio della Chiesa verso le coppie e le famiglie “ferite” da un legame matrimoniale spezzato.
«Il corso si è lasciato ispirare dall’Amoris laetitia di papa Francesco e dal motu proprio Mitis iudex Dominus Iesus – spiega il preside della Facoltà teologica, mons. Roberto Tommasi –. Con taglio accademico, abbiamo voluto offrire elementi per una conoscenza del tema e delle questioni che vi si agitano, volta a corroborare la competenza nel servizio ecclesiale cui ciascun partecipante collabora. La specificità del percorso sta nell’aver cercato di coniugare l’approccio teologico-pastorale con quello giuridico e normativo, partendo da quanto papa Francesco afferma in Amoris laetitia ponendosi sulla scia della tradizione ecclesiale, ma anche aprendo a nuove istanze bisognose di discernimento emergenti dalla complessa configurazione che, nel presente, assumono le condizioni di vita di tante relazioni di coppia e di tante famiglie».
«Sono molto contento per questa iniziativa accademica che abbiamo condiviso nella progettazione e nella realizzazione tra le nostre due Facoltà – afferma il preside della Facoltà di diritto canonico, mons. Giuliano Brugnotto –. Sono convinto, infatti, che il diritto canonico debba maggiormente armonizzarsi con la teologia pastorale. Papa Francesco ha riformato il processo per la dichiarazione di nullità del matrimonio proprio perché possa essere maggiormente inserito nella pastorale ordinaria delle comunità diocesane che fanno capo ai vescovi diocesani aiutati dai loro presbitèri».
Un sorprendente interesse
La proposta in aula ha alternato lezioni frontali – inaugurate dal vescovo di Adria-Rovigo, Pierantonio Pavanello, e tenute dai docenti Giuseppe Mazzocato, Oliviero Svanera, Paola Milani, Tiziano Vanzetto, Giampaolo Dianin, Edoardo Algeri, Adolfo Zambon, Giuseppe Comotti – e lavori laboratoriali – condotti da Francesco Pesce, Sandro Dalle Fratte, Adriano Bordignon e Margherita Biscaro, Benedict Eieh.
«Ci ha sorpresi la quantità di persone che hanno chiesto di iscriversi – afferma mons. Tommasi –. In gran parte si tratta di operatori già impegnati nella pastorale familiare delle diocesi del Triveneto; altre persone invece sono mosse da interesse e da domande personali. Tutti hanno frequentato con assiduità, anche chi proveniva da più lontano. La percezione generale dei partecipanti al corso ha permesso di cogliere i positivi sviluppi della cura pastorale della Chiesa per le famiglie, nonché l’esigenza di articolare bene la salvaguardia dell’indissolubilità matrimoniale e l’attenzione a rispettare e a valorizzare sia le istanze della coscienza personale sia i vincoli storici e normativi».
«In occasione della verifica di questo corso – riferisce mons. Brugnotto – mi hanno colpito due testimonianze. Una che diceva di essere giunta al corso con una valutazione negativa di Amoris laetitia ritenendo che papa Francesco avesse emanato un’esortazione apostolica contenente incertezze o errori dottrinali; le riflessioni offerte nel corso l’hanno portata a ricredersi totalmente e a considerare di grande importanza l’approccio del papa ai mutamenti che la realtà familiare sta subendo. Una seconda testimonianza ha sottolineato che il corso le ha fatto apprezzare l’apporto del diritto ecclesiale non ritenendolo un ostacolo alla vita pastorale, ma un mezzo importante per vivere il discernimento di situazioni familiari ferite. Mi auguro che l’esperienza accademica condivisa sia l’inizio di un cammino da perseguire anche su altri aspetti emergenti della pastorale».
Il percorso ha in programma ancora due appuntamenti a primavera per approfondire: fragilità e figure di famiglia nella Bibbia e il tema della valutazione in coscienza e nuove unioni (17 marzo 2018); l’accompagnamento pastorale delle famiglie ferite con particolare attenzione alle dinamiche relazionali nel colloquio di discernimento (14 aprile).
Il comitato scientifico, come anticipato, è al lavoro per elaborare la prossima edizione del corso, che dovrebbe prevedere una nuova proposta di base per chi non ha potuto partecipare quest’anno (e per altri che vorranno iscriversi) e alcune giornate di approfondimento per coloro che invece l’hanno già frequentato.