Amazzonia: dura nota dei vescovi

di:

I vescovi dell’Amazzonia brasiliana accusano il governo di non disporre alcuna tutela contro il virus per le popolazioni della foresta.

Incomincia citando l’esortazione di papa Francesco, Querida Amazonia: «Alle operazioni economiche che danneggiano l’Amazzonia occorre dare il nome che a loro spetta: ingiustizia e crimine» (n. 14); «Bisogna indignarsi» (n. 15) la dura nota dei vescovi dell’Amazzonia, che l’hanno sottoscritta e diffusa a Brasilia il 4 maggio. Apre la lista dei 66 firmatari il card. Claudio Hummes, presidente della Commissione episcopale per l’Amazzonia della Conferenza episcopale.

Davanti all’escalation del Covid-19, soprattutto in Amazzonia, i vescovi manifestano la loro «immensa preoccupazione» ed esigono maggiore attenzione da parte del governi federali e statali.

I popoli dell’Amazzonia reclamano dalle autorità un’attenzione speciale perché la loro vita non sia ancor più violentata. L’indice di mortalità è uno dei peggiori del Paese e la società si trova di fronte al collasso dei sistemi di salute nelle principali città, come Manaus e Belém. Le statistiche che vengono diffuse non corrispondono affatto alla realtà. Molta gente muore in casa senza assistenza medica e accesso a un ospedale.

«Davanti a questo scenario di pandemia – scrivono i vescovi – incombe ai poteri pubblici di mettere in atto strategie responsabili di attenzione ai settori della popolazione più vulnerabili. I popoli indigeni, i quilombo (antichi schiavi provenienti dall’Africa» e altre comunità tradizionali, corrono grandi rischi che si estendono fino alla foresta, dato il ruolo importante di queste comunità per la loro conservazione».

I dati sono allarmanti: scarseggiano in modo impressionante gli ospedali, ampie aree del territorio non dispongono di letti per la terapia intensiva (10 letti per 100 mila contagiati) e sono pochi i municipi che rispettano i requisiti minimi dettati dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS).

I popoli della foresta e le popolazioni urbane nelle periferie sono esposti a condizioni di vita più degradate per mancanza di strutture mediche e di medicinali. Sono migranti, rifugiati, indigeni urbani, lavoratori delle industrie, lavoratori domestici, persone che vivono alla giornata senza alcuna protezione. «È obbligo dello Stato garantire i diritti affermati nella Costituzione federale mettendo a disposizione le condizioni minime perché possano affrontare questo grave momento».

I vescovi attaccano il governo federale che non protegge l’ambiente e le aree indigene e protegge con un’azione perversa di disboscamento, di estrazione dei minerali, di allevamento del bestiame per l’esportazione. E tutto questo nonostante che la Costituzione federale (art. 231 e 232) affermi il rispetto per l’ambiente.

Non v’è alcun dubbio: il coronavirus sta producendo un’immensa tragedia umanitaria causata da un collasso strutturale. Verranno altre pandemie e il disinteresse del governo è diabolico. Preoccupa la violenza soprattutto nelle campagne. L’incremento è impressionante. Che cosa chiedono i vescovi: salvare le vite umane, ricostruire comunità e relazioni con il rafforzamento delle politiche pubbliche; ripudiare quanto si dice dell’efficacia delle strategie scientifiche; impedire l’ingresso di persone che vengono dal di fuori, soprattutto nelle regioni indigene, a causa del contagio; realizzare test per adottare misure necessarie di isolamento; fornire equipaggiamento adeguato a quanti hanno a che fare con il coronavirus; impedire lo sfruttamento del territorio amazzonico; rigettare ordinanze che impediscono la corretta riforma la agraria.

I vescovi dicono basta ed esigono che vengano prese misure per arginare attività predatorie e che si attuino azioni in grado di sviluppare alternative con lo scopo di impedire ciò che va contro la vita dei popoli.

Print Friendly, PDF & Email

Questo sito fa uso di cookies tecnici ed analitici, non di profilazione. Clicca per leggere l'informativa completa.

Questo sito utilizza esclusivamente cookie tecnici ed analitici con mascheratura dell'indirizzo IP del navigatore. L'utilizzo dei cookie è funzionale al fine di permettere i funzionamenti e fonire migliore esperienza di navigazione all'utente, garantendone la privacy. Non sono predisposti sul presente sito cookies di profilazione, nè di prima, né di terza parte. In ottemperanza del Regolamento Europeo 679/2016, altrimenti General Data Protection Regulation (GDPR), nonché delle disposizioni previste dal d. lgs. 196/2003 novellato dal d.lgs 101/2018, altrimenti "Codice privacy", con specifico riferimento all'articolo 122 del medesimo, citando poi il provvedimento dell'authority di garanzia, altrimenti autorità "Garante per la protezione dei dati personali", la quale con il pronunciamento "Linee guida cookie e altri strumenti di tracciamento del 10 giugno 2021 [9677876]" , specifica ulteriormente le modalità, i diritti degli interessati, i doveri dei titolari del trattamento e le best practice in materia, cliccando su "Accetto", in modo del tutto libero e consapevole, si perviene a conoscenza del fatto che su questo sito web è fatto utilizzo di cookie tecnici, strettamente necessari al funzionamento tecnico del sito, e di i cookie analytics, con mascharatura dell'indirizzo IP. Vedasi il succitato provvedimento al 7.2. I cookies hanno, come previsto per legge, una durata di permanenza sui dispositivi dei navigatori di 6 mesi, terminati i quali verrà reiterata segnalazione di utilizzo e richiesta di accettazione. Non sono previsti cookie wall, accettazioni con scrolling o altre modalità considerabili non corrette e non trasparenti.

Ho preso visione ed accetto