Il 24 ottobre 2023, l’Arcivescovo Gabriele Caccia, Osservatore Permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, ha rilasciato la seguente dichiarazione durante il Dibattito del Consiglio di Sicurezza su “La situazione in Medio Oriente, inclusa la questione palestinese” (nostra traduzione dall’inglese).
Signor Presidente,
nelle ultime settimane si è verificata un’angosciante escalation di violenza in Israele e in Palestina, che ha provocato livelli deplorevoli di sofferenza. Ricordando che la guerra è sempre una sconfitta per l’umanità perché ostacola «l’innata vocazione alla fraternità della famiglia umana», [1] la mia Delegazione desidera fare tre osservazioni.
In primo luogo, la Santa Sede condanna nel modo più assoluto e inequivocabile l’attacco terroristico condotto da Hamas e da altri gruppi armati il 7 ottobre contro la popolazione di Israele. Migliaia di persone sono state barbaramente uccise e ferite. Altre sono state prese in ostaggio.
Come ha affermato chiaramente Papa Francesco, il terrorismo e l’estremismo alimentano l’odio, la violenza e la vendetta, e causano solo sofferenza reciproca[2]. Questi crimini dimostrano un totale disprezzo per la vita umana e sono ingiustificabili.[3] La mia Delegazione ribadisce l’appello di Papa Francesco per l’immediato rilascio di tutti gli ostaggi detenuti a Gaza.[4]
In secondo luogo, la Santa Sede ricorda che la responsabilità penale per gli atti terroristici è sempre personale e non può mai essere attribuita a un’intera nazione o popolo.[5] Il diritto all’autodifesa in ogni conflitto deve sempre essere conforme al diritto internazionale umanitario, compreso il principio di proporzionalità.[6]
In terzo luogo, la Santa Sede esprime grave preoccupazione per il disastro umanitario in corso a Gaza, che ha causato migliaia di vittime e centinaia di migliaia di sfollati. L’«assedio totale» imposto su Gaza sta causando sofferenze indiscriminate tra la popolazione, anche a motivo della carenza di cibo, carburante e forniture mediche.[7] La Santa Sede lancia un appello per facilitare urgentemente e continuare i corridoi umanitari in modo che gli aiuti possano raggiungere l’intera popolazione.[8]
Signor Presidente,
in mezzo all’escalation di violenza, è imperativo che le autorità dello Stato di Israele e dello Stato di Palestina dimostrino l’audacia di rinnovare il loro impegno verso una pace basata sulla giustizia e sul rispetto delle legittime aspirazioni di entrambe le parti. Sebbene la via del dialogo appaia attualmente stretta, è l’unica opzione possibile per porre fine in modo duraturo alla spirale di violenza che ha inghiottito quella terra, così cara a cristiani, ebrei e musulmani. La Santa Sede rimane convinta che la soluzione dei due Stati offra ancora una speranza per questa pace.
La ringrazio, signor Presidente.
[1] Papa Francesco, Fratelli Tutti, 3 ottobre 2020, 26.
[2] Cfr. Papa Francesco, Udienza generale, 11 ottobre 2023.
[3] Cfr. Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Compendio della Dottrina sociale della Chiesa cattolica, 514.
[4] Cfr. Papa Francesco, Udienza generale dell’11 ottobre 2023.
[5] Cfr. Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa Cattolica, 514.
[6] Cfr. Idem, 501.
[7] Papa Francesco, Udienza generale dell’11 ottobre 2023.
[8] Cfr. Papa Francesco, Angelus, 15 ottobre 2023.