Breve testimonianza di padre Paolo Motta, missionario della Comunità di Villaregia, sulla situazione in rapido deterioramento politico e umanitario in Burkina Faso. Ne ha parlato papa Francesco al termine dell’udienza di mercoledì 13 novembre: «Rivolgo un pensiero speciale al caro Burkina Faso, da qualche tempo provato da violenze ricorrenti, e dove recentemente un attentato è costato la vita a quasi cento persone. Affido al Signore tutte le vittime, i feriti, i numerosi sfollati e quanti soffrono per questi drammi. Faccio appello perché non manchi la protezione ai più vulnerabili; e incoraggio le Autorità civili e religiose e quanti sono animati da buona volontà a moltiplicare gli sforzi, nello spirito del Documento di Abu Dhabi sulla Fratellanza Umana, per promuovere il dialogo interreligioso e la concordia». Eppure proprio l’attività di missionari come padre Paolo attesta che la convivenza pacifica e la collaborazione tra le etnie, tra cristiani e musulmani, è possibile.
Attentati di stampo terroristico si susseguono con frequenza ravvicinata da più di un anno; in molte zone di frontiera i villaggi si sono svuotati, scuole, ospedali e dispensari sono chiusi, la presenza della amministrazione civile viene meno. Si cerca di ripiegare sui grandi capoluoghi che sono meglio presidiati e quindi più sicuri. Si parla di più di 400.000 sfollati, che in parte convergono verso la capitale dove noi ci troviamo. Qui la vita sembra normale, anche se negli spiriti e nell’economia si colgono le tracce di questa tragedia che si sta consumando.
Ma la realtà non è mai a senso unico. Se c’è chi fa di tutto per destabilizzare la convivenza pacifica, c’è anche chi la costruisce giorno per giorno. Di questo sono stato testimone due settimane fa.
La stagione delle piogge, coi suoi capricci e disastri dovuti al cambiamento climatico, volge alla fine e le erbacce hanno invaso il cimitero del nostro territorio. Anche se per i musulmani il 2 novembre non vuol dire niente, è comunque il momento propizio per fare pulizia in un luogo dove il decespugliatore è un lusso. Eccoli insieme, cristiani e musulmani in un momento ecumenico e interreligioso reso possibile e necessario dal rispetto per gli antenati. Non sono morti invano, se contribuiscono alla pace tra i viventi sulla terra.