I conflitti lungo i confini tra India e Cina sono azioni di disturbo. La Cina mira a controllare tutto il sud dell’Asia e ad avere sbocchi portuali.
L’India e la Cina hanno un lungo confine nel nord dell’India lungo l’Himalaya. Quando gli inglesi governavano l’India, probabilmente devono aver tracciato su una mappa una linea chiamata “linea MacMahon”, che avrebbe dovuto separare i due paesi.
Date le alte quote, ci potevano essere dei segni di riferimento concordati, ma non indicazioni concrete quali un fiume o una cresta delle montagne.
Linea di confine
La Cina ha contestato questa linea. Ma la Cina e l’India, nel corso degli anni, ne hanno parlato e si sono accordate su quella che chiamano una Linea di controllo effettivo. Per lo meno nelle aree in cui si poteva andare da un paese all’altro, ci sarebbe stato un pattugliamento periodico.
Ma la Cina ha sempre avanzato delle rivendicazioni. Per esempio, ha rivendicato l’intero Stato indiano di Arunachal Pradesh, situato nell’angolo nord-orientale dell’India come sua appartenenza, chiamandolo “Tibet meridionale”.
Nel nord-ovest c’è un territorio chiamato Aksai Chin conteso tra tre paesi: India, Cina e Pakistan. Parte di questo territorio era occupata dal Kashmir. Durante la guerra indo-pakistana riguardante il Kashmir, una parte di questo territorio fu occupata dal Pakistan. Nel corso degli anni ci furono rivendicazioni e controrivendicazioni sull’uno o sull’altro piccolo territorio lungo i confini, dove circolavano pattuglie dell’esercito o stazionavano dei campi militari provvisori.
Nei decenni recenti non ci fu mai un confronto armato. Penso che esista un accordo di non usare armi da fuoco, anche se pattuglie armate possono muoversi lungo i confini. Entrambe le parti proveranno di tanto in tanto a occupare delle piccole aree che possono essere militarmente significative. Ma, alla fine, i comandanti locali dei due paesi si incontreranno e verranno ad un accordo. Io ritengo che i governi appoggeranno questo accordo e terranno informate le loro squadre locali.
Recentemente i cinesi hanno attraversato la linea di controllo nella parte indiana per circa 50 metri e hanno stabilito un piccolo presidio.
Conflitto
Quando le forze indiane l’hanno scoperto, hanno opposto resistenza e c’è stato uno scontro fisico, ma senza l’uso di armi da fuoco, in base a un accordo esistente tra i due paesi, tuttavia sufficientemente serio tanto che gli indiani hanno perso venti loro soldati, incluso un ufficiale. Si dice che la Cina abbia perso 43 uomini, anche se non l’hanno ufficialmente riconosciuto.
Ma in seguito ci furono tre incontri tra i comandanti indiani e cinesi per risolvere amichevolmente il problema. Non sembra che la Cina voglia proprio ora una guerra, anche se entrambi gli eserciti hanno mosso le loro truppe nell’area. Sono pronte anche le forze aeree, probabilmente da entrambe le parti.
Questa zona è normalmente ricoperta di neve. Ma adesso è estate. I colloqui vanno avanti, ma non penso che ci sarà un conflitto armato. I giornali riportano oggi (2 luglio) che sia l’India sia la Cina hanno iniziato a ritirare le loro truppe di terra, eccetto nel luogo dove sono ancora in corso i negoziati.
La Cina ha cercato di allargare i suoi confini. Subito dopo questo conflitto sulle montagne dell’Himalaya, ha rivendicato un piccolo numero di isole, a sud del Giappone, attualmente controllate dai giapponesi. Una settimana dopo c’è stata anche un’altra rivendicazione circa alcune isole vicino alle Filippine. Naturalmente, non sono nuove rivendicazioni, ma cose che si ripetono periodicamente.
La recente rivendicazione di un certo territorio nell’Aksai Chin può essere significativa. La Cina ha coltivato l’amicizia con il Pakistan, e ciò le ha consentito l’uso del suo porto nel sud-ovest del paese sul Mar Arabico. La Cina sembra cercare un territorio nell’Aksai Chin che gli consenta di entrare direttamente in Pakistan. Lo scopo è di circondare tutto il sud asiatico.
La Cina ha promosso una “Belt and Road Initiative” (una via della seta) cercando di raggiungere numerose città portuali, nei piccoli paesi che le stanno attorno. Ora investe il denaro necessario, ma in seguito lo richiederà indietro. Evidentemente queste “vie” potrebbero non essere utili a quei paesi, ma offrono uno spazio permanente alla Cina. L’India ovviamente ha rifiutato di partecipare a questo piano.
Il ruolo del Pakistan
Una via del genere faciliterà il commercio del Pakistan con la Cina, ma consentirà anche di agevolare l’esercito cinese nel raggiungere facilmente i confini occidentali dell’India, qualora fosse necessario. Si tratta quindi anche di un problema strategico militare. In effetti, il ministro degli Interni dell’India ha dichiarato recentemente che cercherà di riprendersi il Kashmir pakistano (con la forza naturalmente), affermando che l’intero territorio le appartiene. Questo bloccherà ogni via cinese in quell’area.
Il primo ministro indiano, Modi, ha cercato di coltivare l’amicizia con la Cina, visitandola quasi annualmente in questi ultimi sei anni. Ha anche ospitato il presidente cinese in India un paio di volte. C’è stata anche una crescente collaborazione economica. Ci sono aziende cinesi che collaborano con quelle indiane. Alcune unità di assemblaggio in India dipendono da forniture cinesi più economiche. Tutto questo ora sta terminando. Ci sono importazioni cinesi ferme nei porti in attesa di essere sdoganate. Circa 51 apps in Whatsapp come Tik Tok, appartenenti a compagnie cinesi, sono bloccate per gli utenti indiani.
Sembra che sia stato deciso di non consentire alcun investimento cinese nelle compagnie indiane. I nazionalisti indiani sembrano condividere con entusiasmo questo boicottaggio. Anche la collaborazione fra atenei può rallentare.
Sul piano internazionale, gli USA, la Gran Bretagna e il Giappone hanno sostenuto apertamente l’India. Una iniziativa del Pakistan per portare il conflitto al Consiglio di sicurezza dell’ONU è stata bloccata dagli USA e da altri. Così, per il momento, le tensioni militari sembrano allentarsi. Ma qualsiasi mossa per avvicinare le parti sarà bloccata. L’India e la Cina continueranno ad essere rivali dal punto di vista economico e politico. I paesi asiatici più piccoli staranno a guardare.
C’è anche il sospetto che i settori civili e militari del governo cinese non siano d’accordo. Ma né l’India né la Cina sono pronte per una grande guerra.