Version française ci-dessous
Beni, mercoledì 3 aprile 2024, all’alba.
Potete immaginare che il sole cominciava a fare capolino tra le nuvole e che il vento soffiava all’impazzata, come se il cielo fosse in procinto di vaporizzarsi. Di colpo, il comune rurale di Mangina è stato invaso da uomini armati fino ai denti, che si muovevano inosservati.
Quando mezzogiorno è diventato mezzanotte, l’incantesimo oscuro si è abbattuto sul comune rurale di Mangina in pieno giorno, dimostrando che coloro che uccidono sono così egoisti da sputare su un amore che desidera essere condiviso. In pieno giorno, martedì 2 aprile 2024, i terroristi ugandesi dell’ADF hanno attaccato Mangodomu, nel comune rurale di Mangina, nel territorio di Beni, nella provincia del Nord Kivu, nell’est della Repubblica Democratica del Congo.
***
Come riportato da Justin Mupanya, giornalista di Radio Oasis Congo, la notizia è stata confermata da Nicaise Kyora, presidente del parlamento dei giovani di Mangina, che stima in almeno sette le vittime, con altri dispersi e il centro sanitario locale saccheggiato prima di essere dato alle fiamme.
Secondo quanto riferito, il nemico è entrato a Mangina senza farsi notare. Una volta entrati, all’altezza della rotonda di Ballon, hanno sparato togliendo la vita a sette persone, tra cui una donna. Come se non bastasse, il nemico si è recato al centro di Mangodomu, che è stato saccheggiato prima di essere messo a fuoco – inoltre, sono state prese in ostaggio alcune infermiere.
Questi uomini, che sputano sulla parola “pace”, si sono diretti verso Mapemba, Toda e Mulwa. L’intervento dei militari congolesi è stato ritardato dalla mancanza di veicoli, come ha spiegato Nicaise Kyora, che alla fine ha invitato la popolazione a essere vigile, chiedendo alle Forze Armate della Repubblica Democratica del Congo (FARDC) di intensificare i pattugliamenti nelle aree circostanti il comune di Mangina.
***
Questa pagina di cronaca, in cui il territorio di Béni è ancora una volta in lutto, ci mostra che il destino del Paese è in pericolo. Imporre la notte in pieno giorno, imporre la morte quando abbiamo bisogno di vivere, è la peggiore bestialità che il Congo conosca. Bisogna porsi mille e una domanda sull’umanità che viene offuscata dal nemico della pace, un lupo vorace in agguato notte e giorno. Possiamo ormai dire che l’uomo non ama più l’uomo. Qualcosa di fatale! È virale! Ed è egoista da parte dell’assassino o di chi muove i fili di questi massacri.
Di fronte a questo virus diffuso, è difficile tirare un sospiro di sollievo. È amaramente evidente che l’uomo non ama più i suoi simili. Il volto dell’altro non lo attrae più, come vorrebbe Emmanuel Levinas. Al contrario, quel volto è diventato una minaccia. A questo punto, l’homo homini lupus est di Hobbes trova la sua giustificazione. L’amore per se stessi, diremmo, incarna questa frase senza mezzi termini. La voracità assassina dell’uomo alimenta il fuoco infernale sul cosmo, che va protetto.
Se il pensiero che “l’uomo è un lupo per l’uomo” è stato reso famoso da Hobbes, non è senza motivo. I fatti attuali parlano da soli. La realtà è che gli esseri umani stanno iniziando a incarnare, o hanno già iniziato a incarnare, il Leviatano, diventando esseri senza scrupoli che agiscono a scapito dei loro simili. Il lupo del Congo può prendere di quello che si annida nelle foreste, il terrorista ugandese dell’ADF. Eppure un uomo come noi! Questo è uno dei motivi per cui diciamo che sembriamo essere diventati dei lupi e che dobbiamo piangere giorno dopo giorno.
***
Alla luce di ciò, è urgente pensare a un rimedio che impedisca alle persone di comportarsi come lupi. Ma come? L’amor proprio deve essere bandito perché beve e inghiotte il volere in comune. Quando i nostri muoiono, non sappiamo più come placarci se non attraverso la tristezza. Le nostre lacrime, anche se non sgorgano dai nostri occhi (è ovvio che scorrono dentro di noi), si diffondono come gocce di sangue, come la lava di Nyiragongo, come ghiaccio nelle nostre anime.
L’animalità è aumentata! Proprio ciò che dobbiamo assolutamente e incondizionatamente evitare, sta invadendo ogni anima. Se andiamo a ritroso nella storia, possiamo amaramente constatare che i fatti sono legioni: fiamme di fuoco sui veicoli, sulle chiese in preghiera (i fatti di Kasindi del gennaio 2023 e la posa di tanti esplosivi nei luoghi pubblici parlano da soli), sulle strutture sanitarie dove speravamo di incontrare Ipocrate per alleviare i mali (ahimè, è lì che Ade viene incontro ai pazienti tramite uomini armati fino ai denti); i massacri della popolazione pacifica che si dedica alla coltivazione del cacao; i rapimenti; la crescente insicurezza sul territorio congolese (in particolare nell’est della RDC e nell’Ituri); e così via.
Alla luce di tutte queste barbarie, c’è motivo di essere preoccupati e di essere ansiosi di scoprire chi c’è dietro a tutte queste spaventose offese. Un risultato è evidente: l’amore per sé stessi massacra il vero amore, quello predicato dal Vangelo, quello che vuole solo il bene del fratello.
***
Rimediare al problema che rende amara la vita è affare di tutti. L’ideale è spegnere questo fuoco egoista che arde nel cuore di ciascuno, desiderando solo gli interessi personali e relegando in secondo piano e a caso quelli della comunità condivisa da tutti. L’amor proprio è un virus che danneggia e decima l’atmosfera comunitaria. Pensare solo a sé stessi è già un passo verso l’abisso dove prima o poi si potrebbe naufragare.
L’universo sentirà il suo profumo quando l’amore berrà l’odio, quando sposerà la giustizia; quando il mondo parlerà la stessa lingua; quando l’umanesimo prenderà il posto dell’egoismo; quando i re di questo mondo sapranno che i più piccoli del mondo non sono battuti in anticipo (Lawrence Galton); quando l’io diventerà il noi; quando ogni uomo sarà in pace con se stesso e quando tutti sapranno amare nella verità e quando tu, assassino (se mi ascolti) romperai il tuo egoismo.
- Alpha-Justin Maliro è un poeta e scrittore congolese.
QUAND MIDI DEVIENT MINUIT À MANGINA : PREUVE D’UN ÉGOÏSME DE LA PART DU TUEUR
Beni, mercredi 3 avril 2024, à 6heures 13 minutes.
On peut s’imaginer que le soleil commençait à poindre entre les nuages et qu’un vent soufflait à tout rompre comme si la buée devait s’échapper des cieux. Du coup, la commune rurale de Mangina se trouve envahie par des hommes armés jusqu’aux dent ; hommes déambulant sans se faire apercevoir.
Quand midi devient minuit, c’est le sort noir qui a siégé en plein jour sur la commune rurale de Mangina et qui prouve que celui qui tue est tellement égoïste qu’il crache sur l’amour voulu commun. Les terroristes ougandais de l’ADF ont attaqué, dans la mi-journée de ce mardi 02 avril 2024 l’entité de Mangodomu, située dans la commune rurale de Mangina, territoire de Beni, en province du Nord-Kivu, à l’Est de la République Démocratique du Congo.
En effet, comme l’a rapporté Justin Mupanya, journaliste à la Radio Oasis Congo, l’information serait confirmée par Nicaise Kyora, président du parlement de la jeunesse de Mangina, qui dresse un bilan d’au moins sept (7) personnes tuées, d’autres portées disparues et le centre de santé de la place pillé avant d’être incendié. Les informations rapportent que l’’ennemi est entré à Mangina sans se faire remarquer. C’est une fois à l’intérieur au niveau du rond-point Ballon qu’il a crépité des coups de balles en l’air jusqu’à ôter la vie à sept personnes dont une femme. Comme si cela ne suffisait pas, ledit ennemi s’est rendu au centre de Mangodomu qu’il a pillé avant de l’incendier et prendre en otage quelques infirmiers. Ces hommes qui crachent sur le mot “paix” ont pris la direction de Mapemba, Toda et de Mulwa. L’intervention des militaires congolais a brillé par un retard faute de véhicules comme l’a expliqué Nicaise Kyora qui, au bout de compte, a appelé la population à la vigilance, tout en demandant aux Forces Armées de la République Démocratique du Congo (FARDC) d’ intensifier les patrouilles dans les zones environnants la commune de Mangina.
Cette page informative où, une fois de plus, le territoire de Béni est endeuillé, nous prouve que le sort du pays est en péril. Imposer la nuit en plein jour, imposer la mort alors qu’on a besoin de vivre est la pire des bestialités que connaisse ce Congo. Il y a lieu de se poser mille et une questions sur l’humanité qui se fait ternir par l’ennemi de paix, un loup vorace qui rôde nuit et jour. On peut dorénavant affirmer que l’homme n’aime plus l’homme. C’est déjà fatal ! C’est viral ! Et c’est égoïste de la part du tueur ou de celui qui tire le ficèle derrière ces massacres.
Au vu de ce virus généralisé, on a du mal à pousser un ouf de soulagement. Il se constate amèrement que l’homme n’aime plus son semblable. Le visage de l’autre ne l’interpelle plus comme le voudrait bien Emmanuel Levinas. Ledit visage est plutôt devenu une menace. A ce stade, le « homo homini lupus est » de Thomas Hobbes a sa raison d’avoir été énoncé. L’amour-propre, dirions-nous, incarne sans ambages cette boutade. La voracité de l’homme tueur attise l’infernal feu sur le cosmos qui serait à rendre sain et à protéger.
Si la pensée que « l’homme est un loup pour l’homme » a été rendue célèbre par Thomas Hobbes, cela n’est pas non sans cause. On ne peut pas ne pas constater que les faits actuels sont parlants. Ce n’est pas du pessimisme qui se déploie sous ces pages, la réalité c’est que l’humain commence à incarner ou a déjà commencé à incarner le Léviathan en devenant un être sans scrupules agissant au détriment de ses semblables. Le loup au Congo peut se substituer à cet homme qui gît dans les forêts, l’homme terroriste ougandais de l’ADF. Pourtant homme comme nous ! C’est une raison qui nous pousse à dire que notre semble est devenu pour nous un loup qui nous impose le deuil jour après jour.
Eu égard à cela, il urge de penser un remède qui empêche les hommes d’agir comme des loups. Mais comment ? L’amour-propre serait à bannir car il boit et avale celui voulu ou à vouloir commun. Quand les nôtres meurent, on ne sait même plus s’apaiser si ce n’est que par la tristesse. Celle-ci se pose sur nos joues et, nos larmes, quand bien même elles ne couleraient pas de nos yeux (c’est évident qu’elles coulent dans notre for intérieur), elles se répandent comme des goûtes de sang, des laves du Nyiragongo, des glaces dans notre âme.
L’animalité s’est accrue ! Celle que l’on doit impérativement et inconditionnellement éviter, elle s’invite. S’il faut remonter l’histoire, l’on constate amèrement que les faits sont légions : la pulvérisation du feu sur les engins roulants, sur les Églises en prière (les faits produits à Kasindi en janvier 2023 et l’installation de tant d’explosifs dans les lieux publics en parlent plus), sur les structures sanitaires où on espérait rencontrer Hypocrate pour l’accalmie des maux (hélas, c’est là qu’Hadès vient au rendez-vous des patients via des hommes armés jusqu’aux dents !) ; les massacres de la paisible population vaquant à ses activités champêtres de culture de cacao ; les kidnappings ; l’insécurité grandissante sur le territoire congolais (particulièrement dans l’Est de la RDC et dans l’Ituri) ; etc.
Eu égard à toutes ces barbaries, il y a lieu que surgisse une panoplie d’inquiétudes et du coup, on s’empresse de connaître l’auteur de toutes ces offres affreuses. Une issue saute aux yeux : l’amour propre massacre le vrai Amour, cet Amour que prêche l’évangile, celui de ne vouloir que du bien à son frère.
Pallier le problème qui rend âcre la vie est l’affaire de tous. L’idéal est d’éteindre ce feu égoïste qui brûle dans le cœur de chacun ne désirant que les intérêts personnels tout en reléguant au second plan et au gré du hasard ceux de la communauté commune. L’amour propre est un virus qui endommage et qui décime l’atmosphère communautaire. Ne penser qu’à soi est déjà un pas vers le gouffre où tôt ou tard on peut y faire naufrage.
Enfin, l’univers humera son parfum quand l’amour boira la haine, quand il épousera la justice ; quand le monde parlera le même langage ; quand l’humanisme prendra le dessus sur l’égoïsme ; quand les rois de ce monde sauront que les plus petits dudit monde ne sont pas battus d’avance (Lawrence Galton) ; quand le “je” deviendra le “nous “; quand tout homme sera en paix avec lui même et quand tout le monde saura aimer en vérité et quand toi, tueur (si tu m’écoutes) briseras ton égoïsme.
- Alpha-Justin MALIRO, Poète et écrivain congolais.