A un mese dalla basilica di Santa Sofia, anche l’ex chiesa bizantina di san Salvatore in Cora (“museo Kariye”) è stata aperta al culto islamico. Alla domanda: “che cosa c’è veramente nella testa di Erdognan?”, si potrebbe aggiungere una seconda domanda: “chi c’è dietro alle decisioni di Erdogan?”. Forse qualche persona, qualche gruppo islamico, qualche nazione?
Ricordiamo che siamo nel quartiere più fanatico di Istanbul, dove si trova anche la moschea “Fatih”, con la tomba di Mehmet II, costruita sulla chiesa dei Dodici Apostoli.
La notizia della trasformazione in moschea del “museo Kariye” non ha avuto grande risonanza nei giornali turchi, anche perché la ex chiesa di san Salvatore in Cora è conosciuta più dai turisti stranieri che dai turchi. Solo una parte degli intellettuali, cultori di arte e di storia, archeologi, ha protestato.
In contemporanea, il presidente Erdogan ha dato l’annuncio della scoperta di un grande giacimento dı petrolio nel Mar Nero.
La chiesa di san Salvatore in Cora contiene una ricchezza artistica straordinaria tra mosaici e affreschi che risalgono all’inizio del XIV secolo. Dopo la conquista di Costantinopoli da parte di Mehmet II, l’aula centrale era già stata trasformata in moschea e quindi spogliata dei segni cristiani (mosaici e affreschi). Sono stati conservati solo i due mosaici con la figure del Cristo e di Maria e il bellissimo mosaico della “dormizione della Madonna”
Restano i mosaici dei due corridoi di entrata (esonartece e nartece) e gli affreschi del corridoio laterale (“parecclesion”), che culmina nella cupola absidale con l’“Anastasis”: il Cristo risorto che trae dagli İnferi Adamo ed Eva e gli altri personaggi dell’Antico Testamento.
Forse Erdogan sta pensando a una soluzione intermedia, come era già stato fatto nel passato: usare come moschea la sala centrale, utilizzando un’entrata laterale. E cosi si potrebbe consentire le visite al nartece, esonartece e Parecclesion, facendo pagare il biglietto come museo.
Una soluzione di questo genere si èdata per la ex chiesa di “Theotokos Pammacaristos”, ora “moschea Fethiye”, che è situata molto vicina a san Salvatore: la sala centrale è moschea, mentre il corridoio laterale coperto di mosaici è museo.
Continua un progetto politico che segue un filo logico di trasformazione di importanti luoghi di culto cristiano in luoghi di culto islamico. Questi luoghi di culto cristiano erano diventati moschee e poi musei al tempo della repubblica laica di Atatürk.
Cosi nel 2011 la chiesa di santa Sofia a Iznik (Nicea), sede del II Concilio di Nicea del 787. Nel 2013 la chiesa di santa Sofia a Trabzon (Trebisonda). Il 24 maggio 2020 la basilica di santa Sofia a Istanbul. Il 21 agosto 2020 la chiesa di san Salvatore in Cora a Istanbul.
Qualche tempo fa una fotografia aerea ha permesso di avvistare nelle acque del lago di Nicea le vestigia della basilica del I Concilio di Nicea. Pare che le autorità turche pensino a costruire là un museo subacqueo. E nel futuro? Forse un’altra moschea?