Il patriarca di Mosca, Cirillo, è al centro dell’attenzione di molti. In particolare per la sua azione di legittimazione e sostegno alla guerra di aggressione dell’esercito russo di Putin all’Ucraina. Posizione non scontata visto che si era espresso in maniera critica in occasione della guerra russa in Afganistan nel 1984. Rileggendo I fondamenti della concezione sociale, documento approvato dal concilio dei vescovi della Chiesa russa nell’ottobre del 2000, presente e recuperabile nella rubrica “documenti” nel sito del patriarcato di Mosca (mospat.ru), è lecito porre alcune domande.
- Perché smentire l’esplicita condanna alla guerra di aggressione contenuta nella dottrina sociale ortodosso-russa? Nel capitolo terzo (Chiesa e stato) al n. 8 si ricordano i molti ambiti di collaborazione fra Chiesa e stato. Se ne enumerano 16. Ma si richiamano anche tre casi in cui i ministri del culto e le strutture ecclesiastiche non possono dare il proprio consenso. Fra queste si ricorda al paragrafo b) l’impossibilità di condividere «la conduzione di una guerra civile o di una guerra di aggressione esterna». Non è ciò che è avvenuto nell’aggressione militare russa all’Ucraina indipendente?
- Perché sottrarsi al compito di sollecitare i responsabili politici a scelte di pace, secondo l’accorato invito del Concilio ecumenico delle Chiese e di papa Francesco? Nello stesso documento, al capitolo 8, al n. 5 si afferma la volontà della Chiesa ortodossa di favorire l’unione di popoli e nazioni. E così il testo continua: «Per questo essa rivolge la sua parola a coloro che detengono il potere e agli altri strati influenti della società, e compie ogni sforzo per organizzare negoziati tra le parti avversarie e per portare aiuto a coloro che soffrono».
- Perché negare all’Ucraina i diritti internazionalmente riconosciuti agli stati? Ne I fondamenti, si dice al capitolo 16, n. 1: «Gli stati fondano le loro relazioni con il mondo esterno sui principi della sovranità e dell’integrità territoriale. Questi principi sono considerati dalla Chiesa essenziali per la difesa dei propri interessi legittimi da parte di un popolo e rappresentano una pietra angolar dei negoziati internazionali e, quindi, dell’intero diritto internazionale».
- Perché la Chiesa russa non riconosce con le altre Chiese ortodosse una preferenza per la forma democratica? Ne I fondamenti si «sottolinea la giustezza della posizione della “non preferenza da parte della Chiesa di un qualsivoglia ordinamento statale o di una qualsivoglia dottrina politica tra quelle esistenti», mentre nel documento nato dal grande sinodo di Creta (2016), Verso un ethos sociale della Chiesa ortodossa, si dice al paragrafo 9: «La Chiesa ortodossa non può giudicare tutte le forme di governo umano come equivalenti tra loro, anche se tutte sono molto lontane dal Regno (di Dio). Condanna, ad esempio, inequivocabilmente ogni tipo di corruzione istituzionale e totalitarismo, sapendo che non può portare altro che sofferenza e oppressione di massa».
- Perché come patriarca non dà conto delle sue ricchezze personali? Qualche mese fa è stato sollecitato da alcuni preti russi a farlo. Il 24 aprile il ministro degli esteri lituano, Gabrielius Landsbergis, ha chiesto pubblicamente sanzioni economiche nei confronti delle sue ricchezze personali, come per gli altri oligarchi. Nel 2006 si leggeva su Novaya Gazeta la stima della sua ricchezza personale, fra 4 e 8 miliardi di dollari. Perché aspettare le verifiche in atto su conti bancari a lei riferibili in diversi paesi europei? È sufficiente la risposta data, e cioè sarebbe «non senso imporre sanzioni su leader religiosi, è contrario al senso comune»?
- È giustificabile la partecipazione di ecclesiastici ai servizi segreti del paese? Il suo nome di informatore presso il Kgb era quello di Mikhailov. È anche vero che al tempo dell’Unione sovietica il legame con i servizi era spesso un inevitabile compromesso per salvare e sostenere la Chiesa e che «le persone intelligenti hanno sempre saputo distinguere nelle parole dei rappresentanti ufficiali della nostra Chiesa quello che era imposto dalle autorità civili e quello che sorgeva dal cuore e dalla loro fede». Ma oggi sarebbe tollerabile? Cosa significa l’affermazione de I fondamenti sull’incompatibilità della «partecipazione ad attività di indagine o a qualsiasi altra attività che richieda, in conformità con la legge dello stato, il mantenimento del segreto anche in confessione o nel riferire all’autorità ecclesiastica» (cap. 3, n. 8) ?
Papa Francesco ha detto che nel noto colloquio Cirillo ha passato 20 minuti a giustificare la guerra
il Papa giustamente ha detto che non capiva e che non si doveva fare la guerra
poi il patriarca oggi ha detto che la Russia non ha attaccato nessuno, ha solo difeso i suoi confini
no comment, ma scommetto sapranno cadere più in basso di così
mi chiedo cosa sia servito tutto il dialogo ecumenico, l’invio della reliquia di san Nicola, le concessioni fatte sulla pelle dei greco-cattolici etc se poi loro sono così. loro non solo non si sono mossi di un millimetro, ma sono peggiorati. è ora di scuotere la polvere dai calzari e lasciarli cuocere nel loro brodo
Il commento sta tutto nell’ultima domanda (e risposta): cosa ci si può aspettare da un ex collaboratore del KGB?
No comment! Per fortuna che Cristo è risorto!