Giornata mondiale della lingua kiswahili

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Dall’11 settembre 2017, quando l’UNESCO ha adottato la risoluzione 71/328 sul multilinguismo, il 7 luglio di ogni anno è dedicato alla lingua kiswahili.

Perché il kiswahili? Il kiswahili è una delle lingue più diffuse della famiglia africana e la più parlata nell’Africa subsahariana. È una delle dieci lingue più parlate al mondo, con oltre 200 milioni di persone che la parlano. È una delle lingue franche di molti Paesi dell’Africa orientale, centrale e meridionale (Tanzania, Kenya, Uganda, Ruanda, Burundi, Repubblica Democratica del Congo, Sud Sudan, Mozambico, Malawi, ecc.), nonché del Medio Oriente, in particolare dell’Oman e dello Yemen. Si tratta quindi di una lingua che funge da ponte tra l’Africa e il mondo arabo. È anche insegnata in diverse università del mondo. Nella RDC, il kiswahili è una delle quattro lingue nazionali, parlata da circa il 32% della popolazione.

Una lingua comune per l’Africa? Nel 2022, l’Unione Africana ha designato il kiswahili come una delle sue lingue di lavoro ufficiali. Il kiswahili è già la lingua ufficiale della Comunità dell’Africa orientale e della Comunità per lo sviluppo dell’Africa meridionale. Tuttavia, l’iniziativa di farne una “lingua franca” in tutto il continente sta incontrando numerosi ostacoli. Il mosaico linguistico africano è infatti immenso: tra le 1.500 e le 2.000 lingue. Il kiswahili è in cima alla lista, con 200 milioni di persone che la parlano. Anche l’hausa è una delle lingue africane più parlate, con circa 80 milioni di persone che la usano nell’Africa occidentale. Inoltre, lo yoruba, l’amarico e il lingala hanno almeno 45 milioni di persone che le parlano.

Una lingua che unisce. Nell’esplosivo contesto di tensioni in corso tra diversi Stati, Repubblica Democratica del Congo e Ruanda in particolare, la lingua è un vero e proprio veicolo di promozione della pace e dell’unità tra i popoli. Mentre gli interessi politici dividono i popoli, il kiswahili li unisce. Permette loro di comunicare e di chiamarsi “fratelli”. Promuovendo la diversità culturale, attraverso il kiswahili celebriamo ciò che ci unisce e ciò che ci sfida costantemente come africani: un destino comune, qualunque cosa accada. Infatti, a causa della loro vicinanza, i popoli sono obbligati a vivere insieme. Che lo vogliano o no…

  • In collaborazione con la rivista Je écris, Je crie.

La journée mondiale de la langue Kiswahili

Depuis le 11 septembre 2017, date à laquelle l’UNESCO décréta la résolution 71/328, résolution portant sur le multilinguisme, le 07 juillet de chaque année est consacré à la langue Kiswahili.

Pourquoi le Kiswahili ?

Le Kiswahili est l’une des langues les plus utilisées de la famille africaine, et la plus parlée en Afrique subsaharienne. Il fait partie des dix langues les plus parlées au monde, avec plus de 200 millions de locuteurs. Cette langue est l’une des langues véhiculaires de nombreux pays d’Afrique orientale, centrale et australe (Tanzanie, Kenya, Ouganda, Rwanda, Burundi, République Démocratique du Congo, Soudan du Sud, Mozambique, Malawi… ainsi que du Moyen-Orient, à Oman et au Yémen notamment. C’est donc une langue qui sert de pont entre Afrique et le monde arabe. Elle est également enseignée dans plusieurs universités du monde. En RDC, le Kiswahili est parmi les quatre langues nationales et compte environ 32% des locuteurs congolais.

Une langue commune pour l’Afrique ?

En 2022, l’Union Africaine a désigné le Kiswahili comme l’une de ses langues officielles de travail. Il faut dire qu’il est déjà la langue officielle de la Communauté d’Afrique de l’Est et de la Communauté de développement de l’Afrique australe. Néanmoins, l’initiative qui vise à en faire une “lingua franca” sur tout le continent se heurte à de nombreux obstacles. De fait, la mosaïque linguistique de l’Afrique est immense : entre 1500 et 2000 langues. En tête se trouve donc le Kiswahili avec 200 millions de locuteurs. Le haoussa est aussi l’une des langues africaines les plus parlées avec environ 80 millions de locuteurs à l’ouest de l’Afrique. On peut aussi citer le Yoruba, l’amharique et le lingala avec plus au moins 45 millions de locuteurs.

Une langue qui unit

Dans le contexte explosif et de tension permanente entre différents États, la République Démocratique du Congo et le Rwanda notamment, la langue constitue un véritable véhicule pour la promotion de la paix et de l’unité entre les peuples. Si en effet les intérêts des politiques divisent les peuples, le Kiswahili les unit. Ils sont par lui capables de communiquer et de s’appeler “frères”. En promouvant la diversité culturelle, nous célébrons à travers le Kiswahili ce qui nous unit et de qui nous interpelle sans cesse en tant qu’Africains : un destin commun quoi qu’il arrive. De fait, de par leur proximité, les peuples sont obligés et alors obligés de vivre ensemble. Qu’ils le veuilent ou non…

  • En collaboration avec le magazine Je écris, Je crie.
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