Secondo uno studio pubblicato dal Centro per lo sviluppo globale (Center for global development), le banche di sviluppo cinesi hanno prestato più del doppio per progetti infrastrutturali pubblico-privati in Africa subsahariana rispetto alle istituzioni finanziarie di sviluppo di Stati Uniti, Germania, Giappone e Francia messe insieme.
I ricercatori hanno esaminato i 535 accordi infrastrutturali nell’Africa subsahariana con una componente del settore privato che hanno raggiunto la chiusura finanziaria tra il 2007 e il 2020 ed hanno scoperto che gli investimenti della Cina negli accordi sulle infrastrutture pubblico-private in Africa subsahariana sono molto più grandi se rapportati a quelli di altri governi e delle banche multilaterali di sviluppo.
Tra il 2007 e il 2020, China exim bank e China development bank hanno erogato finanziamenti per 23 miliardi di dollari, mentre tutte le altre principali istituzioni finanziarie per lo sviluppo messe insieme hanno erogato solo 9,1 miliardi di dollari. Tra queste ci sono la Japan bank for international cooperation e Japan international cooperation agency, le tedesche Kfw e Deg, la Us international development finance corporation, la Fmo olandese, la Banca di sviluppo dell’Africa meridionale e la francese Proparco.
Stesso discorso vale per le banche multilaterali di sviluppo come la Banca mondiale, che non hanno intensificato in modo significativo i loro sforzi nonostante la visione “da miliardi a trilioni” del 2015 lanciata insieme agli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Queste istituzioni hanno fornito una media di appena 1,4 miliardi di dollari all’anno per accordi su infrastrutture pubblico-private in Africa subsahariana, dal 2016 al 2020.
“Nonostante molta retorica sull’utilizzo della finanza pubblica per attrarre grandi quantità di investimenti in infrastrutture private nell’Africa subsahariana, l’investimento complessivo in infrastrutture pubblico-private rimane bloccato a circa 9 miliardi di dollari all’anno, ben al di sotto di ciò di cui il continente ha bisogno” – ha detto Nancy Lee, l’autore principale del documento, senior policy fellow presso il Centro.
“Ci sono molte critiche alla Cina. Ma se i governi occidentali vogliono aumentare gli investimenti produttivi e sostenibili a livelli significativi devono schierare le proprie banche di sviluppo e fare pressioni sulle banche di sviluppo multilaterali affinché rendano questi investimenti una priorità”.
- Pubblicato sulla rivista Africa.