Bruxelles, 8 marzo 2022
Santità,
è con profondo dolore nel cuore che mi rivolgo a Lei oggi come Presidente della Commissione delle Conferenze Episcopali Cattoliche dell’Unione Europea (COMECE) e come fratello fedele in Nostro Signore Gesù Cristo.
Con il cuore spezzato, ascoltiamo le voci dei nostri fratelli e sorelle che soffrono per la follia della guerra in Ucraina, le cui orribili conseguenze sono davanti ai nostri occhi. Migliaia di persone – sia soldati che civili – hanno già perso la vita e più di un milione di persone sono state sfollate o sono fuggite dalla loro patria, la maggior parte di loro sono donne e bambini.
Mentre i violenti attacchi colpiscono l’Ucraina e il suo popolo ogni giorno con maggiore forza, il bisogno di assistenza umanitaria cresce drammaticamente di ora in ora, gli sforzi diplomatici sono rimasti finora infruttuosi. Inoltre, mentre le parole e le azioni continuano a intensificarsi, non si può escludere la possibilità di un più ampio conflitto europeo o addirittura globale con conseguenze catastrofiche.
In questi momenti bui per l’umanità, accompagnati da intensi sentimenti di disperazione e paura, molti guardano a Lei, Santità, come qualcuno che potrebbe portare un segno di speranza per una soluzione pacifica di questo conflitto.
Nel 2016, Lei ha deplorato insieme a Sua Santità Papa Francesco “l’ostilità in Ucraina che ha già causato molte vittime, inflitto innumerevoli ferite ai pacifici abitanti e gettato la società in una profonda crisi economica e umanitaria” – sollecitando un’azione volta a costruire la pace e la solidarietà sociale.
Per favore, non lasciate che queste potenti parole siano vane.
Condividendo i sentimenti di angoscia e di preoccupazione ripetutamente espressi da Papa Francesco per i “fiumi di sangue e di lacrime che scorrono in Ucraina”, oso implorare Sua Santità nello spirito di fraternità: per favore, rivolga un appello urgente alle autorità russe affinché cessino immediatamente le ostilità contro il popolo ucraino e mostrino buona volontà per cercare una soluzione diplomatica al conflitto, basata sul dialogo, sul buon senso e sul rispetto del diritto internazionale, consentendo corridoi umanitari sicuri e un accesso illimitato all’assistenza umanitaria.
Come Sua Santità ha sottolineato durante il Suo recente incontro con il Nunzio Apostolico nella Federazione Russa, “la Chiesa può essere una forza pacificatrice”. In questo tempo di Quaresima, come cristiani, proclamando lo stesso Vangelo e pregando lo stesso Dio, che è il Dio della pace e non della guerra, preghiamo e facciamo del nostro meglio per aiutare a porre fine a questa guerra insensata in modo che la riconciliazione e la pace possano dimorare nuovamente sul continente europeo.
Rispettosamente Suo nel Nostro Signore Gesù Cristo.
Lodevole l’invito a Cirillo di chiedere a Putin la fine della guerra. Ma vano!
Cirillo e Putin sono due nazionalisti che si sorreggono a vicenda e per di più Cirillo è al soldo di Putin!
Una lettera veramente illuminata e caritatevole!