Dalla Lettonia, Zbignevs Stankevics, arcivescovo metropolita di Riga, ci aggiorna sulla situazione del paese, della Chiesa e delle Chiese.
Riga, 21 aprile 2020
Durante lo stato di emergenza, l’attività religiosa (santa messa, confessioni) nel nostro paese non è stata interrotta com’è accaduto in altri paesi. Ciò mostra quanto è importante il dialogo tra lo Stato e la Chiesa.
Il 12 marzo nella Lettonia è stato introdotto lo stato di emergenza. C’era l’intenzione, da parte dello Stato, di proibire tutte le riunioni pubbliche. Ma nel dialogo intenso tra i capi delle confessioni cristiane e il ministro di giustizia, J. Bordans, si è convenuto che il clero avrebbe continuato a celebrare le messe, secondo il suo dovere. Inoltre, nelle messe è stato permesso di partecipare ai ministranti, lettori, cantori, poiché il clero non può celebrare da solo. È stato anche deciso che i singoli fedeli potessero stare in chiesa durante la santa messa, ma non oltre le 50 persone. Nello stesso tempo, il numero dei visitatori dei negozi, bar e altri luoghi di intrattenimento non era limitato.
Il 30 marzo le restrizioni sono state rafforzate. È stato accettato l’obbligo di osservare una distanza di due metri tra le persone, nonché di stare insieme per non più di due persone (eccezione: i membri della stessa famiglia). In questa situazione, in una conversazione con il ministro, è stato raggiunto un accordo informale secondo cui un massimo di 25 persone potevano rimanere in chiesa, a una distanza rigorosa di due metri.
I negoziati si sono svolti molto attivamente prima di Pasqua, poiché c’erano dubbi sul fatto che sarebbe stato possibile rispettare le suddette restrizioni durante le feste.
Inizialmente, lo Stato voleva stabilire una regola che la persona potesse rimanere in chiesa per non più di 15 minuti, ma siamo riusciti ad annullarla. Il precedente accordo, e cioè che il numero dei fedeli non debba superare più di 25 persone, è rimasto in vigore. La benedizione del cibo prima di Pasqua è molto popolare in Lettonia. In molti luoghi questa cerimonia si è svolta fuori dalle chiese, davanti alla porta d’ingresso.
Durante la Pasqua, la polizia ha monitorato il rispetto delle restrizioni nelle chiese, tuttavia non è stato redatto alcun verbale.
Dialogo con le amministrazioni statali
Durante lo stato di emergenza, i funerali nella Lettonia sono permessi, ma non in chiesa o cappella, solo fuori dagli edifici, mantenendo la distanza di 2 metri, e con la partecipazione dei parenti più vicini.
I matrimoni vengono celebrati sia nella chiesa che all’anagrafe, se è possibile prevedere una distanza di 2 metri tra i presenti. Alla cerimonia possono assistere solo il funzionario responsabile (nella chiesa, il sacerdote), i novelli coniugi e due testimoni adulti. Ci sono coppie che hanno deciso di posticipare la cerimonia del matrimonio a una data successiva per celebrare l’evento più solennemente. Così, in Lettonia tutti i sacramenti sono celebrati solo limitando il più possibile il numero dei partecipanti.
Per giustificare le nostre esigenze ai rappresentanti del governo, abbiamo spiegato che questo tipo di posizione ridurrà le tensioni sociali. Ultimamente gli psichiatri segnalano il peggioramento dei problemi mentali a causa delle restrizioni. A questo proposito, la Chiesa aiuta la società a mantenere la sua salute psicologica e mentale in tempi di crisi. Siamo riusciti a convincere lo Stato che il cibo spirituale non è meno importante del cibo fisico: l’uomo non vive di solo pane.
Il risultato positivo è stato possibile grazie all’apertura dei rappresentanti del ministero della Giustizia e del ministero dell’Interno.
Il secondo fattore che è stato molto importante in questo dialogo era la posizione unita di tutte le confessioni, che lo Stato ha rispettato.
Recentemente abbiamo avviato i negoziati con i rappresentanti del ministero della Giustizia e delle altre strutture dello Stato per fornire sostegno finanziario ai sacerdoti cattolici della Lettonia impegnati presso le parrocchie.
Alcuni capi delle altre confessioni con un numero inferiore dei membri si sono rivolti a me, chiedendo l’aiuto nella stessa questione riguardo le loro comunità. In questo momento lo Stato ha iniziato il dialogo su questo tema con tutte le confessioni in Lettonia.