A Benin City si dice che se una bomba cadesse dal cielo non riuscirebbe ad arrivare a terra ma si fermerebbe qualche centimetro prima e poi si adagerebbe al suolo come una piuma senza fare alcun rumore. Ma forse una bomba avrebbe fatto meno disastri.
Oggi Benin City è una città con oltre 1,5 milione di abitanti inesorabilmente lacerata dalla pandemia, dal cambiamento climatico, dalla criminalità organizzata, dai ritualisti, dalla corruzione e non per ultimo dall’inflazione.
La pandemia ha stravolto completamente l’armonia del popolo nigeriano e ha fatto crescere la povertà e non solo. Se da un lato i più fortunati e accorti sono riusciti a percepire in anticipo la catastrofe e hanno abbandonato il lavoro, interrotto legami con il proprio territorio per espatriare in Italia, Francia, US, Canada e Italia, moltissimi invece sono rimasti in patria in attesa di partire attraverso nuovi canali migratori.
E la Task Force governativa di Benin City, quella contro il traffico di esseri umani dopo circa un anno dalla propria apparizione – avrebbe dovuto fermare la migrazione irregolare di massa verso l’Europa e il traffico di donne – è fallita grazie al direttivo compromesso in azioni ‘di traffico’. Purtroppo nella Task Force c’erano anche suore della Chiesa Cattolica.
Inflazione
Il popolo nigeriano ha visto balzare l’inflazione alle stelle subito dopo l’elezione del nuovo presidente Buhari. I dati diffusi dall’ufficio statistico nazionale hanno dimostrato che il tasso dell’inflazione nigeriana è aumentato vertiginosamente in seguito all’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari e al cattivo potere d’acquisto.
Tra agosto e settembre 2021 la moneta locale (Naira) è collassata. Se pensiamo che nel novembre 2015, sei mesi dopo l’inizio della presidenza di Buhari, la moneta locale Naira (N) era venduta contro l’euro a circa 240N, oggi la moneta nigeriana ha attraversato un’incessante svalutazione e l’euro ha raggiunto la quota di 660N. Moneta venduta ovviamente dal mercato parallelo e non dalle banche. Quest’ultime non facendo il cambio (ti dicono solo la quotazione ufficiale dell’euro o del dollaro) consigliano al cliente il cambio in strada.
L’inflazione nel settore alimentare salita al 20,50%, livello più alto dal 2008, è un triste esempio della crisi che causa gravi contrasti tra milioni di cittadini poveri che lottano ogni giorno per acquistare cibo e moneta a tassi esorbitanti.
Un’ulteriore spinta verso l’attuale baratro è dovuto dal tasso di disoccupazione salito al 33,3 per cento. Per intenderci tutto ciò si traduce in circa 23,2 milioni di persone disoccupate, il più alto in 13 anni e secondo nel mondo.
Il governo federale nel suo Piano di Sostenibilità Economica aveva previsto che il tasso di disoccupazione sarebbe salito al 33,6 per cento alla fine del 2020 se non fossero stati presi provvedimenti urgenti. Ma il termine ‘urgente’ non esiste in Africa.
L’impatto della pandemia COVID-19, i bassi prezzi del petrolio sulla produzione economica insieme al tasso di crescita del PIL rallentato, siamo intorno all’1,01%, ha portato la Nigeria al limite della sopravvivenza e in caduta libera verso una recessione che sembra non rallentare.
Oggi dunque la Nigeria è sofferente. E nella vita sociale le ricadute sono evidenti.
Criminalità
Tutti gli agricoltori nigeriani hanno avuto incessanti attacchi da parte di bande criminali a causa della situazione pandemica, causando penuria di beni alimentari. Ciò ha portato i prezzi alle stelle con abnormi conseguenze.
Le donne di tutti gli Stati del Nord-Ovest hanno chiesto al governo di affrontare l’attuale ondata di insicurezza dello Stato al più presto. Dal principio della pandemia i casi di banditismo, rapimenti per riscatto e attacchi a scuola e cittadini innocenti negli stati del Nord-Ovest è aumentato esageratamente.
Oltre a ciò c’è tutta quella parte oscura rappresentata dai ‘ritualisti’ con il sacrificio di innocenti e di mercanti di organi umani dove i bambini sono i favoriti.
Solo qualche giorno fa tre giovani sono stati arrestati sospettati di essere ritualisti mentre stavano trasportando parti di un uomo di 73 anni.
E tra le tante segnalazioni, nel nord della Nigeria una donna ha pagato una somma, per noi irrisoria – di 35.000 Naira, circa 50 euro – per avere la testa umana di un conoscente al fine della preparazione di un rituale macabro di Voodoo.
Si è venuto a sapere in seguito che la donna aveva dovuto usare mezzi diabolici per far catturare la sua vittima, sostenendo poi che quest’ultima fosse da eliminare poiché in preda a dissennatezza.
Dal nord della Nigeria nell’area di Zamfara, l’assalto militare che avrebbe dovuto riportare una tregua alle aggressioni giornaliere dei terroristi contro la popolazione, ha invece allontanato i criminali facendoli fuggire negli stati vicini provocando disagi a livello territoriale più ampio.
Oggi gli stati nigeriani impongono limiti per fermare rapimenti e violenze e i governi degli Stati di Niger, Katsina, Kaduna e Zamfara annunciano una serie di restrizioni ai residenti visto il crescente aggravarsi della violenza.
Le vendite di benzina dovranno essere limitate e l’uso di taniche nelle stazioni di rifornimento sarà vietato. Le stazioni di rifornimento non dovranno vendere benzina per oltre 10.000 Naira (circa 20 dollari) ad ogni veicolo e i giovani impiegati alle pompe dovranno diffidare di acquisti ripetuti dai medesimi veicoli.
Vige già il divieto di utilizzare motocicli in determinate ore del giorno, mentre la sera e durante la notte è fatto divieto assoluto lo spostamento anche con taxi.
Trasportare tre persone su una motocicletta è ora illegale e il trasporto di bestiame su camion in altre parti del paese è limitato.
In alcuni stati, tra cui l’Edo con capitale Benin City, le motociclette per uso commerciale sono state bandite e una miriade di giovani è rimasto senza lavoro. Conseguenze drammatiche per il paese e per le problematiche inerenti le nuove migrazioni.
Le autorità hanno detto di essere “consapevoli degli inconvenienti”, ma hanno aggiunto che le misure erano necessarie per liberare lo stato da “carneficine e caos” causate dai “banditi”.
A Kaduna, nel nord della Nigeria, le autorità hanno anche vietato il taglio di alberi a causa dei timori che i taglialegna collaborino con le gang criminali.
Assalti alle scuole
Persino le scuole da qualche tempo sono prese di mira. Dallo scorso dicembre una nuova generazione di bande criminali ha iniziato ad attaccare le scuole di ogni livello orientandosi ai rapimenti di massa, principalmente studenti e scolari, con conseguente richiesta di riscatto a genitori o parenti.
Più di 1.100 alunni sono stati rapiti dalle loro scuole o college in tutta la Nigeria nord-occidentale in un paio di anni.
A quanto scritto aggiungiamo anche il grande malanno globale dovuto al cambiamento climatico e la Nigeria non è esclusa da questo fenomeno “naturale”. Ci sono state inondazioni in alcune zone della capitale Abuja nel Federal State e il centro Nord con il Sud non sono state risparmiate.
Dal 2019 si sono spostati circa 2 milioni di nigeriani mentre al nord la desertificazione continua senza sosta. Nella regione del Sahel, la grande fascia desertica sub-Sahariana che comprende anche il nord della Nigeria, si è avviata una sorta di “povertà cronica” per via delle condizioni climatiche rigide, delle epidemie ricorrenti insieme a infrastrutture carenti e accesso limitato ai servizi di base. Si stima che entro il 2050 il cambiamento climatico costringerà 216 milioni di persone a migrare dal proprio Paese. Ma un primo assaggio di tutto questo dovrebbe essere già essere pronto entro il 2030.
Prepariamoci a fare qualcosa di concreto con progetti da attuare in Africa e non solo in Italia o le conseguenze anche per noi saranno tragiche.
- Da Focus on Africa nel quadro della collaborazione con SettimanaNews.
Questo è il risultato del colonialismo militare del passato ed economico del presente. Accorpare stati di popoli antagonisti per religioni e cultura in un unico stato. Hanno ucciso, devastato, derubato, e corrotto stati con popolazioni privi di diritti. Disegnando su una cartina un stato federale che non ha comunione di popoli perché non ha una storia e cultura condivisa. Come tanti altri paesi africani e asiatici prima o poi questi paesi esploderanno in una rivolta tutti contro tutti. Ed allora anche per noi sarà l’inizio della fine. Perché o ci salviamo insieme o non si salverà nessuno.