Quando Trump, qualche giorno fa, ha proposto di iniettarsi in vena disinfettante come cura contro il Covid-19 la dottoressa della Casa Bianca ha fatto una faccia tra l’allibito e lo sconvolto. Forse per la logica seguita dal presidente: funziona sulle superfici potrebbe funzionare anche sugli esseri umani. Il genio chimico dello showman ha umilmente riconosciuto che però si dovrebbe chiedere ai dottori come farlo arrivare nei polmoni.
Forse da qui lo sconforto della dottoressa che immaginava le sue prossime settimane ingolfate da improbabili tentativi di far arrivare Amuchina o candeggina nei polmoni degli americani, possibilmente senza sterminarne più di quanto non stia già facendo il Covid-19. Molti media italiani hanno colto l’occasione per aggiungere un’altra perla alla litania di sberleffi che hanno eletto a strategia politica contro il presidente USA in carica.
Pochi sono quelli che si sono chiesti come mai Trump possa permettersi di dire cose di questo genere davanti a tutta la Nazione e al mondo che lo osserva. Cosa mostra e afferma Trump quando mette in piedi spettacoli di questo genere?
E qui la questione si fa seria, tremendamente seria. Perché la forma della battuta al limite del ridicolo è quella che Trump ha scelto per mettere in scena la sua potenza. Il suo potere di tenere in mano le redini della nazione più potente del mondo e di influenzare gli equilibri globali anche solo dicendo cose che rasentano l’assurdo della stupidità, oppure riducendo informazioni di intelligence a gossip su scala mondiale.
La spavalderia con cui Trump può permettersi di fare ciò è equivalente alla potenza del potere che tiene saldamente nelle sue mani. Come è di ogni presidente americano, solo che Trump ha sciacquato via ogni patina retorica del politically correct dalla lingua dell’Ufficio presidenziale.
Le allusioni velate al suo sapere ma non poter dire le condizioni del leader sud-coreano Kim, come quelle delle prove della produzione in un laboratorio segreto di Wuhan del Covid-19, rientrano esattamente in questa logica dell’ostensione del potere nella sua nuda essenza. La potenza del potere non ha bisogno di prove, ma solo di costruire un discorso che le renda del tutto ininfluenti – Bush e Powell docet.
Far piombare sulla Cina il sospetto di un suo complotto contro il mondo intero nella forma spettacolare della battuta in conferenza stampa ha una forza di destabilizzazione globale pari al lancio di una bomba atomica. Anzi, la sua potenza è ancora maggiore, perché non ha bisogno di nessuna corrispondenza reale.
La nuova portavoce della Casa Bianca, Kayleigh McEnamy, è fatta della stessa pasta. Ci vuole cinismo, pelo sullo stomaco e un’innata connaturalità col potere per apparire al primo briefing con la stampa e annunciare «io non vi mentirò mai» – ossia mentendo fin dal primo momento, sapendo e volendolo fare.
Questa ostensione della potenza e questo uso di comodo del potere affascina gran parte degli americani, che credono non in quello che viene detto ma nell’affermazione della supremazia su tutto e chiunque che solo la menzogna e la falsità possono veicolare a questo gradiente di ostensione.