Sarebbe stata sepolta nell’inconsistenza se la lettera non avesse ottenuto il plauso e il rilancio con un tweet dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Mons. Carlo Maria Viganò, ex segretario del Governatorato, ex nunzio a Washington, ex moralizzatore, ha scritto allo zar d’Occidente l’11 giugno per riconoscergli il titolo di figlio della luce, combattente intrepido contro le schiere di Satana, alfiere della libertà di culto.
Un paio di cartelle che richiamano il clamore della battaglia di Armagheddon (Ap 16,16), lo scontro con l’Anticristo, la resistenza alla dissoluzione della civiltà.
Sta avvenendo che forze internazionali non meglio precisate (un supposto nuovo ordine mondiale), prive di ogni principio morale e avide di denaro e di potere, attentano ai valori della patria, della famiglia e del popolo. Trump incarna la resistenza e i suoi critici sono servi del potere oscuro. È lo scontro fra Dio e Satana. Il contesto della pandemia è l’occasione propizia.
Non di pandemia si tratta (né contagiosa, né pericolosa, né resistente), ma di una «colossale operazione di ingegneria sociale» a vantaggio di pochi contro la volontà dei popoli. Le norme di confinamento e di distanziamento attentano ai fondamentali principi di libertà e di democrazia. Allo stato democratico si oppone un super-stato di un mondo senza libertà. L’epica battaglia ha un preciso riscontro nella tensione interna alla Chiesa e alle Chiese, tra i «fedeli pastori che si prendono cura del gregge di Cristo» e i «mercenari che cercano di disperdere il gregge» e di uccidere la fede.
Il segnale è fornito dall’intollerabile dissenso del vescovo di Washington, mons. W. Gregory, e di altri vescovi nordamericani rispetto alla «visita elettorale» di Trump (2 giugno) al santuario dedicato a Giovanni Paolo II – costruito e gestito dai Cavalieri di Colombo, la parte più conservatrice del cattolicesimo americano. Il giorno prima il presidente aveva brandito la Bibbia davanti alla chiesa episcopaliana della città (con il dissenso dei responsabili).
Lo sviluppo più ampio della visione di Viganò è in un documento del 7 maggio scorso in cui, dopo aver argomentato il progetto politico mortifero legato alla supposta pandemia, si invitano i pastori «a rivendicare fermamente la propria autonomia di governo, di culto e di predicazione» contro le illecite disposizioni della sanità e dei governi dei vari paesi. Anche qui si ricorda la scelta di campo: «con Cristo o contro Cristo».
Alcune firme del documento del 7 maggio sono indicative del caravanserraglio dei sostenitori di Viganò. Dagli anti-islamici (Cristiano Allam, Guy Pages) agli anti-europei (Jean-Pierre Maugendre); dagli antisemiti (Massimo Viglione) agli anti-tutto (Vittorio Sgarbi); dai no vax (Stefano Montanari) ai no pol (itica) (Claudio Messora); dai pro destra (André Bonnet) agli anti-Vat(icano).
Fra questi si si distinguono gli ormai classici anti-Francesco: cardd. Zen e Müller, monss. Peta, Lenga, Gracida, Laun, Negri e Schneider.
Ora si è aggiunto anche Trump che finalmente ha trovato il suo Rasputin. Immagino che speri in una miglior fortuna rispetto al mentore del mistico russo, l’ultimo zar Nicola II.
Cos’è, ai non-progressisti riservate il trattamento Gotti Tedeschi, all’epoca fatto passare per pazzo pur di togliervelo di torno mentre stava facendo pulizia nello IOR?
I negazionisti parlano di squilibrio mentale o di complottismo per liquidare chiunque non sia allineato, ma per fortuna le masse sono sempre più in grado di unire i puntini e di non pendere dalle labbra dei media, e la democrazia l’avete procrastinata ma il giochino vi durerà ancora poco e mi rivolgo ai bergogliani che sostengono il nostro governo fascista.
Potete inventarvi i disordini razziali e i cambiamenti climatici che vi pare, sarà il portafogli ad aprire gli occhi ai creduloni e non speriate di contare sulle forze armate.
Dunque i negazionisti sono quelli che inventano i disordini razziali e i cambiamenti climatici?
Quindi le manifestazioni in America e in tutto il mondo contro una evidente e indubbia deriva razzista e i cambiamenti climatici sono opera di complottisti progressisti che verranno smascherati dalle masse in grado di unire i puntini e scoprire la verità?
La ringrazio signor Mastroianni perché interventi, fumosi e senza contenuto, come il suo confermano la bontà delle idee dei molti che non la pensano come lei.
A Monsignor Viganò non si può attribuire alcuna affermazione eretica. Le sue preoccupazioni riguardo la via imboccata negli ultimi anni dalla Sposa di Cristo sono le stesse di molti fedeli.
Si rimane in trepidante attesa che lei ci spieghi la giusta via che deve imboccare la Sposa di Cristo…
nelle sue lettere si possono riscontrare le seguenti eresie:
– negazione che il Vescovo di Roma sia il Successore di Pietro, e lo fa sostenendo la tesi che Mosca sia la Terza Roma
– pelagianesimo, e lo afferma dicendo che basti essere un buon cittadino che fa il dovere civico per essere un ‘figlio della Luce’, trascurando l’azione della Grazia
– una visione della soteriologia che è esclusivamente immanente, e si manifesterebbe in un movimento dal basso che sconfiggerebbe i ‘figli delle tenebre’
Sinceramente il metodo è sgradevole.
Definire pazzo o squilibrato chi ha opinioni diverse dalle nostre è tipico di certi regimi est europei o sudamericani.
Nel merito se Viganò fa affermazioni eretiche che venga sottoposto ad un regolare processo canonico.
mi complimento per l’ottimo articolo di Gabriele Passerini. Certamente bisognerebbe trovare un modo che non consenta a una persona evidentemente squilibrata e, mi sembra manipolabile, di continuare a insultare impunemente.
A tutti gli ex incarichi ricoperti da Viganò…forse ne manca uno, un incarico che fa ancor di più riflettere su tutto questo spazio mediatico dedicato ad un personaggio malato di delirio di onnipotenza… in modo, appunto, palesemente squilibrato.
Mi riferisco all’incarico, ex incarico ricoperto da Viganò come capo della Comunicazione Vaticana. Incarico ereditato a suo tempo da Padre Lombardi.
Ecco, meriterebbe forse una riflessione ulteriore il fatto che ad una persona così vistosamente squilibrata fosse stato affidato un incarico così importante. Non viene da chiedersi in che condizioni abbiano potuto lavorare i suoi malcapitati collaboratori?
Non viene da chiedersi se affidare ad un simile personaggetto la Comunicazione vaticana non sia stato un gesto a dir poco scellerato?
E vorrei consigliare a frate Alessandro di leggere l’art. pubblicato di recente dal dott Mastrofini sul quotidiano “il Riformista” proprio sull’argomento Bose.
Non si confondano i cognomi uguali di due persone diverse. L’ex prefetto della Segreteria per la comunicazione vaticana è mons. Dario Edoardo Viganò. Nel post commentato si parla di mons. Carlo Maria Viganò.
gentile gabriele passerini, ho molto apprezzato il suo articolo su monsignor Viganò , cerca di dire la verità senza offendere,io provo un senso si imbarazzo e di pietas per questo vescovo,un successore degli apostoli, che costantemente offende papa Francesco e sembra abitato da un risentimento e un odio che lo divora. Perchè non puo’ essere mansueto e buono come il SIgnore GESù? cosac’è nel suo cuore? perchè Enzo Bianchi e altri membri della comunità di Bose sono stati allontanati ? mi addolora molto questa vicenda perchè io stimo molto la comunità di Bose ed Enzo Bianchi, mentre monsignor Viganò pu0′ continuare a offendere e ferire impunemente?
Trovo esagerato tutto lo spazio a una persona palesemente squilibrata. Essere arcivescovi non mette al riparo dai problemi psicologici e qui ce ne sono proprio tanti. La Chiesa nel suo complesso dovrebbe rivolgersi alla psicologia – relazionale e clinica – quando sono in gioco nomine. Dovrebbe farlo sempre, ma con le nomine soprattutto…ci teniamo a vita certi squilibrati…