L’ex presidente americano Trump ha promosso la creazione di un National faith advisory board, come parte integrante dell’organizzazione che dovrebbe preparare la sua candidatura alle prossime elezioni presidenziali USA, mediante il quale cercare di ristabilire e incrementare il rapporto tra la sua campagna politica e varie comunità religiose (cristiane ed ebree) del paese.
Un vincolo che è già risultato vincente sia nelle elezioni che hanno portato Trump alla presidenza, sia nei quattro anni della sua amministrazione. La creazione del Board indica, tuttavia, che qualcosa non è andato come doveva e come Trump si aspettava. In particolare, rispetto alle comunità ebraiche dalle quali si sarebbe atteso un maggiore supporto di voti alle ultime elezioni – nell’evento di lancio del Board, Trump ha ricordato quanto la sua amministrazione ha fatto per Israele e la comunità ebraica statunitense (in particolare, lo spostamento dell’ambasciata USA a Gerusalemme). Secondo le varie indagini statistiche, alle ultime elezioni solo qualcosa tra il 21% e il 30% del voto ebreo è andato all’ex presidente.
Inoltre, Trump non ha nascosto una certa frustrazione e sorpresa per la diminuzione del supporto ricevuto dal voto cattolico – anche se lo slittamento rispetto alle elezioni del 2016, nel complesso, è stato solo nell’ordine di un meno 2%. Ben più marcato quello di settore tra gli elettori/elettrici cattolici bianchi: qui si sarebbe passati dal 64% del 2016 al 57% del 2020 (per quanto riguarda gli stati del cosiddetto Rust Belt, che sono stati determinanti nel sancire la vittoria di Biden).
Dichiarato l’intento di Trump di intensificare il dialogo, contatto e lobbying con il bacino elettorale cattolico. La recente decisione della Corte Costituzionale USA di non interferire con una legge del Texas in materia di limitazione dell’accesso all’aborto, è stata presentata da Trump come una diretta conseguenza delle sue politiche amministrative favorevoli alle comunità religiose cristiane ed ebree del paese. Come altrettanto esplicita è stata l’equiparazione della nomina di giudici della Corte Costituzionale di taglio conservatore come immediatamente consona a una buona politica religiosa e agli interessi delle comunità di fede del paese.
Il Partito democratico, che come apparato sembra perdere non solo contatti con i gruppi religiosi ma anche una qualsiasi sensibilità politica in materia, dovrebbe fare molta attenzione a non consegnare tutta la questione politica della religione e delle comunità religiose nelle mani di Trump e del partito liberale.
Buon articolo
Il diritto all’aborto per un credente non esiste, è lo stesso di affermare un “diritto” all’omicidio. Tutti siamo stati un embrione e non uno a caso, ma quello specifico e unico embrione.
Si sperava in Biden…con il senno di poi, se non fosse per il tragico epilogo di Capitol Hill, si direbbe che Trump era meglio. Opposizione convinta di Biden alle leggi antiabortiste del Texas, ritiro dall’Afganistan consegnando sofisticati armamenti ai nemici…insensibilità verso i temi religiosi
In Italia la sinistra sta facendo altre scelte chiare…decreto Zan, legalizzazione di 4 piantine di cannabis sul davanzale, ovvero liberalizzazione della droga.
L’elettorato cattolico è posto di fronte a scelte non facili. Parafraso la giusta conclusione dell’articolo che vale anche per l’Italia:
“Il Partito democratico e, aggiungo io,- il resto della sinistra al governo, Renzi, M5 stelle-, che come apparato sembra perdere non solo contatti con i gruppi religiosi ma anche una qualsiasi sensibilità politica in materia, dovrebbe fare molta attenzione a non consegnare tutta la questione politica della religione e delle comunità religiose nelle mani di Salvini e Meloni ecc…”
La misura è stata superata e perderete i voti di tanti cattolici, il mio sicuramente
È uno scandalo il fatto che la Corte Suprema, grazie a Trump che ha nominato i giudici giusti, abbia consentito al Texas di limitare il DIRITTO ALL’ABORTO delle donne.
Sono d’accordo con l’Autore.