Dopo un anno e mezzo dall’insediamento della Commissione von der Leyen, è stato nominato oggi il successore di Jan Figel quale Inviato speciale per la promozione e la protezione della libertà di religione o di credo al di fuori dell’Unione Europea: si tratta di Christos Stylianides – politico cipriota che ha ricoperto, dal 2014 al 2019, l’incarico di Commissario europeo per gli aiuti umanitari e la gestione di situazioni di crisi.
Sul ritardo hanno pesato diverse ragioni. La più evidente è la crisi provocata dalla pandemia, che ha come fagocitato tutti gli interessi e le forze della Commissione europea. Concentrata sulla gestione economica della crisi e dell’auspicata ripresa, la sua azione ha palesato alcune evidenti miopie proprio in materia di religione – sia per ciò che concerne le pesanti limitazioni a cui sono state sottoposte a livello globale le pratiche religiose, sia per l’incapacità di interloquire con le comunità religiose quali soggetti attivi nel far fronte alle ricadute sociali e spirituali della pandemia.
Inoltre, da registrare un sospetto montante nel Parlamento europeo rispetto al mandato dell’Inviato speciale – in particolare, l’accusa rivolta a Figel di aver interloquito con organizzazioni e paesi ostili soprattutto ai cosiddetti nuovi diritti. In realtà, proprio su questo punto la strategia di Figel è stata quella di non appaltare ai soli paesi di Visegrad la gestione della questione della libertà religiosa nel quadro dei più tradizionali diritti umani.
Infine, deve essere messa in risalto una certa ignoranza rispetto ai fenomeni religiosi che si fa sempre più marcata a livello della burocrazia e dei funzionari dell’Unione Europea.
Tenendo conto di questi aspetti, si deve salutare favorevolmente la nomina del nuovo Inviato speciale – auspicando che Commissione e Parlamento tengano conto delle osservazioni fatte dal precedente rappresentante europeo, soprattutto per ciò che concerne l’organizzazione, il personale e gli investimenti che riguardano questo mandato che rimane cruciale per il ruolo dell’Unione Europea sugli scenari globali.
Anche il presidente della COMECE, card. Hollerich, ha espresso soddisfazione per la nomina che conferma il mandato dell’Inviato speciale nel quadro delle politiche dell’Unione Europea, dichiarando il desiderio di una stretta collaborazione fra la COMECE e il suo ufficio.