Un paese scomposto, con molti fronti di criticità interna senza mediazione in grado di ricomporre un minimo di coesione e visione comune – davanti a questa condizione degli Stati Uniti, la redazione della rivista dei gesuiti America interviene nel dibattito sulle imminenti elezioni presidenziali con un editoriale di rilievo per il cattolicesimo statunitense (e più ampiamente per la Nazione).
La situazione odierna è esattamente ciò che i padri fondatori, con la loro architettura costituzionale, volevano evitare per la Nazione nascente: «un conflitto prolungato tra fazioni è ciò che essi temevano di più, perché segnerebbe l’inizio della fine di una forma repubblicana di governo». La genialità di quei tempi passati sta nel modo «in cui i padri fondatori seppero tenere conto della tendenza umana al peccato e alla divisione, creando una stretta separazione fra i poteri che, paradossalmente, serviva a unire il paese e a preservarlo davanti agli aspiranti tiranni e demagoghi».
Su questo sfondo, l’editoriale di America rappresenta un plaidoyer per il recupero del profilo costituzionale della politica nazionale: dal quale dipendono le valutazioni di merito sulle puntuali politiche dei due partiti maggiori – e dei loro candidati alla prossima presidenza. Profilo che oggi manca nella contesa politica statunitense, mettendo a repentaglio la qualità democratica e repubblicana delle sue forme di governo.
«L’amministrazione Trump ha minato l’ordine costituzionale in un modo che è senza precedenti nella storia moderna americana. Ciò ha spinto la redazione di questa rivista alla stesura di questo editoriale con una messa in guardia che rappresenta un inedito nella sua lunga attività. La prima preoccupazione non è in merito alle posizioni di Trump su varie questioni politiche (alcune sono giuste e altre sbagliate), ma riguarda il disprezzo del presidente per il sistema di leggi e costumi che getta le basi a garanzia delle condizioni necessarie per il dibattito, i processi decisionali e la responsabilità pubblica in questa repubblica».
In questi tempi che non sono assolutamente normali, la spaccatura interna al cattolicesimo, che segue le linee della divisione conflittuale nella politica del paese, mina in radice non solo la rappresentanza della Chiesa ma anche la vita futura della Nazione. Di qui l’invito al mondo cattolico statunitense a recuperare una genuina cultura costituzionale come parametro regolativo della gestione politica della conflittualità sociale.
«In queste elezioni del 2020, tuttavia, i cattolici si trovano davanti alla sfortunata realtà di un candidato presidenziale palesemente pro-life che, al tempo stesso, rappresenta una minaccia per l’ordinamento costituzionale. Questo pericolo è reale. Come disse il presidente Gerald R. Ford entrando in carica in un momento di pericolo costituzionale, “la nostra grande repubblica è un governo di leggi e non degli uomini”. Questo significa che il ruolo della legge, il lavoro di una stampa libera e vitale, l’uso costituzionale della forza militare e un rispetto fondamentale, effettivamente messo in atto, per la separazione dei poteri, non sono elementi opzionali».