Il card. Eugéne Tisserant, insieme a mons. André Bouquin e al diplomatico francese François De Vial, ha ricevuto dal Yad Vashem il riconoscimento postumo di “giusto fra le nazioni”.
Nel 1939, non appena entrarono in vigore le leggi razziali in Italia volute da Mussolini, Tisserant – in un chiaro gesto di sfida – consegnò al dott. Guido Mendes, che era appena stato licenziato dall’Ospedale ebraico di Roma di cui era alla guida, la Medaglia d’Onore della Congregazione per le Chiese orientali – provvedendo poi Mendes e la sua famiglia con i documenti necessari all’espatrio.
Non si trattò dell’unico episodio in cui Tisserant si mise all’opera per salvare degli ebrei dallo sterminio nazi-fascista. Per almeno un caso, è noto che egli cercò anche l’appoggio della Segreteria di stato vaticana, nella persona del card. Maglione, per ottenere i visti necessari all’espatrio di una famiglia ebrea.
In questa sua opera Tisserant trovò appoggio e aiuto nel segretario della Rappresentanza francese presso il Vaticano, F. De Vial, e in mons. A. Bouquin, superiore di un convento vicino alla Chiesa di San Luigi dei Francesi – entrambi ospitarono e nascosero nelle proprie case degli ebrei fino alla liberazione di Roma, nell’estate del 1944.
La cerimonia presso il Yad Vashem per onorare Tisserant, De Vial e Bouquin si terrà in futuro, non appena le condizioni sanitarie lo permetteranno. Fino a oggi, sono circa 28.000 le persone che hanno ricevuto dallo Yad Vashem il riconoscimento di “giusto fra le nazioni”. Tra i comportamenti che portano a questo riconoscimento, i più usuali sono: nascondere o ospitare ebrei nella propria casa e nelle proprie proprietà; provvedere documenti o identità false; favorire l’espatrio verso nazioni sicure.