Il presidente della Conferenza episcopale brasiliana, il card. Sergio da Rocha, arcivescovo di Brasilia, il vice, dom Murilo S. Ramos Krieger, arcivescovo di San Salvador de Bahia, e il segretario, dom Leonardo Ulrich Steiner, il 19 maggio hanno fatto conoscere una “nota ufficiale”, nella quale manifestano «stupore e indignazione» a motivo delle gravi denunce di corruzione politica accolte dal Supremo Tribunale Federale.
Ricordano che, secondo l’art. 37 della Costituzione, «è dovere di ogni servitore pubblico, principalmente coloro che ricoprono funzioni elevate, mantenere una condotta integra, sotto pena di non poter esercitare la carica che occupa». Non viene citato il presidente della Repubblica, ma è in corso l’indagine Lava Jato, che lo tira in ballo. Rischia di essere travolto dalle accuse, ma non intende cedere alle pressioni che ne chiedono le dimissioni.
Certamente – afferma la nota delle presidenza – occorre che tali denunce siano rigorosamente vagliate e che si rispettino le garanzie costituzionali. Ma, se vengono accertati atti illeciti, gli autori dovranno essere ritenuti responsabili.
Comunità, movimenti sociali e della società nel suo insieme possono contribuire molto per chiarire i fatti e per la difesa dell’etica e del bene comune.
La nota osserva che il superamento della grave crisi che si vive in Brasile esige il riscatto dell’etica nella politica, che svolge un ruolo importante nella società democratica: «Urge un nuovo modo di fare politica, fondato sui valori dell’onestà e della giustizia sociale» .
Ricorda l’affermazione della recente Assemblea generale dei vescovi brasiliani: «Il disprezzo dell’etica porta a una relazione promiscua tra gli interessi pubblici e privati, principale ragione degli scandali della corruzione». Vengono ricordate le parole di papa Francesco (maggio 2013): «Nella vita pubblica, nella politica, se non c’è l’etica, un’etica di riferimento, tutto è possibile e tutto si può fare». Detto in altro modo: per uscire dalla crisi attuale del Paese va rispettato e rafforzato lo Stato democratico di diritto.
Le comunità cristiane sono interpellate e vengono sollecitate a partecipare responsabilmente e in modo pacifico alla realizzazione della giustizia e della pace.
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