L’Arabia Saudita, 2.149. 690 kmq e una popolazione di 30.770.375 abitanti, vuole eliminare i lavoratori stranieri nel paese. Questi costituiscono circa un terzo della popolazione totale e oltre la metà di quella attiva. Il problema è che i sauditi, come tutti gli abitanti del Golfo in genere, non sono abituati a lavorare. Analisi mediche sballate, fatte dai nuovi dottori sauditi, appena arrivati alla professione, mettono in difficoltà il medico straniero che deve dare le medicine e incorre talvolta in errori madornali, perché le analisi che gli vengono presentate sono sbagliate. I medici stranieri sono obbligati a chiudere il loro computer, dopo il lavoro, perché i medici sauditi non copino le loro ricerche e poi le presentino come fatte da loro.
L’Arabia Saudita vuole mettere come costo per un visto ben 20.000 ryal, pari a 4.750 euro. Ma chi può spendere una tale somma per ottenere il visto? Molte famiglie hanno i loro figli nel paese di origine, i quali però conservano la residenza in Arabia Saudita. La nuova legge, che viene proposta, prevede che quando questi figli ritornano per alcuni giorni in Arabia Saudita per rinnovare la residenza, devono pagare 100 ryal, circa 24 euro per ogni mese di assenza. È giocoforza che non verranno più.
In Kuwait, 17.818 kmq e una popolazione di 3.448.139 abitanti, una scuola privata ha dovuto lasciare a casa gli insegnanti kuwaitiani perché tenevano lezione per una mezz’ora e poi se ne andavano senza neppure avvertire la Direzione. Si presentavano quindici giorni dopo con lo stesso sistema. È stato loro detto di starsene pure a casa e che sarebbe stato inviato loro lo stipendio, (molto più alto di quello degli stranieri). Vengono quindi assunti insegnanti stranieri, pagati molto meno.
Si sta discutendo anche di iniziare a introdurre il pagamento di tasse, finora inesistente nei paesi del Golfo. Si pensa di incominciare a partire dal 2018. Quale sarà la reazione della popolazione, non abituata a pagare le tasse, perché non sono mai esistite?
Queste sono alcune delle conseguenze di un’economia basata sul petrolio. Ora, questo viene a mancare e ci si aspetta una grave crisi nei paesi del Golfo. Chi ci rimette sono i poveri e indifesi lavoratori asiatici, che si vedono licenziati spesso su due piedi. Molti perdono il lavorano e ritornano nei loro poveri paesi.
Il Golfo è destinato a cambiare di molto il suo aspetto nel giro di pochi anni.