“Inaccettabile” il massacro di indigeni in Amazzonia. È quanto dice la nota del Consiglio indigeno missionario CIMI del 12 settembre diffusa a Brasilia, che manifesta la sua profonda preoccupazione per il possibile massacro di indigeni che vivono nella valle del fiume Javari, nell’estremo est dello stato dell’Amazzonia.
Il Pubblico ministero federale ha confermato che sono in corso verifiche a seguito della denuncia esposta dalla Fondazione nazionale dell’indio (Funai).
Il massacro sarebbe stato commesso nel mese di agosto 2017 da parte di ricercatori d’oro e diamanti (garimpeiros), che stanno esplorando illegalmente la regione. Vi abitano gli indigeni Kambeba, Kokama e Ticuna, che sono continuamente sottoposti alle invasioni dei garimpeiros.
Voci non confermate attestano che vi sarebbero stati altri due massacri nella valle del Javari, nella regione del fiume Jutai.
Sotto accusa è il governo del presidente Temer, ritenuto responsabile dei massacri e del genocidio di questi popoli, vittime dei garimpeiros, cacciatori, pescatori illegali. Il governo Temer va adottando misure anti- indigeni, che rafforzano gli interessi dei latifondisti e di altri gruppi economici interessati all’esplorazione delle terre indigene.
Dice la nota: «Qualsiasi massacro di indigeni isolati che sia avvenuto o che avverrà nella valle del Javari e in altre regioni dell’Amazzonia brasiliana è di responsabilità diretta del governo Temer».
È urgente dire basta al genocidio dei popoli indigeni. Si fa appello agli uomini e donne di buona fede, alle organizzazioni indigene, alla società civile, alle Chiese e alla comunità internazionale affinché esigano dal governo brasiliano azioni immediate di protezione dei popoli isolati dell’Amazzonia brasiliana e, in modo particolare, della valle del Javari.
Vengono elencate alcune misure urgenti:
- L’accertamento rigoroso del massacro avvenuto nella valle del Javari e di altri massacri di popoli indigeni nella regione che comporta la punizione degli assassini.
- L’interdizione dell’esplorazione dei giacimenti nei fiumi Jutai e Jandiatuba.
- La creazione immediata di basi di protezione etno-ambientale nella regione della valle del Javari.
- La demarcazione delle terre dei popoli indigeni del municipio di Sao Paulo di Olivença nel basso e medio corso del fiume Jandiatuba.
- La protezione urgente degli abitanti locali minacciati.
- La necessaria dotazione affinché la Fondazione nazionale dell’indio (Funai) possa esercitare le sue responsabilità istituzionali allo scopo di impedire le invasioni e l’esplorazione delle terre indigene.
- L’opposizione ad ogni costo e con ogni mezzo all’azione del governo Temer accusato di non rispettare i diritti costituzionali dei popoli indigeni in Brasile.
Osserva José Oscar Beozzo, noto teologo e storico brasiliano: «Lo stato, legale protettore dei popoli indigeni e delle loro terre, diventa l’aggressore diretto dei loro diritti».