Cari amici,
oggi, a Naypyidaw, ho incontrato Aung San Suu Kyi. Un’amicizia che incontra non solo la vita ma la storia. Vissuta come responsabilità, ovunque ti trovi. Il mondo è uno, il nostro. Condividere è l’amicizia. In questo caso, mentre il mondo intero guarda al Myanmar, queste righe sono semplicemente la mia testimonianza.
Vicine, nella lunga conversazione mediata da Virginia, ho incontrato la sua giornata di lavoro.
Appena arrivata dall’Ufficio, dopo le giornate impegnative dell’incontro di ASEM, che unisce i Ministri degli Esteri dell’Asia e dell’Unione Europea, tenutosi a Naypyidaw e guidato da Aung San Suu Kyi e Federica Mogherini. Con esiti positivi. Eravamo sedute in casa ma dentro i problemi del Myanmar, del Rakhine, del mondo. Sono nelle sue mani, e li governa con grande intelligenza, con consapevolezza, con limpidità.
Scopro sempre di più, qui, il gioco oscuro dei media. Ieri Associated Press ha stravolto, riferendo, un pensiero del discorso ad ASEM di Aung San Suu Kyi. E le testate mondiali sono andate al seguito. Volutamente? Certo è che i problemi del mondo di oggi, compresi quelli del Rakhine, sono guidati dai grandi interessi, economici e geopolitici. I media trasferiscono, e le opinioni pubbliche sono i terminali di questo meccanismo. Dobbiamo saperlo.
Aung San Suu Kyi è la guida del Myanmar, che non potrebbe averne una migliore. Sta affrontando i problemi del Rakhine con grande impegno del governo, della società civile, degli aiuti internazionali. La situazione può cambiare, sta già cambiando. Tutta la Birmania può cambiare, se se ne rispetta il cammino appena iniziato.
Si aspetta il papa. Sarà un incontro coinvolgente nel segno dell’amore e della pace. Scenderanno da tutta la Birmania,i cattolici, l’1,5%. E non solo loro. Qui le religioni sono nella vita, possono essere in dialogo o in conflitto. Saremo anche noi, da Parma e dall’Italia, al grande ex ippodromo a Yangon per la messa di papa Francesco alle 8 del mattino del 29 novembre. Dopo ci sarebbe molto caldo.
Stasera sono stata nella dimora spartana della deputata Phyu Phyu Thin con altre sue colleghe. Insieme a parlare del futuro loro e del mondo. Qui si aspettano molto dall’Italia e dall’Europa. Io ne vedo con dolore tutta la debolezza.
Cari amici, tocca a noi. Vorrei che avessimo la forza e il coraggio di Aung San Suu Kyi. Affronta il suo compito con tutta se stessa, il popolo sa che su di lei può contare. E il mondo capirebbe come vanno le cose, se solo volesse vedere.
Con la stessa intensità abbiamo parlato di noi, di quello che l’Associazione sta vivendo con loro. Ci rivedremo a dicembre, per il viaggio annuale di amicizia con gli auguri per l’anno nuovo.
Cari amici, incontrare Aung San Suu Kyi è un grande dono della vita. È la Birmania. E una straordinaria risorsa per il mondo intero.
Poche e povere parole, per darvi testimonianza di questi giorni, e di ciò che vivo qui. Le parole non possono più dire molto. Vorrei che in un qualche modo poteste condividere. Vale l’intensità dei rapporti, vi assicuro fortissimi. È l’anima che qui si incontra.
Mingalaba.