Gli armeni sostengono di avere fatto 200 morti a Baku, capitale dell’Azerbaigian (quasi 10 milioni di abitanti) e 30 fra le truppe speciali; gli azeri parlano di 100 morti armeni e della distruzione di diversi mezzi. Putin si è rivolto ai due paesi e li ha richiamati al rispetto dell’accordo del 12 ottobre 1997.
Il Nagorno-Karabakh – 4.400 kmq di superficie e una popolazione di 138.000 abitanti – è una provincia azera abitata in prevalenza da armeni, autoproclamatasi repubblica indipendente il 6 gennaio 1992. Gli armeni rivendicano il diritto di proprietà sulla regione, richiamandosi alla sua conversione al cristianesimo nel III secolo come per il popolo armeno. Gli azeri ribattono che la regione faceva parte dell’antico regno dell’Albania caucasica dal 400 a.C. Furono gli arabi nell’VIII secolo a spingere la popolazione ad aderire all’islam. Gli armeni cristiani fuggirono nella parte alta della regione chiamata «Nagorno», «montagnoso» in lingua armena. Parlavano un dialetto armeno, erano governati da cinque principi armeni, godevano di una relativa autonomia. Agli inizi del XIX secolo i russi occuparono il Caucaso e lo divisero in province, dando origine a scontri continui.
Dopo la rivoluzione, che in Russia travolse lo zarismo nel 1917, l’Armenia e l’Azerbaigian si costituirono in repubbliche indipendenti, rivendicando il possesso del Nagorno-Karabakh ed entrando in un conflitto lungo e sanguinoso. L’esercito azero nel 1920 s’impadronì di Shusa e uccise il vescovo con 8.000 armeni. Con Stalin il Nagorno-Karabakh divenne una regione autonoma all’interno del territorio azero.
L’inizio delle ostilità con l’Armenia si ebbe nel febbraio 1988, quando il Soviet regionale del Nagorno-Karabakh si espresse a favore della riunificazione dell’Armenia. Scoppiò una violenta caccia all’armeno in tutto il territorio dell’Azerbaigian, che sfociò nel massacro di molti armeni cristiani nella città industriale di Sumqayt. Gli armeni risposero con altrettanta ferocia. Le minoranze azere in Armenia e in Nagorno-Karabakh furono spinte ad emigrare. Da una parte vi fu un esodo di armeni dalla città di Baku e dall’altra un esodo di azeri dal Karabakh e dall’Armenia.
Il governo azero abolì la regione autonoma; a ciò fecero seguito drammatiche conseguenze. Ci fu un esodo di massa sia di armeni sia di azeri dal Nagorno-Karabakh. Nel 1994 si arrivò al “cessate il fuoco”, ma gli scontri continuarono fino all’accordo del 12 ottobre 1997. Dopo nove anni di guerra mai dichiarata il Nagorno-Karabakh otteneva un’ampia autonomia e veniva collegato con l’Armenia da un “corridoio”. Da notare che il Nagorno-Karabakh non è mai stato riconosciuto come Stato indipendente dalla comunità internazionale.
In Azerbaigian i cattolici sono all’incirca 500. Il cristianesimo vi giunse nella seconda metà del I secolo a opera, secondo la tradizione, di san Eliseo. Il popolo dell’«Albania del Caucaso» fu in seguito evangelizzato dagli armeni, convertitisi al cristianesimo nel 301.
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