Arrivederci, Giannino!

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piana

«Ci hai lasciati mercoledì sera, dopo esserti congedato con amore da tutte le persone che sapevi vicine. Ci mancheranno la tua premura per la sorte degli altri e lo sforzo esemplare di vivere e pensare con giustizia. Ci hai voluto tanto bene e noi te ne vorremo sempre, impegnandoci a tenerti vivo non solo nei ricordi».

È l’annuncio della morte di Giannino Piana dato dai suoi familiari. È morto nella notte di mercoledì 11 ottobre ad Arona (NO), dove risiedeva da molti anni. Aveva 84 anni ed era originario di Ornavasso (VB), dove era nato il 2 ottobre 1939.

A comunicarne per primo la morte, Enzo Bianchi, fondatore della Comunità di Bose: «Giannino Piana ci ha lasciato per essere con Cristo per sempre. Per me era un amico fedele da 50 anni, un fratello con il quale ho sofferto e combattuto tante battaglie nella Chiesa, un teologo tra i più grandi, un uomo di Dio».

Un grande maestro

Per diversi decenni Giannino Piana è stato Preside dello studentato teologico “San Gaudenzio” e dell’Istituto superiore di scienze religiose di Novara, docente di Teologia morale al seminario e ai corsi di Teologia per laici, docente di etica cristiana presso l’Istituto superiore di scienze religiose della Libera Università di Urbino e di Etica ed Economia presso la Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Torino. Il suo insegnamento ha sempre rivelato competenza, chiarezza, profondità ed equilibrio di valutazione.

Nel 2021 Cittadella Editrice ha pubblicato, a cura di Francesco Compagnoni e di Paolo Benanti, Etica per tempi incerti. Giannino Piana, teologo italiano: pensato in occasione del suo ottantesimo compleanno come atto di omaggio per lo straordinario contributo da lui dato alla ricerca teologico-morale in Italia.

Nella postfazione Gianfranco Ravasi scrive: «Giannino Piana testimonia in modo trasparente la bellezza della ricerca, la gioia del credere, l’attrattiva della verità, l’amore per l’essere umano. Se vogliamo uscire dalla soglia della teologia, divenendo partecipi della sensibilità di tante persone in ricerca, potremmo forse applicare a lui un asserto della Critica della ragion pratica di Kant: “L’etica non è esattamente la dottrina che ci insegna come essere felici, ma ci insegna come possiamo fare per renderci degni della felicità”».

Il volume, edito nel 2021 per i tipi di Cittadella Editrice, raccoglie alcuni studi che riprendono gli elementi peculiari della sua produzione scientifica e vi si trova anche un’ampia intervista dell’attuale presidente dell’Associazione teologica italiana per lo studio della morale (ATISM), Pier Davide Guenzi, nella quale Giannino Piana rilegge la sua attività di insegnamento e di ricerca a stretto contatto con gli sviluppi sociali ed ecclesiali dagli anni Sessanta del XX secolo fino ai tempi più recenti.

I tanti temi trattati

Autore di numerosissimi testi di teologia morale e di etica contemporanea pubblicati da varie case editrici dai quali emerge lo studioso di grande finezza intellettuale, uno dei più eminenti teologi morali del panorama culturale nazionale e internazionale, apprezzato saggista, che amava dialogare con la cultura contemporanea, anche nelle sue forme più distanti dalla Chiesa cattolica.

La sua riflessione, applicata soprattutto ai temi della bioetica, della sessualità, dell’economia e della politica, esalta il primato della coscienza, mette in luce i valori condivisibili da credenti e non credenti (dignità umana, fraternità e solidarietà, laicità dello Stato, libertà e pluralismo religioso…), valorizza il rapporto tra fede cristiana e ragione.

Tra le sue opere, va ricordato il trattato di teologia morale In novità di vita pubblicato dalla Cittadella di Assisi tra il 2012 e il 2016: quattro volumi (Morale fondamentale e generale; Morale della persona e della vita; Morale socioeconomica e politica; Morale della religiosità) di complessive 2.256 pagine, ai quali si può affiancare L’alfabeto dell’etica. Voci fondamentali (Cittadella, Assisi 2017) di quasi 500 pagine.

La corposità dei volumi e la vastità degli indici provocano un senso di vertigine. Ma la scrittura incisiva, chiara, attraente e aliena da pedanterie di tipo accademico ne invogliano la lettura anche da parte di chi, pur non avendo consuetudini con i trattati di teologia, avverte l’esigenza di porsi responsabilmente interrogativi sui fondamenti dell’etica cristiana e umana.

Per decenni il teologo novarese ha curato rubriche fisse molto seguite e apprezzate su settimanali come Famiglia Cristiana e su periodici come Jesus e Rocca. Ha fatto parte del comitato di redazione di riviste come Hermeneutica, Testimonianze, Servitium, Il Gallo, Esodo.

Numerose le comunità parrocchiali e le associazioni non solo novaresi che hanno beneficiato della sua preparazione teologica continuata generosamente anche dopo la cessazione del suo servizio presbiterale. Mai una volta – se non negli ultimi tempi in cui la malattia si era fatta più grave – che declinasse l’invito a presenziare a dibattiti, convegni, iniziative formative. Instancabile ideatore e animatore di eventi culturali, come il Festival della dignità umana, di cui è in corso la 9ª edizione in varie sedi della provincia di Novara.

Le ultime pubblicazioni

Giannino Piana si è congedato da noi con due agili pubblicazioni del 2022 edite dalla casa editrice novarese Interlinea.

La prima, Umanesimo per l’era digitale. Antropologia, etica, spiritualità, costituisce quasi un manifesto-testamento di un grande maestro di etica, antropologia e spiritualità che fino all’ultimo non cessa di interrogarsi sulle problematiche suscitate dagli sviluppi della scienza e della tecnica in grado di incidere sull’esistenza umana.

La seconda, Una vita dalla parte dei poveri. Luciano Piana, è un toccante ricordo della figura del fratello, testimone esemplare di che cosa significa (e comporta) essere cristiani oggi.

Alla stessa editrice Interlinea Giannino Piana aveva da poco consegnato un nuovo saggio – dal significativo e premonitore titolo «Dell’ultimo orizzonte. Questioni etiche sul fine vita» – che sarà pubblicato postumo per ricordare un grande novarese che, tra l’altro, nel 1992 era stato insignito del premio «Novarese dell’anno».

Tutti noi che lo abbiamo conosciuto e apprezzato ricorderemo sempre Giannino uomo umile, mite, estremamente disponibile con tutti, capace di amicizie profonde con tantissime persone di ogni credo, età, condizioni sociali. Lo ricorderemo con riconoscenza, nostalgia e affetto.

«Anche nella prospettiva della fede, la morte conserva intatta la sua tragicità»: Giannino lo aveva scritto nel suo «Sapienza e vita quotidiana. Itinerario etico-spirituale» (Interlinea, Novara 1999, pag. 166). Lo ha ripetuto a me e a mia moglie con altre parole quando, alcune settimane fa, siamo stati a trovarlo. Era stanco di soffrire. Non ce la faceva più.

Arrivederci, caro Giannino! Hai combattuto la buona battaglia, hai terminato la tua corsa, hai conservato la fede (2Tm 4,7): ora ti accoglie l’abbraccio misericordioso di Dio.

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