Don Massimo aveva preparato i ministranti all’arrivo del vescovo. I più piccoli, i chierichetti, erano stati calamitati dall’idea di trovarsi in prima fila quel giorno. I più grandicelli fingevano un distacco più “navigato”, ma la maschera era bucata e lasciava intravedere il gusto che anche loro provavano. Il loro vescovo era un personaggio famoso perfino in televisione e molto amato da tutti. Don Massimo aveva approfittato del fascino dell’occasione per una catechesi supplementare.
I chierichetti si erano distribuiti tra loro i compiti, seguendo la filiera di comando dettata dal “ministrante alpha” che c’è in ogni sacrestia. Fabio quella domenica saltava il turno. Lui era stato scelto, tra i “ragazzi della cresima”, per leggere il benvenuto al vescovo. Tra i suoi “colleghi” non c’era invidia; in fondo, Fabio si era meritata quella comparizione perché il canovaccio del saluto l’aveva scritto lui ed era risultato il migliore nel concorso bandito dai catechisti sul tema «Benedetto colui che viene nel nome del Signore».
Erano le dieci meno cinque. Il corteo dei ministranti era schierato all’ingresso. Sul fondo del piazzale antistante la chiesa si affacciava la macchina del vescovo (un vettura ordinaria per la verità, ma l’unica che aveva eccezionalmente accesso al piazzale pedonale). Ma Fabio non c’era. Don Massimo era inquieto. C’era anche la diretta TV. Ma Fabio non c’era. Per fortuna il testo del saluto era stato stampato in grande su pergamena, da farne dono al vescovo. Don Massimo affidò l’incarico a Rita, una cresimanda simpatica (che sapeva di esserlo) e dalla bella voce. Poco importa, vista l’emergenza, se avrebbe civettato un poco sull’occasione.
Il “programma” era salvo. Ma Fabio? Mentre Rita leggeva compiaciuta le parole di saluto Fabio entrava trafelato dalla porta della chiesa spingendo la sorella Lucia sulla sedia a rotelle. Anche lei voleva fare la sua bella figura, ma qualcosa era andato storto in bagno. E Fabio aveva preferito, come altre volte, aspettarla. Quando don Massimo lo vede sbucare oltre la barriera di persone assiepata in fondo alla chiesa, Rita sta dicendo: «Benedetto colui che viene nel nome del Signore».
Benedetto colui che viene nel nome del Signore..
per avermi svelato che Dio è amore e “il Signore è lento all’ira e grande nell’amore”;
per avermi insegnato che il Padre Nostro e’come l’aria e non possiamo vivere senza;
per avermi insegnato che il perdono aiuta nei momenti tristi e che il bicchiere non e’ mai mezzo vuoto.
per avermi fatto capire che la vita è un dono… e per tale va vissuta!
per avermi aiutato a riconoscere e credere all’amore di Dio per me;
per avermi mostrato, con il sì alla della tua vocazione, come affidarmi completamente a Dio e abbandonarmi a Lui.
Grazie per sopportarmi ogni volta che metto la ruota sbagliata per terra.
Grazie per rispondere quasi sempre alle mie domande incerte.
Grazie per quello che sei!!! un grande Dehoniano.
Il Signore ti benedica, ti protegga e ti ricolmi della sua pace e di ogni bene per tutto quello che hai fatto, fai e farai per me!