Riprendiamo di seguito la lettera aperta agli studenti di un gruppo di scienziati, studiosi e attivisti sul tema dei cambiamenti climatici pubblicata dal quotidiano Avvenire (13 marzo 2019) e indirizzata agli studenti per stimolarli a prendere in mano la situazione.
Caro direttore, desideriamo condividere con lei e con i lettori di Avvenire una nostra «Lettera agli studenti».
Nel 1967, più di 50 anni fa, un gruppo di ragazzi guidati da don Lorenzo Milani, dopo la bocciatura di alcuni di loro agli esami per la maturità magistrale, decisero di scrivere una lettera a una professoressa immaginaria di quel tempo, in cui la scuola era fortemente selezionatrice e, con le bocciature, censurava anche i modelli scolastici come quello innovativo e radicale della Scuola di Barbiana.
Oggi, che i nodi del modello di sviluppo occidentale stanno venendo al pettine con i cambiamenti climatici e tutte le conseguenze a essi connesse, ci sentiamo di scrivere questo messaggio a voi studenti per stimolarvi a prendere in mano la situazione. Esattamente come chiede Greta Thunberg, la giovane svedese che nonostante i suoi 16 anni mostra una maturità politica da fare invidia ad ogni adulto.
In un’intervista al Guardian, Greta ha detto: «Ho sentito parlare per la prima volta di cambiamento climatico quando avevo otto anni. Ho imparato che è una cosa creata dagli esseri umani. Mi dicevano di spegnere le luci per consumare meno elettricità e di riciclare la carta. Era strano, pensavo, che fossimo in grado di cambiare l’intera faccia del pianeta e il prezioso strato di atmosfera che lo rende la nostra casa: se eravamo capaci di fare questo, perché non ne sentivo parlare ovunque? Perché il clima non era la prima cosa di cui sentivo parlare quando accendevo la TV? Titoli, programmi radiofonici, giornali: non avrei dovuto sentir parlare d’altro, come se fosse in corso una guerra mondiale. Però i nostri leader politici non ne parlavano mai. Se usare i combustibili fossili minaccia la nostra esistenza, come è possibile che continuiamo a usarli? Perché non ci sono dei limiti? Perché non è illegale farlo? Perché nessuno parla dei pericoli del cambiamento climatico che è già in corso? E del fatto che duecento specie animali si estinguono ogni giorno? Ho la sindrome di Asperger e per me le cose sono bianche o nere. Guardo le persone che sono al potere e mi chiedo perché hanno reso le cose così complicate. Sento la gente dire che il cambiamento climatico è una minaccia alla nostra esistenza, però tutti vanno avanti come se niente fosse. Non possiamo più salvare il mondo rispettando le regole, perché le regole devono essere cambiate. Se vivrò cent’anni, sarò ancora qui nel 2103. Quello che facciamo o non facciamo ora, condizionerà tutta la mia vita e quella dei miei amici, dei nostri figli e dei loro nipoti. Gli adulti ci hanno deluso. E dato che la maggior parte di loro, compresi giornalisti e po-litici, continuano a ignorare la situazione, dobbiamo agire, oggi».
Sulla chiamata di Greta, molti studenti di tutta Europa hanno iniziato a ritrovarsi, ogni venerdì, di fronte ai palazzi del potere, in Belgio, Germania, Svezia, Olanda, Australia, Stati Uniti, Svizzera, Regno Unito… semplicemente per stare con i loro cartelli che chiedono conto agli adulti: «Dite di amare i vostri figli più di ogni cosa, invece gli state rubando il futuro».
Molti studenti in molte nazioni, ma ancora molto pochi in Italia. Non notiamo in Italia lo stesso fermento che c’è all’estero e se dovesse essere perché pensate che i cambiamenti climatici non vi riguardano, vorremmo dirvi che vi sbagliate di grosso: niente più di questo fenomeno influirà sul vostro futuro, perché avrà effetti sulla disponibilità di acqua, sulla produzione di cibo, sulla sicurezza dei territori, sulle migrazioni.
Vorremmo darvi un consiglio: fate emergere tutto l’egoismo che è in voi per difendere il vostro futuro, perché se la temperatura terrestre continuerà a salire la vostra vita sarà un inferno. Dunque parlatene, studiate, confrontatevi con gli esperti (le autogestioni potrebbero essere delle buone occasioni…) e poi alzate la voce per inchiodare chi può decidere alle sue gravi responsabilità. La mattina del prossimo 15 marzo è indetto uno sciopero mondiale per il clima, promosso proprio dagli studenti. Non mancate questa occasione per iniziare un percorso: abbiamo poco tempo per rimediare ma possiamo ancora farlo. Ci avete prestato il futuro ed è tempo che lo riprendiate nelle vostre mani per renderlo sicuro, possibile e vivibile, non credete?
Francesco Gesualdi Centro Nuovo modello di Sviluppo
(già allievo di Barbiana e co-autore di Lettera a una professoressa)
Sergio Venezia
(Associazione CO-Energia – Progetti collettivi di Economia Solidale)
Oreste Magni
(Eco-istituto Valle del Ticino)
Amalia Navoni
(Coordinamento Lombardo Nord-Sud)
Roberto Burlando
(Docente di Economia Università di Torino)
Mario Agostinelli
(Associazione Energia Felice e Laudato Si’)
Lidia Di Vece
(Federazione Italiana Economia del Bene Comune)
Tonino Perna
(Ecolandia – Parco Ludico Ecologico Ambientale)
Alberta Cardinali
(Rete Gas Marche che aderiscono ad ‘Adesso pasta!)
Don Virginio Colmegna
(Fondazione Casa della Carità Associazione Laudato Si’)
Luca Mercalli
(Metereologo – Nimbus Società Metereologica Italiana)
È vero che il clima ha subito diversi cambiamenti lungo le ere geologiche (all’università di Padova 40 anni fa li studiavamo dalle analisi dei pollini fossili), ma ora i dati raccolti dai migliori centri di ricerca al mondo ci dicono che l’uomo di suo, ha fatto molto danno all’atmosfera. Ma forse non é troppo tardi per rimediare.
Da cristiani dovremmo essere un po’ più consapevoli e non seguire quanto propinano tanti ciarlatani e anche (per fortuna pochi) uomini di scienza asserviti alle lobbies del carbone e del petrolio. Se cerchiamo la verità, se abbiamo a cuore il futuro dei nostri figli e della vita, non possiamo continuare con questi sciagurati stili di vita che già mietono vittime, soprattutto fra i poveri della terra, e non solo loro. Vittime che abbiamo tutti sulla coscienza.
Il clima cambiava prima, cambia adesso e cambierà in futuro… e l’uomo non può farci un bel niente. Basta con questo ecoterrorismo volto a drenare (altri) miliardi di soldi pubblici.