Come donne e uomini che scelgono di vivere la fede nella Buona Notizia di Gesù di Nazareth nella Chiesa cattolica, riteniamo oggi indispensabile esprimere il nostro pensiero su alcune realtà che ci interrogano.
Viviamo in un mondo in cui non si contano le imprese del bene, portate avanti in nome del Vangelo e di altre fedi o ideali.
Esiste una corrente di bene che attraversa la storia e che opera per l’umanizzazione di ogni aspetto della vita. Questo bene passa attraverso le mani delle tante persone che si impegnano nella vita pubblica, familiare, nelle istituzioni, nelle tante forme di volontariato.
Non possiamo però più tacere lo scivolamento, purtroppo anche di alcune componenti della Chiesa, laiche e pastorali, italiane ed europee, in una visione, in un linguaggio e in comportamenti, silenti o espliciti, che intendono contrastare apertamente le scelte e le parole di Papa Francesco, ma soprattutto quelle del Vangelo. Avvertiamo il dovere non solo di condividere la pastorale del Papa, illuminata e riumanizzante, ma di segnalare alcune posizioni che riteniamo distanti dalla fede nel Signore.
Ripensando al Gesù che i Vangeli ci mostrano in cammino lungo le strade della Palestina ad annunciare Il Regno di Dio e a guarire quanti hanno bisogno di cure (Lc.9,11); al Gesù che ci invita ad amare anche i nemici, a non giudicare (Lc.6 e Mt5), ad essere misericordiosi come il Padre (Lc.6,36); al Gesù che offre il suo sangue per la salvezza di tutti (Mt.26,28) e muore sulla croce senza rancore verso coloro che lo hanno condannato (Lc.23,34), promettendo il paradiso a un malfattore (Lc.23,43); al Gesù che per questa sua morte e questa sua vita ha ottenuto il nome che è al di sopra di ogni altro nome (Fil.2,9), riteniamo di poter dire che:
- sono incompatibili vangelo e xenofobia, come sentimento di rifiuto del fratello straniero, e innumerevoli le conferme di questo in tutta la Bibbia;
- sono incompatibili vangelo e nazionalismo, come esaltazione unica di un popolo e come indifferenza verso altri popoli, come Paolo VI dichiarò fin dal 1967;
- sono incompatibili vangelo e omofobia, vangelo e disprezzo di altre forme di religiosità, come rifiuto del fratello;
- sono incompatibili vangelo e distacco superbo e pregiudiziale da ogni ricerca diversa, anche non religiosa;
- sono incompatibili vangelo e intreccio equivoco con il potere assoluto di qualunque natura, specie di natura corruttiva;
- sono incompatibili vangelo e ostentazione di ricchezze e mancata sobrietà di vita economica, personale o istituzionale;
- sono incompatibili vangelo e disinvolta accettazione o indifferenza verso povertà, disuguaglianze, vittime di violenze, di guerre o di esodi sofferti;
- sono incompatibili vangelo e disimpegno verso il decadimento ambientale del creato.
Esprimiamo perciò preoccupazione per la presenza di un cattolicesimo che tale non è nella sostanza, ma spesso solo nella forma, già archiviato a suo tempo dallo stesso Magistero nel Concilio Vaticano II, confermato dai Papi – da ultimo dal coraggioso e chiarificatore agire e parlare di Papa Francesco, a cui sentiamo di dare il nostro pieno appoggio – dalle ultime dichiarazioni della Conferenza episcopale italiana e dal recente appello degli istituti e congregazioni religiose italiane cui riteniamo di aderire con convinzione.
I partecipanti al gruppo ecclesiale
Camminare Insieme di Trieste