Caro Tommaso,
ci è venuta l’idea di indirizzare a te la nostra “lettera di Natale” di quest’anno, perché sei il più piccolo dei nipoti capace di leggere.
In realtà, la lettera non è solo per te. Sicuramente anche per i nipoti più grandi: per Daniele, per Silvia, per Carlo, per Giacomo. E per altri della famiglia. E poi per qualcun altro ancora, a cui vogliamo bene e che vogliamo ricordare in questi giorni un po’ speciali. Ma la indirizziamo a te in modo particolare perché vogliamo trovare parole abbastanza semplici, ma vere, che anche tu, che hai quasi 9 anni, possa capire.
Francesco, quell’ometto di 2 anni, è troppo piccolo per poter leggere questa lettera. Ma proprio lui, in questi giorni, ci ha suggerito alcuni pensieri.
Hai potuto vedere che, a casa sua, hanno fatto il presepio su un tavolino basso proprio vicino ai suoi giochi. E lui ci gioca, appunto. Prende qualche pecorella e la mette tra i suoi animaletti o sistema qualcuno di questi nel presepio. Un giorno abbiamo visto accanto alla capanna una foca, un triceratopo e una tigre che se ne stava in mezzo alle pecorelle.
Ci è sembrato bello questo mescolare le cose: le nostre insieme a quelle che riguardano Gesù. La nostra vita nella sua e la sua vita nella nostra. E poi, anche se Francesco non lo sa, e forse neanche tu, c’è un antico libro della Bibbia in sui si racconta che un giorno verrà Qualcuno che difenderà i deboli e i poveri, farà sparire l’ingiustizia, la violenza, le azioni malvagie che troppo spesso gli uomini compiono e che rendono brutta la vita. Allora tutto sarà così bello e in pace che perfino il lupo abiterà insieme all’agnello, la pantera si sdraierà accanto al capretto… Proprio come nel presepio di Francesco!
È Natale e certamente tu sai chi è quel Qualcuno…
Uhm! Sei un bambino intelligente e immaginiamo che penserai: ma quando è venuto Gesù, che cosa è cambiato? Molte persone continuano a fare cose cattive: ci sono guerre e tante cose ingiuste.
Per esempio, non è per niente giusto che un bambino come te, solo perché ha avuto la fortuna di nascere in Italia, abbia un sacco di cose e possa mangiare finché ne ha voglia (e magari si permetta anche di fare i capricci sul cibo…), mentre un altro bambino, che è nato, mettiamo, in Tanzania (un posto che si trova in Africa) svenga per la fame mentre fa la fila per ricevere un po’ di cibo, come qualche sera fa abbiamo sentito raccontare, fra le lacrime, da Francesca, una ragazza della nostra parrocchia che la scorsa estate ha trascorso le sue vacanze in quel paese africano.
E c’è anche qualcuno che si stupisce se alcuni coraggiosi giovani africani cercano di venire qui, rischiando la vita, e tanti muoiono davvero, perché sognano un futuro migliore!
E poi, certamente, anche ora gli agnelli e le caprette fanno bene a stare alla larga dai lupi e dalle pantere!
Come la mettiamo?
Noi crediamo che Gesù non sia venuto per risolvere magicamente i nostri problemi ma per affrontarli insieme a noi, mostrandoci una volta per tutte, con la sua vita e con le sue parole, come deve essere ogni uomo e ogni donna. Come Dio, Padre suo e Padre nostro, ci vuole. Perché la nostra vita sia bella e sia felice.
È vero che ci sono tante cose brutte. Ma ci sono anche tante persone – e noi ne abbiamo conosciute e ne conosciamo – che, vivendo come Gesù ci ha mostrato, spesso anche senza conoscerlo, rendono bello il pezzetto di mondo intorno a loro.
Vorremmo raccontarti della nostra amica Maria, morta pochi giorni fa a 96 anni, che ha fatto della sua vita un miracolo di amore, per la sua grande famiglia e per tanti amici. Una luce! Ce ne sono. Bisogna saperle vedere: aiutano a non perdere la strada.
Questa lettera sta diventando un po’ troppo lunga e rischia di far perdere la pazienza anche a un lettore caparbio come te (che, cioè, sei uno che non molla!).
Non abbiamo parlato molto del Natale. Ma ti abbiamo parlato di Gesù e della luce che si diffonde da lui in tante gioiose scintille. Anche questo è Natale! Cerchiamo di essere tutti un pochino scintille di luce!
Buon Natale!
nonna Margherita e nonno Andrea
P.S. A Natale la nonna indosserà il berrettino di lana verde che, in uno slancio improvviso e caldissimo di amicizia, le ha regalato una ragazza prima di scendere alla fermata del bus, durante il viaggio in Giappone. Non conosciamo il suo nome e lei non sa che la nonna metterà il suo berretto. Ma tutto questo in fondo non ha importanza. L’amore travalica lo spazio e il tempo, trascina con sé e supera differenze e credenze. Infine, è davvero l’unica cosa che conta e che rimane. (Questo forse è un po’ difficile. Così l’abbiamo scritto dopo. P.S. vuol dire post scriptum, cioè scritto dopo)