Gli psicologi e le psicologhe ispirano il proprio agire professionale ai principi della scienza, rifiutando qualunque forma di terapia volta a modificare l’orientamento sessuale (riparative o di conversione), non adottando, seguendo o promuovendo convinzioni antiscientifiche che considerano l’omosessualità una patologia, e soprattutto non agendo alcuna forma di discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale.
L’Ordine delle Psicologhe e Psicologi del Veneto è estremamente attivo nell’affermazione dei diritti delle persone LGBT+, con azioni concrete e ben visibili.
Ricordiamo, solo nell’ultimo anno:
- il convegno “Diritti civili e discriminazioni. Dignità e responsabilità degli esseri umani” a Padova;
- il sostegno e il patrocinio all’iniziativa volta ad inserire il Regolamento Identità Alias nelle scuole promosso dalla Rete Lenford;
- il patrocinio al Convegno Trans-i-Zone all’Università di Padova;
- è in corso l’adesione al protocollo Feeling, rivolto alle problematiche di minori stranieri LGBT+;
- il supporto costante alle numerose azioni di contrasto alla violenza di genere.
L’esercizio della professione psicologica ha come fondamenti il principio di non discriminazione e di scientificità.
Nel 1973 l’omosessualità è stata definita dall’American Psychiatric Association (APA) come un orientamento sessuale, una variante della sessualità umana priva di alcun elemento patologico.
Nel 1993 viene riconosciuta anche dall’OMS come una variante della sessualità umana, al pari dell’orientamento eterosessuale.
In questi giorni il Consiglio dell’Ordine ha dato mandato ai legali di agire a tutela dell’immagine dell’Ente verso la natura diffamatoria di alcune affermazioni scorrette uscite in alcuni articoli.
La promozione dei diritti civili delle persone LGBT+ passa attraverso azioni concrete, pubbliche e visibili positive, che questo Ordine continuerà a perseguire con decisione.
- Dal sito ufficiale dell’Ordine degli psicologi del Veneto, 29 novembre 2022.
Il comunicato è scontato e ovvio. Peccato che non si faccia riferimento alla causa che ha prodotto questo comunicato che credo sia ben nota.
Anche certe affermazioni nel 2022.
L’omosessualità è un grave peccato, ovviamente.
Gli atti sessuali a sfondo omosessuale sono peccaminosi, e quindi costituiscono peccato mortale se ci sono le tre condizioni note: materia grave, piena avvertenza, deliberato consenso. L’omosessualità è un’inclinazione della persona costituisce una prova, e una persona che la presenta non va giudicata solo per questo, ma va trattata con rispetto, compassione, delicatezza (CCC 2358). Quindi evitiamo giudizi netti che servono solo a marcare il territorio
Quando finirete di nascondere il vostro odio per il diverso dietro le parole ormai inaccettabili di un documento umano?
Mi scusi, nel mio commento dove vede l’odio? mi sembra chiaramente di aver scritto che bisogna andare cauti coi giudizi, e che frasi come quelle del signor Claudio non servono a niente, visto che difficilmente convinceranno qualche persona omosessuale a riavvicinarsi al Signore, oltre a essere imprecise. Il Catechismo poi, pur essendo umano, è Magistero Universale e richiede perlomeno rispetto
No, Gesù ha detto “amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato”: quindi ci esorta ad amare tutti, maschi e femmine: questo fenomeno si chiama amicizia esiste da molto tempo e non prevede rapporti sessuali; fra le persone che si amano si può sceglierne una del sesso opposto (i sessi sono due, maschio e femmina, e dipendono solo dalla fisiologia, non dalla percezione che uno ha di sé), con la quale, nell’ambito del sacramento del matrimonio, si hanno rapporti sessuali al fine di perpetuare la specie. L’omosessualità non esiste: l’amore tra due persone dello stesso sesso se non prevede rapporti sessuali è benedetto da Dio e si chiama amicizia, se invece li prevede non è amore, ma è sodomia, uno dei peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio, per il quale, in caso di morte impenitente c’è l’inferno assicurato, per il sodomita e per chi gli ha detto che va bene così. La sodomia non è una condizione naturale o congenita, ma è un grave disordine psicologico che può avere solo tre cause: la malattia mentale, il plagio o il vizio, oppure due o tutti e tre combinati variamente. Chiamiamo le cose col loro nome.
Dio mio che commento senza nessuna misericordia…. Tralasciando i giudizi che non spettano certo a noi uomini, lei dimentica totalmente che i rapporti tra sposi non hanno solo un fine procreativo ma anche uno unitivo (vedi Concilio Vaticano II). Altrimenti qualcuno dovrebbe spiegare perchè sono ammessi rapporti utilizzando i metodi naturali (escludendo quindi il fine procreativo…).