Un giorno la Poiana, stanca di topi e di serpi, decise di scendere a valle per cercare un’altra preda. Vide allora, dentro un ampio recinto, un gruppo di Galline, e pensò di rapirne una.
Si accorse però di essere troppo debole per alzarsi in volo con una grassa Gallina stretta tra gli artigli. Allora disse tra sé: «Se riuscirò a fare in modo che la Gallina stessa mi aiuti, avrò la forza di spiccare il volo e di trasportarla verso le mie rupi».
Planò lentamente sul pollaio: le Galline si spaventarono e fuggirono. La più veloce nella corsa era una grossa Gallina nera, con le punte delle penne giallastre, che pensava di poter scampare all’aggressore grazie alla sua velocità. La Poiana la vide e si mise ad inseguirla gridando: «Ti prendo! Ti prendo!».
La Gallina, sempre più impaurita, accelerò ancora la sua corsa, pensando che quella fosse l’unica cosa da fare per aver salva la vita. Il rapace, rimanendole sopra, la incitava ad andare sempre più veloce, minacciandola altrimenti di ghermirla.
Allorché la Gallina raggiunse il limitare del recinto, la Poiana gridò: «È ora di volare!». La Gallina, pensando che con un ultimo sforzo avrebbe potuto salvarsi, diede un disperato colpo d’ala e prese davvero il volo. Ma era la Poiana che, tenendola stretta, la guidava in alto, aiutata dalle ali della sua preda. Superato il recinto e portata verso le montagne, la Gallina fu lasciata cadere sulle rocce e divorata.
Morendo pensò: «Ahimè, quanto sono stata stolta! nessuna Poiana avrebbe potuto portarmi via ciò che avevo di più importante, se io stessa non l’avessi aiutata».
Da allora si dice: «Ricordati della Poiana» quando si vuole invitare un fratello in difficoltà a fermarsi e a riflettere per capire da quale direzione venga il pericolo maggiore. Talvolta chi ti invita a correre di più lo fa perché vuole portarti via.
Pubblicato su Il Margine, n. 10(2000)