Lo scorso anno (2015) ricorreva il 50° anniversario della chiusura del concilio Vaticano II. Non sono mancate le rievocazioni e le celebrazioni. Fra le tante, di particolare interesse e importanza è quella raccolta in questo volume edito dalle EDB. Soprattutto il metodo appare sorprendente e significativo. Questo volume, infatti, è stato patrocinato dalla Federazione internazionale delle Università Cattoliche (FIUC), che rappresenta una rete di 215 atenei sparsi in tutto il mondo, ed è stato composto sotto la direzione di cinque teologi: M. Lamberigts, G. Routhier, P.R. Ferreira Oliveira, Ch. Theobald e D. Bosschaert. In realtà, autori di queste pagine sono circa duecento persone (in gran parte teologi) di ogni continente, i quali hanno lavorato sul testo per due anni. Fra le mani abbiamo quindi il distillato di una lunga e autorevole riflessione, che ha avuto il suo apice nell’incontro di Parigi (13-15 aprile 2015).
Che si tratti di un distillato lo si intuisce dal fatto che il testo procede per punti, per proposizioni successive, nelle quali viene condensata la dottrina conciliare.
Dopo l’Introduzione, che spiega i motivi, la storia e il progetto di questo libro, vengono sviluppati cinque grandi temi: “Il Vaticano II: quale ispirazione per l’oggi?”, “Discernere i segni dei tempi”, “L’unità e la diversità nell’incontro del Vangelo e della Chiesa con il mondo e le culture”, “Lavorare alla costruzione di una cultura di pace”, “Il servizio della teologia oggi”. La conclusione tratta di “Cinquant’anni dopo il Vaticano II: teologi e teologhe di tutto il mondo discutono sul futuro della fede”.
Si riassapora in questi scritti la ricchezza dei temi trattati dall’assise conciliare e si rimane sorpresi dalla quantità dei problemi affrontati. Si sottolinea l’atteggiamento di una “Ecclesia audiens”, una Chiesa non autoreferenziale ma in ascolto e in dialogo con l’intera umanità, dove trovano posto argomenti come le culture, le religioni, le diversità, i progressi e le sofferenze.
L’ultimo tema trattato è il rapporto tra Chiesa e teologia, dove la teologia viene declinata come “servizio” al popolo di Dio, al magistero e alla società.
Il Concilio viene definito «un momento eccezionale di collaborazione e di discernimento comune tra vescovi e teologi di tutti i continenti», mentre i teologi si definiscono «una comunità scientifica che rappresenta una forza vitale essenziale alla vita della Chiesa e alla realizzazione della sua missione nel mondo».
Innegabile è stato il contributo offerto dai teologi alla grande assise conciliare. Ma il loro compito è tuttora vitale per l’intera Chiesa. Il Vaticano II ha lasciato in eredità anche interrogativi e questioni aperte che richiedono ulteriori approfondimenti, compito tipico della teologia. Nella consapevolezza, ormai del tutto evidente, che il Vaticano II «appare come l’ultimo Concilio euro-atlantico» e che, quindi, bisognerà aprirsi ad altre culture e sensibilità teologiche.
Federazione internazionale delle Università cattoliche, La posta in gioco. Memoria del Concilio e futuro della Chiesa nella riflessione di teologi dei cinque continenti, Collana «Nuovi saggi teologici», EDB, Bologna 2016, pp. 150, € 22,00. 9788810412145
Descrizione dell’opera
Quale importanza si può attribuire oggi al concilio Vaticano II? Che rilievo hanno assunto temi allora avvertiti come urgenti, quali l’espressione della dottrina in una forma pastorale, la riforma della Chiesa e l’unità dei cristiani? E che mutamenti sono intervenuti sul piano dell’annuncio della fede e sui compiti della teologia?
Ha cercato una risposta a queste domande una vasta consultazione che nell’arco di alcuni anni ha coinvolto circa duecento persone e si è svolta sotto il patrocinio della Federazione internazionale delle Università Cattoliche, che ha sede a Parigi e rappresenta una rete di 215 università nei cinque continenti.
È emerso sempre più chiaramente, per esempio, che per un numero non irrilevante di teologhe e teologi dell’emisfero sud, il Vaticano II appare come l’ultimo concilio euro-atlantico, il che implica, per esempio, un rapporto diverso e originale con il concilio e il suo corpus testuale.
Note sui curatori
Mathijs Lamberigts è Preside della Facoltà di Teologia e di Scienze religiose dell’Università Cattolica di Lovanio (Belgio).
Gilles Routhier è preside della Facoltà di Teologia e di Scienze religiose dell’Università di Laval (Canada).
Pedro Rubens Ferreira Oliveira è rettore dell’Università Cattolica di Pernambuco (Brasile).
Christoph Theobald è professore al Centre Sèvres di Parigi e direttore della rivista Recherches de science religieuse.
Dries Bosschaert è dottorando alla Facoltà di Teologia e di Scienze religiose dell’Università Cattolica di Lovanio (Belgio).
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